Il prossimo 15 agosto Magazzino Italian Art, a Cold Sping (NY), nell’ambito di “Cinema in Piazza” presenterà in prima assoluta il nuovo film di Andrea Mastrovito I Am Not Legend (2020), vincitore dell’Italian Council 2019 (VI edizione) con Casa Testori, e sequel di NYsferatu – Symphony of a Century (2017).
Da lì partirà un tour mondiale che toccherà Lussemburgo, Austria, Canada, Irlanda, di nuovo Stati Uniti, Polonia, Sudafrica e altri Paesi.
Dal 26 settembre il film sarà presentato in Italia con la mostra “Io non sono leggenda” al Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni, a Pistoia, che, posticipata a causa della pandemia, ripercorrerà la ricerca di Andrea Mastrovito negli anni più recenti, in particolare attorno alla figura dell’antieroe.
I Am Not Legend, della durata di 1h12’ e di cui potete trovare il trailer qui sotto, «è stato realizzato stampando in dimensione A4 tutti i fotogrammi de Night of the Living Dead (1968, uscito in Italia con il titolo La notte dei morti viventi, ndr) di George Romero e intervenendo su ogni foglio con la pittura bianca al fine di cancellare la presenza degli zombie dal film originale. Ottenute oltre 100mila tavole, sono state in seguito digitalizzate e rimontate seguendo la nuova sceneggiatura creata dall’artista che ha utilizzato migliaia di citazioni tratte da un centinaio di celebri film, romanzi e canzoni.
A completare l’opera, la colonna sonora originale è realizzata da Matthew Nolan e Stephen Shannon, con il contributo per le musiche di apertura e chiusura di Maurizio Guarini, autore, insieme ai Goblin, delle musiche originali dei film Profondo Rosso (1975), Suspiria (1977) e L’Alba dei Morti Viventi (1978)», si legge nel comunicato stampa.
Come è nato il progetto I Am Not Legend, che, presentato con Casa Testori, ha vinto il bando dell’Italian Council 2019? Quanto è durato il processo di realizzazione e come è avvenuto?
«Nel 2017 ho realizzato, dopo tre anni di lavoro e 35.000 disegni, il mio primo lungometraggio animato, NYsferatu – Symphony of a Century. La fatica era stata tale che non avrei mai più pensato di rimettermi al lavoro su un nuovo film. Per scherzo mi dissi “Piuttosto che ridisegnare un intero film, potrei cancellarlo…si farebbe molto prima.”
Quella fu la prima scintilla.
La seconda arrivò durante una pizza con Matthew Nolan, compositore dublinese, a New York. Mi disse di aver già pronta una nuova colonna sonora per Night of the Living Dead di George Romero e, parlandone, emerse il fatto che il film era privo di copyright. Bingo! Musica e film da manipolare erano stati trovati, mancava solo il budget. Decisi quindi di provare – con successo – con quella fantastica iniziativa che è l’Italian Council.
In un anno – e oltre 100mila fotocopie ri-dipinte a mano – il film è pronto, grazie anche al contributo di società professioniste del mondo del cinema, Sample di Milano per quanto riguarda il doppiaggio e il sound design, Yanzi di Bergamo, che si è occupata del montaggio e del coloring. È stata fondamentale anche la partecipazione speciale di Maurizio Guarini dei Goblin, che ha scritto i pezzi per i titoli di apertura e di chiusura.
In breve, questo nuovo film rappresenta il sequel di NYsferatu e se nel mio primo lungometraggio raccontavo le dinamiche che portavano alla caduta verticale della nostra società, in I Am Not Legend metto in scena la distruzione totale dell’identità – e della memoria – successive alla caduta, attraverso la cancellazione con la pittura bianca di tutti gli zombie – e, man mano, dei vari personaggi – e grazie a una nuova sceneggiatura».
La realizzazione del film era ancora in corso allo scoppio della pandemia. Gli eventi di questi mesi hanno influito sulla struttura del progetto?
