‘A Line Made by Walking’: Long, Fulton, Griffin e Girardi in Trentino

di - 18 Luglio 2020

In Trentino, in Val di Non, inizia oggi, 18 luglio, “A Line Made by Walking” un progetto biennale «dedicato a viaggio, cammino, esplorazione e rapporto tra uomo e natura nell’arte contemporanea» con opere di Richard Long (1945, Bristol), Hamish Fulton (1946, Londra), Ron Griffin (1954, California) e Daniele Girardi (1977, Verona) e curato da Jessica Bianchera, Pietro Caccia Dominioni e Gabriele Lorenzoni.

«Il progetto, realizzato in collaborazione con Panza Collection, APT Val di Non e Urbs Picta, nasce per indagare la relazione tra la scoperta di un territorio e la pratica del camminare come esperienza estetica», ha spiegato l’organizzazione, e prevede due distinte parti suddivise in anni diversi.
Nel 2020, infatti, si svolgeranno la residenza di Daniele Girardi in Val di Non, che inizia oggi, e il ricco public program, ad agosto, con talk, proiezioni e un incontro con lo scrittore e geo-poeta Davide Sapienza (potete trovare qui sotto il programma completo).
Nel 2021, invece, sarà allestita «la mostra A Line Made by Walking. Pratiche immersive e residui esperienziali in Long, Fulton, Griffin, Girardi che si terrà tra giugno e ottobre, realizzata con Panza Collection, con una selezione di opere della Panza Collection, che si terrà presso quattro strutture castellari della Val di Non, con nucleo centrale presso Castel Belasi», si legge nel comunicato stampa.

La residenza artistica di Daniele Girardi

Da oggi al 28 luglio sarà in corso anche la residenza artistica di Daniele Girardi (1977, Verona), il cui lavoro sarà incluso nella mostra del 2021. La residenza che condurrà in Val di Non costituisce «un primo fondamentale momento teorico e operativo site specific che gli permetterà di raccogliere materiali di prima mano e materie prime proprie del territorio trentino e della Val di Non, per la creazione dei lavori che andranno poi in mostra. Le modalità operative dell’artista in residenza saranno seguite, documentate e comunicate attraverso i canali del progetto e dei partner. Il filmaker Emanuele Gerosa (1975, Rovereto), infatti, seguirà la residenza creando un lavoro filmico che accompagnerà la gestazione e l’elaborazione dell’esperienza di Daniele Girardi, non solo allo scopo di documentare e testimoniare le sue azioni nella natura ma creando un vero e proprio progetto parallelo di immagini e suggestioni visive che incrociano il paesaggio della Val di Non con la pratica artistica.

Jessica Bianchera e Gabriele Lorenzoni ci hanno raccontato il progetto.

Come è nato il progetto “A Line Made by Walking”?

«Il progetto nasce dalla convergenza fra professionisti ed enti (Panza Collection, APT Val di Non e Urbs Picta) molto differenti tra loro per ambito di azione e per competenze ma che condividono una medesima traiettoria di interesse e di ricerca, di volontà di approfondimento relativa al rapporto tra la società contemporanea e la natura nell’ambito della connessione tra antropizzazione e ambiente naturale oltre che nell’ambito delle iterazioni tra il pensiero filosofico e artistico e gli spazi della natura selvaggia.
Da qui nasce un progetto di mostra, “A Line Made by Walking”, che a causa del Covid è stata rinviata al 2021. Questo rinvio ha però generato un’opportunità di approfondimento ulteriore e così il 2020 si è trasformato in uno spazio per il pensiero, per la ricerca e per l’approfondimento con un fitto panel di eventi fra cui talk, due appuntamenti di cinema, presentazioni letterarie e la residenza nei boschi della Val di Non di Daniele Girardi, uno degli artisti che saranno protagonisti della mostra del 2021.

Daniele Girardi, Oltrefiume – 2013 – foto archivio – collezione privata
Perchè questo titolo?

