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In arrivo a Palazzo Reale di Milano la mostra labirintica di Michelangelo Pistoletto
Arte contemporanea
di redazione
Che labirinto sarebbe, senza un filo da percorrere? E in questo caso, la traccia da seguire indica tanto una via che una storia, quella della ricerca artistica decennale di Michelangelo Pistoletto: al grande maestro dell’arte contemporanea italiana, protagonista dell’Arte Povera, sarà dedicata “La Pace Preventiva”, una mostra installativa appositamente pensata per i suggestivi spazi della Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale di Milano. Promossa e prodotta dal Comune di Milano Cultura, Palazzo Reale, Cittadellarte – Fondazione Pistoletto in collaborazione con Skira, la mostra è curata da Fortunato D’Amico e sarà visitabile dal 23 marzo al 4 giugno 2023, parte di Milano Art Week (11-16 aprile 2023). La mostra si estenderà con tre installazioni nei Musei scientifici del Comune di Milano – Museo di Storia Naturale, Planetario e Acquario Civico – che ospiteranno una serie di incontri di approfondimento nei mesi di apertura.
Progettata per estendersi con un movimento ondulatorio sull’intera superficie dello spazio espositivo, l’installazione pensata per Palazzo Reale immerge il visitatore in un ambiente fluido che assume la caratteristica di un labirinto, all’interno del quale si aprono degli spazi che accolgono alcuni tra i più emblematici lavori realizzati da Michelangelo Pistoletto nel percorso della sua attività. Archetipo del viaggio e della trasformazione personale, il labirinto è un simbolo presente in tutte le culture del mondo e in ogni tempo, sempre denso di significati dalle molte sfaccettature e interpretazioni. L’arte lo ha adottato da millenni, dalla preistoria ai giorni nostri.
Il rapporto tra Michelangelo Pistoletto e il labirinto è di lunga data. Già nel 1969, l’artista progettò il suo primo Labirinto presso il Museo Boijmans Van Beuningen di Rotterdam. All’interno dell’installazione, tre membri de Lo Zoo, gruppo artistico multidisciplinare fondato dallo stesso Michelangelo Pistoletto l’anno precedente, svolgevano azioni performative suonando dei lunghi megafoni utilizzati come fossero trombe. Negli anni seguenti il Labirinto verrà riproposto in occasione di altre mostre, ogni volta adattato all’ambiente che lo ospita.
«Il labirinto è un luogo fortemente simbolico», così Pistoletto si esprimeva in una intervista rilasciata nel 2011 a Germano Celant, in occasione di una mostra alla Serpentine Gallery di Londra. «La leggenda del Minotauro sta a indicare il mostro che vive dentro di noi e la possibilità che tutti noi, in un certo momento delle nostre vite private della nostra vita collettiva, saremo costretti ad affrontare noi stessi. Il mio labirinto è fatto di cartone corrugato, un materiale flessibile che gli permette di assumere qualsiasi forma e di adattarsi a qualsiasi spazio. In un certo senso è come lo specchio che accoglie qualsiasi immagine. Si presenta come un elemento fisico che è allo stesso tempo fortemente legato all’immaginazione».
Attraverso le opere, si ricostruisce dunque anche l’itinerario di consapevolezza che ha gradualmente consentito all’artista di concepire «L’arte al centro di una trasformazione responsabile della società». Un cambiamento possibile, secondo Michelangelo Pistoletto, solo attraverso una reale pratica della democrazia che coinvolga i cittadini e le loro organizzazioni nei processi di trasformazione sociale responsabile. Ispirato da questo orientamento, Pistoletto ha costituito la sua fondazione, Cittadellarte, attiva come scuola a Biella dagli anni ‘90, e porta avanti da anni il progetto diffuso de “Il Terzo Paradiso”, a indicare il passaggio a un nuovo livello di civiltà planetaria, indispensabile per assicurare al genere umano la propria sopravvivenza.