«Sì, assolutamente. Nel mese di marzo mi sono ritrovato fra i due focolai più terribili del pianeta, Bergamo e New York. Per questa ragione, nel prologo, entrambe le città appaiono immobili in una serie di riprese di vie deserte e abbandonate.
Ma ciò che più è cambiato, nel progetto, è stata la chiave di lettura della nuova sceneggiatura perché, pur rimanendo invariata, ha acquisito una valenza completamente nuova. I miei personaggi parlano solamente attraverso citazioni tratte da centinaia di film, romanzi, canzoni, tutte molto famose e spesso riconoscibili. Volevo raccontare la spersonalizzazione dell’individuo, il “copia/incolla” o il “condividi” dei social network che uniformano il pensiero e la memoria. Pian piano, durante i mesi chiusi in casa, mi sono reso conto che tutte quelle citazioni, così immediatamente riconoscibili, rappresentavano una sorta di “memoria collettiva” del nostro tempo, della nostra generazione, qualcosa in cui ognuno poteva identificarsi. E il bianco utilizzato per cancellare gli zombie, da nebbia dell’oblio era diventato metafora dello schermo (bianco) dei sogni di Kurt Lewin, ovvero il punto da cui tutto può (ri)nascere».
Il film sarà presentato in anteprima assoluta il 15 agosto a Magazzino Italian Art, istituzione che durante la pandemia ha supportato otto artisti italiani residenti a New York con il progetto “Homemade” e che ora ne mostra gli esiti artistici nell’omonima collettiva. Primo museo a riaprire nell’area di New York, Magazzino Italian Art ha avviato ora il progetto “Cinema in Piazza”, in cui sarà presentato I Am Not Legend. Che cosa significa, secondo te, aver potuto contare sul supporto di un’istituzione durante il lockdown e ora, in fase di ripartenza?
«Non esagero se dico che il supporto di Magazzino Italian Art è stato letteralmente straordinario a ogni livello: artistico, intellettuale, morale, organizzativo, persino economico. È raro trovare, nel mondo dell’arte, tanta professionalità unita a un’attenzione e un’umanità tali. Penso che, oltre al film, il progetto realizzato per “Homemade” – accompagnato da incontri collettivi online a cadenza settimanale – sia stato l’unico punto fisso per me e per gli altri artisti coinvolti, in mezzo a un oceano di incertezza, sia a livello lavorativo che personale (che poi spesso coincidono)».
In Italia il film e i disegni saranno presentati il 26 settembre nella personale al Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni, a Pistoia, e l’opera entrerà nella collezione permanente del museo. Puoi già anticiparci qualcosa sul percorso espositivo?
«Sì, io e il curatore, il direttore di Casa Testori, Davide Dall’Ombra, che è prima di tutto un caro amico, ci stiamo lavorando. Avremo una parte del primo piano del museo e tutto il secondo, circa dodici grandi stanze. Stiamo costruendo un percorso che racconti le origini sia di I Am Not Legend che di NYsferatu. Ci saranno alcune opere realizzate in passato (anche recente, come gli intarsi presentati alla Fondation Bullukian in occasione della 15.ma Biennale di Lione), altre realizzate ad hoc e lo studio approfondito di alcune tematiche ricorrenti nel mio lavoro.
È una sorta di “autoanalisi” che mi sorprende ogni giorno di più e non vedo l’ora di installare il tutto! Il catalogo, invece, si focalizzerà sul film, che verrà ripresentato sotto forma di fotoromanzo, completato dagli importanti contributi di Leora Maltz-Leca, Stefano Raimondi, Stefano Leonforte e dallo stesso curatore della mostra».
Lo scorso marzo con oltre 250 disegni del film hai realizzato, in completa autonomia, una raccolta fondi a sostegno del centro sanitario Don Orione di Bergamo. Vuoi ricordarci gli esiti?
«Abbiamo evitato la morte di dozzine di persone.
A volte l’arte può davvero salvare la vita.
Ma c’è ancora molto da fare ancora…».
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