-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
7 deaths of Maria Callas. Marina Abramovic interpreta il leggendario soprano in un video in mostra a Torino
Arte contemporanea
Fino al prossimo 29 febbraio la Galleria UniVerso, collocata nel Cortile del Palazzo del Rettorato dell’Università di Torino, ospita quattro mostre dedicate alla grande artista e cantante lirica Maria Callas. Tra queste, imperdibile è la proiezione del video Seven Deaths di Marina Abramovic. L’evento fa parte di una serie di iniziative per commemorare il centenario della nascita di Maria Callas che ha visto, oltre alle mostre, l’organizzazione un convegno ed altre iniziative che hanno avuto luogo a partire dallo scorso dicembre sia nei locali dell’Università, sia alla Cavallerizza Reale e al Teatro Regio di Torino.
Il video di Marina Abramovic è forse una delle sue opere più belle degli ultimi tempi. L’artista realizza la messa in opera di sette finali di altrettante opere famosissime interpretate magistralmente dalla Callas. In tutte le sette opere la protagonista femminile incontra la morte, ogni volta in modo diverso ma sempre profondamente drammatico, toccando ogni volta punte altissime dal punto di vista artistico, scenico nonché, naturalmente e innanzitutto, musicale. Le sette opere sono: Carmen, Tosca, Lucia di Lammermoor, Otello, Norma, Madama Butterfly e la Traviata.
Marina Abramovic interpreta in prima persona il personaggio femminile o l’eroina dell’opera, e così anche lei, in veste di personaggio, di volta in volta incontra un modo diverso di morire. L’interpretazione dell’artista si sovrappone quindi a quella canora della Callas in un duplice movimento più armonico ed euritmico che dialettico. Da un lato la voce della Callas dà vita alle eroine di Bizet, Verdi, Donizzetti, Bellini e Puccini. Dall’altro, l’artista, insieme con la co-starring Willelm Dafoe, presta loro un volto e un’immagine fisica, una presenza scenica che dà vita alla narrazione. L’espressione dare vita non è usata qui in modo casuale: in quest’opera la vitalità dell’azione si contrappone alla narrazione, che tratta della morte, e si pone come una riflessione dall’andamento a spirale, che trascina lo spettatore in una sorta di vortice mentale ed esistenziale in cui arte visiva, musica ed interpretazioni scivolano l’una nell’altra.
Alle sette morti nelle opere musicali, Marina Abramovic ne aggiunge poi un’ottava: è la morte della stessa Callas, avvenuta il 16 settembre del 1977 a Parigi. Qui il vortice si fa ancora più intenso: all’interpretazione artistica, si somma l’esperienza di vita reale, che pure però è filtrata da una nuova lettura, opera a sua volta di un’artista. Il video, che fu presentato una prima volta in live action alla Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera nel 2020 ed è stato poi mostrato al pubblico in alcune altre occasioni, è ora fruibile dal pubblico di Torino in un’esperienza immersiva, che permette allo spettatore di trovarsi a tu per tu con l’opera.
Il contesto legato a un luogo di studi rende ancora più interessante l’operazione che testimonia un interesse per il mondo delle arti visive e musicali da parte dell’ateneo torinese, donando a chi studia la possibilità di confrontarsi con un’opera magistrale, anzi con due artiste entrambe geniali. L’evento rappresenta quindi una bella occasione per incontrare sia l’opera della Callas sia quella di Abramovic: due modi di insieme simili e diversi di fare arte con la A maiuscola, da pare di due grandi donne che trovano l’una nell’altra, vicendevolmente, attraverso la loro arte, un’ispirazione e significazione più profonda, persino oltre la distanza spazio-temporale che le separa.