Johannesburg sempre più capitale dell’arte contemporanea, alla ricerca di una rivalsa dopo i lunghi e cupi anni dell’apartheid. Dalla Circa Gallery alla Everard Read, la galleria più antica della città, fondata nel 1913, passando per le blue chip Goodman e Strauss & Co e, naturalmente, per il Centre for the Less Good Idea, fondato da William Kentridge, sono ormai molti i punti di interesse diffusi per la città. E dal 28 marzo, la mappa di Johannesburg si amplierà ancora di più, con l’Inside Out Center for the Arts, nuovo spazio espositivo ed educativo promosso dalla Roger Ballen Foundation.
Istituita nel 2007 da Roger Ballen, importante artista e fotografo newyorchese trapiantato in Sudafrica, e ribattezzata Inside Out Trust Foundation, la Fondazione è dedicata alla promozione dell’istruzione attraverso le arti. La Fondazione ha sponsorizzato mostre a Johannesburg di importanti artisti internazionali e ha portato numerosi docenti, ricercatori e autori in città. Il nuovo spazio risponde all’esigenza di avere una base stabile, per strutturare una programmazione continuativa. Così, nel gennaio 2018 è stata acquista un’area sulla vivace Jan Smuts Avenue dove, insieme al Johannesburg Holocaust & Genocide Museum e alla Joburg Contemporary Art Foundation, l’Inside Out Center for the Arts farà parte di un trio di centri culturali nel sobborgo centrale di Forest Town. Questa zona è situata vicino al punto di riferimento storico di Constitutional Hill e alla zona di Rosebank, dove si concentra il più alto numero di gallerie d’arte.
L’edificio è stato progetto dall’architetto di Johannesburg Joe van Rooyen di JVR Architects, in stretta collaborazione con Roger Ballen, per riflettere strutturalmente e visivamente l’idea stessa di “Inside Out”. Le pareti esterne saranno lasciate in calcestruzzo grezzo, l’ingresso si apre in un ambiente ampio, a doppio volume e illuminato naturalmente. «A volte penso che l’edificio sembri essere stato rivoltato verso l’esterno», commenta Ballen.
La mostra inaugurale, “End of the Game”, sarà incentrata sulla decimazione della fauna selvatica in Africa. Utilizzando fotografie documentarie, artefatti e filmati insieme alle fotografie di Ballen e a installazioni, la mostra racconta la pratica della caccia sfrenata che ha portato alla devastazione ecologica che affrontiamo oggi, a partire dalle spedizioni organizzate in epoca coloniale e da personalità del mondo occidentale, come Winston Churchill, Theodore Roosevelt, re Edoardo VIII ed Ernest Hemingway.
Sulla scia della poetica di Ballen, sarà approfondito il rapporto psicologico profondo che l’uomo instaura con il mondo naturale. Fin dall’inizio della carriera artistica di Ballen, l’animale è stato un simbolo importante. Le opere di “End of the Game” sono tratte da varie serie della metà degli anni ’80 in poi, e comprendono foto, installazioni, pitture e disegni. Si parte dai ritratti di uomini armati, selezionati da una delle prime serie fotografiche di Ballen, per la serie “Platteland: Images from Rural South Africa”, fino ai light boxe realizzati con le immagini della serie “Theatre of Apparitions” del 2016, esposte anche alla Biennale di Venezia del 2022.
Oltre all’esposizione, l’Inside Out Center for the Arts presenterà un programma di incontri educativi, panel, dibattiti, masterclass e presentazioni, che rifletteranno sulla mostra e sui temi d’attualità affrontati dalle arti.
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