Nato nel 1919, in una famiglia della Venezia artigiana e operaia, cresciuto sotto la luce di Tiziano e Tintoretto, ferito sulle colline del Piemonte durante la Resistenza, artista del segno rapido e profondo. Irrequieto nella sua ricerca, lucido nell’afferrare i sentimenti emergenti dei tempi vissuti, Emilio Vedova, scomparso il 25 ottobre 2006, è stato una delle personalità più affascinanti che hanno attraversato il fecondissimo Novecento italiano e a lui sarà dedicato un nuovo museo, di prossima apertura nella città lagunare. Un ambizioso progetto internazionale, per dare continuità alle iniziative promosse in occasione del centenario della nascita di Vedova, coronate con la grande mostra a Palazzo Reale di Milano (qui il nostro approfondimento).
A comunicare la notizia, la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, istituita dal Maestro e dalla moglie, che ha annunciato anche l’ingresso nel Consiglio di Amministrazione di Philip Rylands, insigne storico dell’arte e curatore, già direttore, per circa 30 anni, della Peggy Guggenheim Collection di Venezia.
«Proprio il lavoro svolto in questi anni ha portato alla luce la sua personalità plurima e incontenibile creando la necessità di aprire una seconda fase del nostro lavoro che consenta uno studio organico e contestuale del suo lascito artistico ed esistenziale, per portare ad una visione di insieme del suo lavoro e lasciarla all’interpretazione delle future generazioni», ha spiegato il Presidente della Fondazione, Alfredo Bianchini. E non poteva esserci timing migliore, visto che Dalla parte del naufragio, docufilm di Tomaso Pessina e prodotto dalla Fondazione stessa, è stato inserito nella shortlist di cinque finalisti per i Nastri d’Argento.
L’intento del nuovo Museo Vedova sarà quello di raccontare le diverse sfaccettature della personalità dell’artista, attraverso le sue opere, «un arcipelago di isole e di atolli in diversi mari». Un progetto articolato anche al di là dell’episodio della mostra, che consentirà di studiare e presentare, in maniera coordinata e metodica, le varie esperienze vissute da Vedova e la sua arte. «Di qui l’idea e l’impegno di dar vita al progetto del Museo Vedova, in cui esposizione permanente, mostre temporanee, attività scientifiche e didattiche ed utilizzo delle nuove forme di comunicazione digitale, consentiranno di render pienamente conto della poliedrica e pluridimensionale visione del mondo di Vedova», spiegano dalla Fondazione.
La sede sarà quella del Magazzino del Sale, usato dallo stesso artista come studio, nella prima metà degli anni ’70? Qui, la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, su progetto di Renzo Piano, ha già aperto un complesso e dinamico spazio espositivo, affidato alla cura artistica e scientifica del compianto Germano Celant e, attualmente, di Fabrizio Gazzarri, direttore della Collezione e dell’Archivio. Da giugno 2010, grazie al restauro dello Studio del Maestro, realizzato sempre sotto la supervisione di Renzo Piano, la Fondazione ha inoltre inaugurato lo Spazio Vedova, una nuova sede multifunzionale in grado di accogliere eventi di carattere non solo espositivo.
In attesa di ulteriori dettagli, dal 5 settembre, nel museo Rainer di Baden, Vienna, è in programma l’esposizione “Emilio Vedova – Arnulf Rainer. Titian schaut (Tiziano sta guardando)”, a cura di Fabrizio Gazzarri e Helmut Friedel. Baden è stata ed è la stazione termale di Vienna qui Rainer, oggi novantaduenne, ha realizzato un suo museo, adattando una delle strutture termali. «Nel 2021 la mostra verrà riproposta tra il Magazzino del Sale e il cosiddetto Spazio Vedova, in una versione differente e aggiornata rispetto a quella viennese. Sarà poi allestita una mostra dedicata a Georg Baselitz, che così torna a Venezia dopo il 2019, quando, come si ricorderà, aveva curato la mostra di Vedova al Magazzino del Sale e aveva esposto alle Gallerie dell’Accademia. Si tratterà di un’esposizione di opere inedite a cui Baselitz sta lavorando proprio in questo periodo», ha proseguito il Presidente Bianchini.
Nei prossimi mesi vedrà, inoltre, sarà dato alle stampe un volume dedicato ad Annabianca, moglie del pittore e figura fondamentale nello sviluppo della sua personalità artistica. Dai molti documenti e dal ricco carteggio di Annabianca sarà disvelato un “Vedova in controluce”, in una rilettura della sua imponente figura attraverso aspetti meno noti.
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