A Filadelfia, un nuovo museo per Alexander Calder. Anzi, un santuario

di - 2 Marzo 2020

Dopo anni di discussioni e continui rinvii, Filadelfia renderà finalmente omaggio a uno dei suoi cittadini più illustri, Alexander Calder, con un nuovo museo. Che però, più che una sede espositiva, avrà le sembianze di un vero santuario, progettato dagli archistar Herzog & de Meuron – Pritzker Prize e Royal Gold Medal e autori, tra l’altro della Tate Modern a Londra –, come ha tenuto a specificare Alexander SC Rower, presidente della Calder Foundation e nipote del pioniere dell’arte cinetica. Un edificio a dir poco sacro, quindi, non solo per la poesia degli eterei equilibrismi espressa dalle opere del grande artista ma anche perché a Filadelfia sono legate diverse generazioni della famiglia Calder, le cui tracce sono diffuse in tutta la città.

Alexander Calder, Polychrome from one to eight

Una stirpe di artisti provenienti da oltreoceano

Il nonno, lo scultore Alexander Milne Calder, nacque in Scozia ed emigrò a Filadelfia nel 1868, cioè pochi anni dopo la stessa costituzione della città americana, fondata nel 1862 dall’esploratore britannico di fede quacchera Williamm Penn. E proprio allo storico fondatore, Alexander Milne dedicò una statua colossale, sulla torre della Philadelphia City Hall. Anche il figlio, Stirling Calder, fu uno scultore e si sposò con la ritrattista Nanette Lederer. E dalla loro unione nacque Alexander, detto Sandy, le cui opere, oggi, possiamo ammirare in musei come il Centre Pompidou di Parigi, il MoMA di New York e la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, oltre che nell’aula magna dell’Università di Caracas, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.

L’Aula Magna dell’Università di Caracas

Laureato in ingegneria, noto negli ambienti artistici e intellettuali della prima metà del Novecento anche per il suo carattere allegro e per il temperamento amabile – in particolare fu molto amico di Joan Mirò –, Alexander Calder contribuì a mettere in discussione la fissità della scultura monumentale, attraverso le sue opere di dimensioni varie, ambientali, da parete o da soffitto, a metà tra astrazione e figurazione, sempre giocate su una sospesa tensione degli equilibri strutturali e compositivi. Ma Calder non realizzò solo sculture e, nel corso della sua lunga ricerca, si dedicò anche all’illustrazione e ai disegni su aereo, un DC-8-62 Douglas della Braniff International Airways, e su automobile, una BMW 3.0 CSL. Oltre che ai gioielli, come gli orecchini che progettò per Peggy Guggenheim.

Il Santuario di Alexander Calder a Filadelfia

Già 20 anni fa si iniziò a discutere della possibilità di creare un museo dedicato a Calder ma solo oggi si è passati alle vie di fatto. «Si tratta del primo progetto architettonico appositamente commissionato per mostrare il lavoro di Calder», ha dichiarato Alexander SC Rower. «La Calder Foundation è entusiasta di collaborare alla creazione di un luogo meditativo che ha lo scopo esplicito di consentire al pubblico di sperimentare il lavoro radicale di mio nonno, in un modo che sarà senza precedenti», ha continuato Rower. L’istituzione che si occuperà del museo deve ancora essere istituita ma sarà costituita dalla Fondazione insieme a diverse organizzazioni filantropiche di Filadelfia, tra cui la Neubauer Family Foundation, la Pew Charitable Trusts e HF Lenfest, con il sostegno della City of Philadelphia e del Commonwealth della Pennsylvania.

La nuova sede sarà situata su Benjamin Franklin Parkway, di fronte alla Barnes Foundation e al Museo Rodin, e i lavori inizieranno nei primi mesi del 2021, secondo il New York Times. Il progetto dell’edificio sarà svelato nei prossimi mesi. «L’arte della famiglia Calder è una parte importante del tessuto della nostra città», ha dichiarato Rebecca W. Rimel, presidente e CEO di Pew Charitable Trusts, uno dei partner filantropici del progetto: «Una sede sulla Parkway per alcune delle opere più conosciute di Calder farà avanzare la reputazione della città come destinazione artistica di livello mondiale e la renderà ancora più affascinante per i visitatori da tutto il mondo». Le opere esposte, che non sono ancora state selezionate, saranno prestate dalla Calder Foundation di New York per 99 anni e saranno allestite sia all’interno del nuovo museo che nel giardino.

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  • L'ho visto a Torino nel 1984 al palazzo della vela ho ancora il catalogo e due magliette con sue opere stampate in serigrafia. la leggerezza l'equilibrio e rapporti matemamaci per impadronirsi dello spazio in cui sono i servite. L'ultima sua opera dal vero vista nell'atrio del Kunz museum di Basilea e nel parco della fondazione Bayeler.

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