20 dicembre 2024

Alessandro Roma, vestirsi di paesaggio: Lorenzo Balbi intervista l’artista

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In occasione della sua mostra al Museo Civico Medievale di Bologna, Alessandro Roma parla con Lorenzo Balbi delle idee di habitat e di paesaggio. Con un invito a perdersi nell'immaginazione

Alessandro Roma, Vestirsi paesaggio, Vedute di allestimento, Museo Civico Medievale, Bologna, 2024-2025. Foto Manuel Montesano, Courtesy l’artista
Alessandro Roma, Vestirsi paesaggio, Vedute di allestimento, Museo Civico Medievale, Bologna, 2024-2025. Foto Manuel Montesano, Courtesy l’artista

Fino al 2 marzo 2025, il Museo Civico Medievale a Bologna ospita Vestirsi paesaggio, la mostra dedicata ad Alessandro Roma, in collaborazione con CAR Gallery. Il progetto espositivo rientra in Art City Bologna 2025, il programma di mostre, eventi e iniziative promosso dal Comune di Bologna e dalla Fiera di Bologna in occasione di Arte Fiera.

Originario di Milano, Roma ha vissuto a lungo prima a Londra, poi a Bruxelles. Quindi, circa quattro anni fa ha deciso di trasferirsi a Faenza per dedicarsi a una ricerca artistica multidisciplinare che vede nella ceramica e nella pittura i linguaggi espressivi d’elezione. Un cambiamento di vita, quello di Roma, decisamente più in linea con il suo modo di sentire e fare arte. Il tempo in cui si muove l’artista è infatti sfumato, legato all’artigianalità, alla decorazione e alla manualità: metodi che non hanno nulla a che vedere con il dinamismo di una società contemporanea che guarda sempre più alla digitalizzazione.

Alessandro Roma, Vestirsi paesaggio, Vedute di allestimento, Museo Civico Medievale, Bologna, 2024-2025. Foto Manuel Montesano, Courtesy l’artista
Alessandro Roma, Vestirsi paesaggio, Vedute di allestimento, Museo Civico Medievale, Bologna, 2024-2025. Foto Manuel Montesano, Courtesy l’artista

In esposizione, nove opere di recente produzione, in dialogo con la collezione permanente del museo. In particolare, le sette sculture in ceramica posizionate su piedistalli in ferro, dal titolo Mask, rimandano a dei corpi la cui forma ceramica richiama frammenti di vasi/fioriere che una rigenerante e istintiva energia metamorfica, o un inatteso sortilegio straniante, va trasformando in maschere. I due abiti in tessuto disegnati dallo stesso artista, dipinti a tempera e associati sempre a ceramica smaltata, intitolati Dressing landscape, diventano sia quadro per le immagini che appaiono sul tessuto, sia dispositivi in grado di evocare il corpo, tramutandosi in una seconda pelle per la loro possibilità di essere indossati.

Al fine di approfondire la ricerca di Roma, la mostra è stata accompagnata da un’intervista del Direttore del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Lorenzo Balbi.

Alessandro Roma, Vestirsi paesaggio, Vedute di allestimento, Museo Civico Medievale, Bologna, 2024-2025. Foto Manuel Montesano, Courtesy l’artista
Alessandro Roma, Vestirsi paesaggio, Vedute di allestimento, Museo Civico Medievale, Bologna, 2024-2025. Foto Manuel Montesano, Courtesy l’artista

La tua mostra al Museo Medievale di Bologna segna a mio modo di vedere un punto impor-tante nella tua relazione con un territorio -quello emiliano-romagnolo- molto significativa per il tuo percorso artistico. Partirei da questo: cosa ti ha portato a scegliere questo contesto come tuo luogo di lavoro, quali sono i tuoi legami con Bologna e con questo luogo in particolare?