Il titolo del progetto, “A Line Made by Walking” è mutuato da un’opera iconica di Richard Long, un’opera che ha contribuito a cambiare la storia e il percorso dell’arte contemporanea, un’opera di forte carica concettuale grazie alla quale viene sdoganata la pratica del camminare in un territorio naturale come opera d’arte. Per traslato, e con un gioco di parole, il titolo suggerisce anche la volontà di tracciare una linea di pensiero, una linea temporale, una linea geograficamente intesa di congiunzione di luoghi sul territorio per porre l’attenzione su una serie di tematiche che vanno dal rapporto tra antropizzazione e ambiente naturale al turismo sostenibile, alla sostenibilità ambientale».

Richard Long, Cross of Sticks, 1983, Alessandro Zambianchi, Simply.it, Milano
Su che tipo di rapporto tra uomo e ambiente naturale induce a riflettere il progetto?

«Come dicevamo, l’opera di Long che dà il titolo al progetto apre le porte a un nuovo modo di pensare e di fare arte, che consiste nell’atto stesso di vivere l’esperienza di attraversamento dello spazio. Con lui e dopo di lui, Hamish Fulton, Ron Griffin e Daniele Girardi, così come altri artisti, nella seconda metà del Novecento abbracciano l’idea dell’attraversamento dello spazio come modo di fare artistico e pratica estetica: un atto che non è la trasformazione fisica di un territorio ma la sua frequentazione, che non ha bisogno di lasciare tracce permanenti e arriva al primigenio rapporto dell’uomo con l’ambiente naturale. Questo è esattamente il tipo di rapporto tra uomo e ambiente su cui riflette il progetto in tutte le sue declinazioni».

Hamish Fulton, Seven One Days Walks, 1991, Alessandro Zambianchi, Simply.it, Milano
Della progettualità di “A Line Made by Walking” fa parte anche l’omonima residenza di Daniele Girardi, che inizia oggi. Come si inserisce questo lavoro nel concept della mostra?

«La residenza di Daniele Girardi in Val di Non è un primo fondamentale momento teorico e operativo in relazione al progetto: tutta la sua ricerca si fonda su un viaggio interminabile, solitario, nella natura, un andare senza meta che si nutre solo di esperienza e non lascia testimonianza fisica e tangibile del suo agire. Il viaggio per lui è un momento creativo fondamentale, è l’essenza stessa della sua ricerca che non si fonda sulla produzione di opere, di oggetti, ma sull’azione, sul fare esperienza del luogo. Tutto il resto, la componente oggettuale del lavoro di Girardi, non è che una “sindone”, una testimonianza dell’esperienza fatta, un mezzo necessario per comunicarla, mostrarla e ricordarla. I video, le installazioni, gli assemblaggi, le invasioni spaziali, le archiviazioni asistematiche hanno un fondamentale elemento comune: non nascono da un progetto in atelier, da una meditata calibrazione del pensiero ma sono il risultato di una lunga e complessa gestazione outdoor in cui l’artista può solo assorbire e accumulare esperienza.
“A Line Made by Walking”, nella totalità delle diramazioni progettuali che vanno dal public program alla mostra si fonda proprio su questo modo di fare arte, che nasce con artisti storici come Long e Fulton, in mostra l’anno prossimo, ma che ha creato una posteriorità non indifferente, dentro e fuori al contesto artistico in senso stretto. Per questo ci sembrava fondamentale avviare “A Line Made by Walking” con un’esplorazione del territorio da parte di Girardi: la relazione con il luogo, la sua rilettura attraverso gli occhi dell’artista, è fondamentale non solo per il suo lavoro, ma per l’intero progetto».

Ron Griffin, Twelve Pack,Bottles, 1993, Alessandro Zambianchi, Simply.it, Milano
Nelle prossime settimane si svolgerà un ricco public program, tra proiezioni, talk e una play list, che costituisce un’esplorazione e un amplimento dei temi della mostra. In quale direzione si muovono, in particolare, le proposte in calendario?

