18 giugno 2024

Addio a Barbara Gladstone: muore a 89 anni la mitica gallerista e art dealer di New York

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Si è spenta a 89 anni, al termine di una breve malattia, Barbara Gladstone, gallerista newyorchese visionaria ma con i piedi per terra: stimatissima art dealer, lanciò Jenny Holzer e Matthew Bartney

barbara gladstone

Art dealer tra le più influenti al mondo, Barbara Gladstone è morta domenica scorsa a Parigi, al termine di una breve malattia, a 89 anni. Nel corso della sua lunga carriera professionale, Gladstone era riuscita a stringere relazioni con gli artisti più importanti del momento, da Robert Rauschenberg a Keith Haring, da Joan Jonas a Matthew Barney, fino a Carrie Mae Weems, Ugo Rondinone e Arthur Jafa, tra i molti altri. Inaugurò la sua prima galleria a New York nel 1980, aprendo successivamente a Bruxelles, Los Angeles e Seul ma preferendo rimanere sempre focalizzati sul rapporto molto stretto con gli artisti, piuttosto che puntando su un’espansione incontrollata.

«Barbara era una leader visionaria che ha avuto un impatto indelebile sugli artisti con cui ha lavorato, sui suoi colleghi della galleria, sui suoi numerosi amici e sull’intero mondo dell’arte», si legge nel messaggio di cordoglio pubblicato dalla Galleria. «Barbara apprezzava soprattutto i suoi rapporti con gli artisti ed è rimasta la loro sostenitrice fino alla fine. Ha sostenuto gli artisti che hanno aperto nuove strade con il loro lavoro ed è stata al loro fianco mentre sviluppavano le loro pratiche, sottolineando che “Bisogna percepire nel lavoro di qualcuno la possibilità di longevità».

Nata nel 1934, Barbara Gladstone aveva iniziato a collezionare stampe perché erano ottenibili a prezzi inferiori rispetto alle opere d’arte realizzate con altri mezzi. Quindi decise di abbandonare l’insegnamento di storia dell’arte alla Hofstra University, per aprire, nel 1980una piccola galleria d’arte a Manhattan, che lei descriveva come «Delle dimensioni di una scatola da scarpe». In seguito si trasferì in uno spazio più grande a SoHo, dove iniziò a mostrare opere di artisti all’avanguardia e non ancora affermati, tra cui una performance estrema di Matthew Barney, nel 1991, nell’ambito di una mostra considerata oggi iconica, in cui l’artista con una imbracatura e un gancio da ghiaccio inserito nell’ano scalava le pareti della galleria. Tra gli artisti lanciati, Jenny Holzer, che inaugurò la prima galleria del 1980, e Richard Prince, rappresentato da Gladstone prima di unirsi alla mega-galleria Gagosian.

Installation View, Matthew Barney, at Gladstone Gallery, New York, 1991

Nel 1996, con le gallerie Matthew Marks e Metro Pictures, acquistò un grande spazio a Chelsea, quando il quartiere non era ancora diventato un distretto artistico, bissato poi nel 2002, con un’altra sede nella stessa zona. Negli scorsi anni era entrato nella società anche il gallerista Gavin Brown, in una partnership storica per il sistema dell’arte contemporanea, ma negli ultimi tempi Barbara si era parzialmente allontanata dalle attività: «Non vado più alle fiere d’arte. Se la passano benissimo senza di me. Ognuno ha sviluppato i propri rapporti con gli artisti, i propri rapporti con i collezionisti. Queste cose sono più grandi di una persona. Molto più grandi», aveva dichiarato in una intervista, pochi mesi fa.

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