Nell’Aula Magna prende corpo per due giorni il progetto Abyssal Creatures di Francesco Cavaliere, realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (2023) e prodotto da XING, con tappe esperienziali dell’opera a Porto, New York, Torino. Il maestoso spazio accademico viene infestato da tre enigmatiche figure di vetro soffiato da artigiani di Murano, una verde-acqua, la seconda arancione-terra e l’ultima giallo-sole. Sono presenze fantastiche e polimorfe che evocano una miriade di forme provenienti da spazi sotterranei e marini o aerei e galattici e da tempi che fluttuano liberamente nel passato e nel futuro. E sono di vetro, un materiale inorganico fragile e affascinante nelle sue trasparenze, che richiama antichi saperi artigianali che si perdono nella notte dei tempi.
Scorrendo il lavoro di Cavaliere colpisce il legame e il rispetto per la tecnica, in quanto poiesis, arte del fare da riattivare e meticciare con e nel presente. Il fare può esprimersi attraverso il recupero della tecnica del mosaico come attraverso apparizioni virtuali nel paesaggio visibili dal proprio smartphone, in un altalenare cronologico capace di dialogare con le vertiginose distanze della tradizione o della fantascienza.
Le sculture sono animate da un suono interno e misterioso, udibile se ci si avvicina, l’artista parla di un sussurro che si insinua nell’aria e attiva lo spazio e la percezione dello spettatore. Quei grandi oggetti diventano vasi contenitori, canali di comunicazione tra interno ed esterno, dagli abissi debordano nei luoghi della fruizione collettiva e del presente. Sono forzieri che dischiudono il suono, sono archivi magici dove sono racchiusi tutti i suoni del mondo, da quelli prodotti dagli oggetti, dalle cose, dalle persone, dagli animali, dalle piante, dagli agenti atmosferici in circostanze eccezionali o quotidiane, all’aperto o nel chiuso di una casa.
Le sculture non sono solo intese come statica installazione sonora, che potrebbe richiamare la tradizione favolistica della statua parlante, ma vengono letteralmente attivate dall’artista attraverso una performance: le opere sono infatti scomponibili e pezzi scultorei a forma di bacchetta o di peduncolo o altro diventano magicamente strumenti, producendo ciascuno un suono diverso a seconda della sua fattura e dell’abilità della voce camaleontica dell’artista.
Cavaliere ha la rara capacità di creare un’atmosfera sospesa nel tempo, trasportando l’ascoltatore in un mondo altro attraverso la dimensione della narrazione (una narrazione fatta di sorgivi geroglifici sonori) e della musica e del suono. L’artista ha una maestria particolare nella manipolazione e uso del suono, che diventa con la sua magia luogo di evocazioni, memorie, situazioni fantastiche, emozioni. Ha infatti inciso diversi dischi e anche questo progetto produrrà un LP per Xong collection. Ha anche scritto diversi libri d’artista che restituiscono il percorso progettuale e/o scrivono e disegnano una storia. Anche Abyssal Creatures confluirà in un libro d’artista per ViaIndustriae Publishing. Inoltre l’opera entrerà a fare parte del Museo d’Arte della Città di Ravenna.
L’artista, va ricordato, collabora spesso nei suoi progetti con altri artisti, artigiani, musicisti, scenografi creando un’opera che è la “summa” di diverse arti e che travalica confini e generi tradizionali, un’opera trasversale che vive nella contaminazione e nell’attivazione performativa e sonora. Quindi lo stesso artista è molte cose insieme, sfugge volutamente a categorizzazioni prestabilite e prevedibili, capace com’è di ibridare discipline, avvicinare scienza e arte con un senso di euristica ricerca, che approda al sogno, alla fantasia, al potere dell’immaginazione.
Il 7 marzo, Francesco Cavaliere ha raccontato la propria ricerca attraverso due lezioni per gli studenti, aperte al pubblico, alle 11 e alle 15, in Aula Perrone, all’Accademia di Belle Arti di Bologna.
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