«Sono arrivato a Faenza quasi quattro anni fa, nel mezzo della pandemia. Una stanchezza direi “esistenziale”, da città dove avevo vissuto come Milano, Londra e Bruxelles, mi ha spinto a considerare la provincia italiana. Faenza mi aveva già accolto nel 2018 invitandomi a fare una personale al Museo Internazionale delle Ceramiche, colpendomi per la calorosa accoglienza. Conosco meno il territorio bolognese ed emiliano ma la Romagna, in questi anni, è diventata per me più famigliare. È un territorio ricco di storia e di sue unicità, di passaggi che hanno segnato il territorio anche culturalmente. Faenza, purtroppo, a mio parere, attraversa un momento assonnato e la vivacità degli anni passati mantiene viva la speranza per un nuovo ritorno. La vicinanza tra la Romagna e Bologna non l’ho respirata nella quotidianità romagnola, ma ho potuto vivere la città grazie a una personale alla galleria CAR di Bologna, il Premio Alinovi Daolio, un solo show ad Arte Fiera e ora questa personale al Museo Civico Medievale di Bologna».

Alessandro Roma, Vestirsi paesaggio, Vedute di allestimento, Museo Civico Medievale, Bologna, 2024-2025. Foto Manuel Montesano, Courtesy l’artista
Alessandro Roma, Vestirsi paesaggio, Vedute di allestimento, Museo Civico Medievale, Bologna, 2024-2025. Foto Manuel Montesano, Courtesy l’artista

Per tanti motivi ho pensato al tuo lavoro in relazione alle collezioni del Museo Medievale di Bologna: il tuo interesse nella ricerca di un equilibrio tra plasticità e colore, così come in alcuni preziosi bassorilievi che ancora conservano le cromie originali; la tua fascinazione per le forme naturali e la loro raffigurazione, molto presenti nei reperti medievali e nelle armi; la tua vicinanza ad alcuni materiali, come il tessuto, presenti nelle raccolte del Museo Medievale in alcuni veri capolavori come il piviale di San Domenico. In che misura questi temi saranno presenti in mostra e nella relazione tra le tue opere e le collezioni del museo?

«Mi sono posto con grande fascinazione di fronte alle forme della collezione del Museo Medievale. Ho visitato il museo più volte e, grazie alla disponibilità del conservatore Mark Gregory D’Apuzzo, ho potuto conoscere la storia del palazzo e della collezione, ma non ho voluto addentrarmi nel costruire relazioni con i singoli reperti. Ho preferito vivere il museo, come dicevi in precedenza, rintracciando forme familiari, concentrandomi su materiali con cui lavoro o che vorrei provare in futuro a manipolare. Con questa attenzione ho costruito un gruppo di forme in ceramica, chiamate maschere, e due abiti in tessuto dipinti, che immagino come presenze che possano abitare il museo».

Alessandro Roma, Vestirsi paesaggio, Vedute di allestimento, Museo Civico Medievale, Bologna, 2024-2025. Foto Manuel Montesano, Courtesy l’artista

In tante occasioni ho riflettuto riguardo al tuo rapporto con l’artigianalità artistica, alla tua fascinazione per le tecniche compositive, allo studio e al recupero di materiali e manualità che si vanno a perdere nella nostra contemporaneità ipertecnologica e sempre più determinata dalle intelligenze artificiali e dalla perdita di saperi manuali. Quanto ti interessa che questo aspetto emerga dalla tua produzione artistica, quanto determina gli esiti delle tue opere e come ti poni riguardo a questo dibattito pregnante per l’arte contemporanea?

«L’artigianato è un mondo per il quale provo un grande rispetto e ammirazione. La conoscenza attraverso la manualità e una sapienza della materia sono caratteristiche insite nell’artigianato e continuano ad avere una grande influenza e forse anche importanza, specie in un mondo segnato da una profonda digitalizzazione. Nello stesso tempo, quando le nuove tecnologie vengono integrate in questo ‘sapere’, danno vita a forme e conoscenze inaspettate. Come artista la presenza della mia manualità è essenziale nel risultato del lavoro, perché oltre a mettere in luce una soggettività tecnico/formale, trasforma in materia un pensiero sul mondo esterno. Le tecnologie hanno sempre affascinato e influenzato gli artisti, sia quando vengono utilizzate come linguaggio sia quando le si critica come una limitazione dell’espressività».