«Il public program è finalizzato a creare un immaginario allargato intorno alla mostra per raggiungere un vasto pubblico che trascende i limiti del circuito dell’arte contemporanea per portare a un maggiore livello di comprensibilità i temi della mostra anche a chi ne condivide i valori, senza necessariamente avere una conoscenza approfondita degli artisti che proporremo per la mostra del 2021 o della storia dell’arte.
Ci sembra che sempre di più la sensibilità per i temi del rapporto uomo/natura e soprattutto per il significato che il camminare, il viaggio a piedi, portano con sé stia interessando un pubblico sempre più vasto, che fugge le città e sceglie i ritmi lenti della montagna o più in generale della natura. Abbiamo quindi voluto costellare il nostro public program di interferenze con altri ambiti come la letteratura, la musica, il cinema, senza insistere esclusivamente sulla storia dell’arte, ma dimostrando una permeabilità di questi diversi ambiti e un sentire comune che ruota intorno al viaggio. Per questo tra i nostri ospiti ci sono scrittori e registi, gli appuntamenti di cinema non presentano documentari sugli artisti in mostra ma film che affrontano il tema del viaggio nei suoi diversi significati, mentre la playlist su Spotify è un ideale paesaggio sonoro che spazia tra diversi generi e artisti».

Castel Belasi, ph. credits Sergio Zanotti

Tutti gli appuntamenti del public program 2020

Tutti gli appuntamenti sono gratuiti e si terranno a Castel Belasi.

• 1 agosto, alle 18.00, Castel Belasi
Arte/Tale
Walking, camminare come esperienza e pratica estetica
«Un excursus sulle pratiche esperienziali e il rapporto tra arte e natura nella storia dell’arte con un focus sui protagonisti della mostra del 2021: Richard Long, Hamish Fulton, Ron Griffin e Daniele Girardi».
Intervengono: Jessica Bianchera e Gabriele Lorenzoni

8 agosto, alle 21.00, Castel Belasi
Cinema/Proiezioni pubblica
Il cammino per Santiago (2010) di Emilio Estevez, con Martin Sheen.
«Paesaggio e cammino come pellegrinaggio e riflessione».
Introduce: Michele Bellio

• 22 agosto, alle 21.00, Castel Belasi
Cinema/Proiezioni pubblica
I giorni del cielo (1978) di Terrence Malick, con Richard Gere
«Paesaggio, spazi aperti, lirismo e rapporto con personaggi in costante conflitto interiore. Uno dei capolavori della nuova Hollywood, un film che toglie il fiato e non assomiglia a nient’altro».
Introduce: Michele Bellio

• 28 agosto, alle 18.00, Castel Belasi
Letteratura/Talk
Respiro, Ergo Sum di e con Davide Sapienza
«Davide Sapienza, scrittore, viaggiatore e divulgatore della pratica geopoetica, è tra gli autori italiani più noti legati al tema del cammino come pratica di vita – tra i suoi libri più conosciuti, I Diari di Rubha Hunish, La Musica della Neve, Scrivere La Natura, Camminando, Il Geopoeta. Il suo lavoro lo vede impegnato in progetti culturali geopoetici anche con la Norvegia, il Lussemburgo, il Portogallo e nel 2015 Cinemambiente di Torino gli ha conferito il riconoscimento delle Ghiande per l’impegno, come scrittore e opinionista, sui diritti della natura e l’ecologia. Collabora con il Corriere della Sera, VanityFair.it e altre testate. Respiro, Ergo Sum è una conferenza basata su un testo inedito ispirato al potere salvifico del camminare e al tema della libertà».

La playlist su Spotify

«A fare da cornice musicale all’intero progetto, la playlist A Line Made by Walking Soundtrack a cura di Manuel Marini: colonna sonora del percorso di un ipotetico viaggiatore solitario che si svolge tra il geografico e l’onirico, un metaforico viaggio spirituale circolare, tipico dei concept album dalla nascita alla morte del protagonista, o per meglio dire dall’a arrivo alla partenza nella nostra forma di esistere. Disponibile sulla piattaforma gratuita Spotify e presto anche su YouTube», ha ricordato l’organizzazione.

Castel Cles dal Doss di Pez, ph. credits Marta Eccher

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Tag: A Line Made by Walking APT Val di Non Castel Belasi Daniele Girardi Davide Sapienza Emanuele Gerosa Emilio Estevez Gabriele Lorenzoni Hamish Fulton jessica bianchera Manuel Marini Martin Sheen Michele Bellio Panza Collection Pietro Caccia Dominioni Richard Gere Richard Long Ron Griffin Terrence Malick Trentino urbs picta Val di Non

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