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A Pescara, sei giovani artisti per ricordare il Maestro Gino Marotta
Arte contemporanea
di Giulia Fonzi
La Young Art Garage, attiva a Pescara dal 2017, alla scoperta dei giovani talenti provenienti dalle Accademie, inaugura un nuovo spazio per ampliare gli ambienti destinati a mostre, workshop, set fotografici e attività culturali di vario genere e aprirsi a inediti progetti creativi. Uno di questi è YAG Factory, un bando pubblicato lo scorso inverno e rivolto a curatori operanti in Italia con lo scopo di selezionare giovani autori per un periodo di residenza a Pescara. Il primo appuntamento dell’iniziativa curata da Ivan D’Alberto è (S)Confini – Gino Marotta e la nuova Scuola Molisana, una mostra nata dall’interazione tra i sei artisti molisani, Michele Peri, Antonio Tramontano, Ivana Volpe, Laura Fratangelo, Luciano Sozio e Gianmaria De Lisio, selezionati dal critico d’arte Tommaso Evangelista, e l’arte del Maestro Gino Marotta, scultore, pittore e designer anch’egli di origini molisane, scomparso nel novembre 2012.
Per facilitare il dialogo creativo tra i residenti, la galleria ha ospitato due sculture, una ceramica, sette opere grafiche e due scatole in metacrilato a parete del Maestro. Un cammeo prezioso del molisano, dalle famose sagome in perspex ispirate al mondo della natura, alle incisioni degli anni Ottanta realizzate dopo l’abbandono dei materiali plastici e industriali. Gino Marotta definiva con meticolosità i confini plastici dei suoi oggetti, giocando contemporaneamente con il concetto stesso di confine, pensato come luogo dalle molteplici sfaccettature: mai pieno o vuoto, mai luce o ombra, mai realtà o sogno. La combinazione creativa di questi elementi si traduceva infine in lotta contro i pregiudizi culturali e geografici spesso associati al suo Molise.
Facendo leva su tali presupposti, legati in specie alle collettive cui Gino Marotta partecipò negli anni Ottanta Il perimetro del Vento e I margini del segno, incentrate sulla decostruzione dello spazio, il curatore Tommaso Evangelista ha coinvolto i sei artisti, per omaggiare il Maestro e ripensare l’idea di confine, in occasione del progetto espositivo presentato da YAG a Pescara. Il risultato è una vasta gamma di sconfinamenti pittorici, grafici e scultorei. Una collezione di visioni personali sul limite, sul margine come linea di demarcazione, di riflessioni su un tratto che oltre a dividere è capace anche di unire e divenire punto d’incontro.
Laura Volpe mette in mostra la crepa, quella ferita profonda che si apre nell’animo umano e che necessita di essere sanata. Luciano Sozio abbozza su carta ritratti di uomini e di figure protoumane senza badare a perfezionismi e alla bellezza classica del finito, abbracciando il confine invisibile tra astratto e figurativo. Con l’installazione ambientale di Michele Peri ci apriamo alla commistione di oggetti scultorei, steli metallici dall’estetica onirica e lastre specchiate incastrate ad arte tra loro. Lo spettatore è qui chiamato a interagire con l’opera ed essere testimone attivo del propagarsi dello spazio. Antonio Tramontano compone quadrati cromatici all’interno dei quali è possibile scorgere segni, presenze, oggetti che oltrepassano i limiti del supporto, mentre Laura LUVI Fratangelo utilizza la tecnica pittorica per tracciare i contorni poetici della bellezza umana. Con Gianmaria Victor De Lisio, infine, tocchiamo l’abisso delle dinamiche conflittuali e interiori della mente per aprirci ad una finale svolta evolutiva.
(S)confini diventa così un pretesto per guardare al di là attraverso l’arte e la condivisione, per superare quei pregiudizi culturali che sedimentati nel tempo hanno fomentato il “complesso” del molisano.
Che siano queste le basi per la nascita di una vera scuola molisana, fuori dal Molise?