Alessandro Roma, Vestirsi paesaggio, Vedute di allestimento, Museo Civico Medievale, Bologna, 2024-2025. Foto Manuel Montesano, Courtesy l’artista

Vestirsi paesaggio è un titolo affascinante e ambiguo: mette insieme la sfera personale e privata di ognuno di noi nel concetto di abito/habitat unita a quella collettiva e universale del paesaggio. So che spesso con le tue opere hai attraversato e intersecato questi temi, cosa in-tendi comunicare al pubblico con questo titolo? Cosa vorresti che sapessimo prima di entrare nella tua mostra? Ha forse anche questo elemento un’attinenza diretta con le collezioni del Museo Civico Medievale con cui sei entrato in dialogo?

«La lettura che hai dato al titolo mi ha felicemente sorpreso, perché potrebbe racchiudere il mio lavoro da quando gli interni domestici erano il soggetto della mia ricerca fino a oggi, dove il paesaggio fa da protagonista. Il titolo è composto da due parole che a prima vista non sembrano legare. In effetti una richiama un’azione/relazione con il proprio corpo/pelle, per questo alcune opere all’interno della mostra sono indossabili e lo saranno in situazioni performative. La seconda, paesaggio è forma colore, simbolo, decorazione e come dici tu è un concetto collettivo e universale. Forse vorrei che il visitatore si svestisse delle proprie abitudini per indossare attraverso i sensi nuove esperienze. In fondo è l’approccio che ho avuto le volte che ho visitato il museo, dove ricche stratificazioni culturali, simboliche e formali coesistono».

Alessandro Roma, Vestirsi paesaggio, Vedute di allestimento, Museo Civico Medievale, Bologna, 2024-2025. Foto Manuel Montesano, Courtesy l’artista

Il tuo è un lavoro denso di simboli e rimandi: dalla letteratura, al mito, alla storia dell’arte più o meno recente. Osservando le tue opere si viene trasportati immediatamente su altri livelli di comprensione, si accede ad un confronto iconografico con la propria memoria e conoscenza ma probabilmente molto rimane non percepito o non visto. Ti andrebbe di darci una panoramica delle tue fonti? Come ti relazioni con le immagini / le suggestioni di partenza? Quanto ti interessa che la consapevolezza dei tuoi temi arrivi al pubblico?

«Tutto ciò che fa “opera” è la sua presenza. Se questa presenza riesce a risuonare, allora significa che si apre uno spazio in cui lo spettatore è inaspettatamente invitato a entrare. Non credo sia così importante che l’artefice espliciti le sue fonti, a fare questo ci sono i critici, gli storici e nel mio caso, se dovessi esplicitare le mie fonti sarebbe un compito arduo: amo i luoghi come biblioteche e musei, e li attraverso e vivo come se fossero paesaggi. Li visito ripetutamente, mi soffermo sui dettagli, attendo inaspettate scoperte che si presentano così come nelle biblioteche attraverso libri, anche nei musei, ritorno anche per un solo lavoro, o per studiare un singolo particolare. Più che citare una lista di fonti, che sarebbero tantissime, preferisco soffermarmi sull’esperienza dello sguardo e invito il visitatore a fare la stessa cosa, lasciarsi andare liberamente alla percezione è la cosa che mi interessa di più. Il mio è un invito a perdersi, ma non nella ricerca delle fonti, ma nelle forme dell’immaginazione!».

Alessandro Roma, Vestirsi paesaggio, Vedute di allestimento, Museo Civico Medievale, Bologna, 2024-2025. Foto Manuel Montesano, Courtesy l’artista
Alessandro Roma, Vestirsi paesaggio, Vedute di allestimento, Museo Civico Medievale, Bologna, 2024-2025. Foto Manuel Montesano, Courtesy l’artista
Alessandro Roma, Vestirsi paesaggio, Vedute di allestimento, Museo Civico Medievale, Bologna, 2024-2025. Foto Manuel Montesano, Courtesy l’artista

[Introduzione di Manuela Valentini, intervista di Lorenzo Balbi]

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