Fondato nel settembre 2006, il PinchukArtCentre è uno dei più grandi centri di arte contemporanea dell’Europa centro-orientale. Con oltre 3 milioni di visitatori annuali, collaborazioni con artisti di fama internazionale e il sostegno di uno degli uomini più ricchi dell’est Europa, Victor Pinchuk, il centro ha istituito, nel 2009, accanto al più celebre Future Generation Art Prize rivolto all’arte contemporanea internazionale, il PinchukArtCentre Prize, premio biennale che individua e presenta al pubblico i giovani talenti artistici nazionali.
Intitolata “UNITED”, la mostra di quest’anno, curata da Ksenia Malykh e Oleksandra Pogrebnyak, riflette inevitabilmente il momento storico attraversato dall’Ucraina. I 18 artisti, scelti da una commissione indipendente tra più di mille candidati, raccontano le difficoltà e le sfide della guerra, la speranza di poterle superare e la voglia di ricostruire un futuro migliore. «Dopo l’invasione russa, abbiamo messo in pausa il progetto perché abbiamo sentito la necessità di virare verso una posizione più attivista. Abbiamo lavorato come una sorta di agenzia per mostrare al mondo l’arte contemporanea dell’Ucraina in un momento in cui ciascuna voce ucraina è importante», hanno dichiarato le curatrici in una intervista. Un impegno già dimostrato nei mesi scorsi con l’organizzazione di 20 esposizioni in tutta Europa, dalla Biennale di Venezia al Parlamento britannico, per documentare i crimini di guerra commessi dalla Russia, tra cui la mostra “Russian War Crimes”. Nel giugno 2022, inoltre, Victor Pinchuk e la moglie Olena misero all’asta una scultura di Jeff Koons proveniente dalla loro collezione personale: i proventi della vendita sono stati devoluti a favore della popolazione e dell’esercito ucraini.
Il titolo dell’esposizione, quindi, fa riferimento alla solidarietà che ha contraddistinto la popolazione ucraina dal momento dell’invasione russa, un’unità che lega anche gli artisti coinvolti, molti dei quali sono stati costretti a lasciare la nazione. Tra i lavori più interessanti, l’ultimo capitolo della trilogia famigliare di Nikolay Karabinovych, che vede la madre dell’artista suonare, con un organo immaginario, il Concerto for Organ, Timpani and Strings di Francis Poulenc. Troviamo poi le sculture stampate in 3D di Pavla Nikitina, che sceglie di rappresentare i bambini ucraini rifugiati mentre giocano a nascondino, e il video di Danil Revkovskiy e Andriy Rachinskiy, Steppe of Mickey Mouses. The Seekers, girato coraggiosamente nell’area di Kharkiv subito dopo l’attacco russo.
La mostra sarà visitabile fino ad aprile 2023, quando verranno annunciati i vincitori nel corso di una cerimonia ufficiale, con un primo premio dal valore di 370mila UAH, circa 10mila euro. Il vincitore verrà inoltre automaticamente incluso nella lista dei partecipanti al Future Generation Art Prize 2023 e il suo lavoro sarà presentato alla 60ma edizione della Biennale di Venezia. Un’iniziativa incoraggiante, che ci ricorda la potenza delle connessioni create dall’arte, il suo valore come strumento di reazione e rinascita e che dimostra al mondo, se ce ne fosse ancora bisogno, la forza e la tenacia del popolo ucraino.
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