Animal Among Animals, per un’arte (e un’esistenza) antispecista

di - 24 Ottobre 2022

Visitabile presso gli spazi della Galleria Regionale d’Arte Contemporanea Luigi Spazzapan, a Gradisca d’Isonzo, “AA ANIMAL AMONG ANIMALS towards the world to come – ANIMALE TRA ANIMALI verso il mondo che verrà”, è il titolo della mostra collettiva, curata da Gabi Scardi in dialogo con Lorenzo Michelli, che presenta le opere e gli interventi di Camilla Alberti, Luchezar Boyadjiev, Manuela Braunmüller, Emma Ciceri, Sarah Ciracì, Regina Josè Galindo, Igor Grubić, Yolande Harris, Patrick Lopez Jaimes, Elena Mazzi, Jo-Anne McArthur, Natalia Molebatsi, Liliana Moro, Adrian Paci, Isabella Pers, Tiziana Pers, Laura Pozzar, Nada Prlja, Caterina Shanta, Giuseppe Stampone / Dom Mimì, Marie Voignier; progetti di MAC Milano Animal City, ANIMOT.

L’esposizione è stata sviluppata nell’ambito di RAVE East Village Artist Residency, meta-progetto ideato dalle artiste Isabella e Tiziana Pers insieme a Giovanni Marta che, dal 2011, lavora sulle definizioni dei ruoli e delle responsabilità dell’arte contemporanea in relazione all’alterità biologica e ambientale, da una prospettiva antispecista, promuovendo una serie di progetti sperimentali e multidisciplinari, tra arte, filosofia, scienza, architettura e attivismo. A raccontare la mostra “AAA Animal Among Animals”, una intervista a più voci, condotta dal curatore Claudio Libero Pisano con Gabi Scardi e RAVE East Village Artist Residency.

Claudio Libero Pisano Animale tra gli Animali è un progetto ambizioso, che vede gli artisti esprimere un punto di vista fermo sul rapporto con gli animali, estendendo l’azione dell’arte al mutare possibile dello sguardo – quindi delle azioni – su un mondo che vive ormai di emergenze. Perché proporre una mostra così schierata?

Gabi Scardi «Nell’epoca attuale – con una crisi profonda che annuncia grandi cambiamenti – è fondamentale dare spazio a figure in grado di perorare nuovi possibili modi di vivere. Pensiamo che tra queste figure ci siano degli artisti. La mostra AAA presenta figure il cui lavoro investe uno dei temi cruciali del presente: l’animalità, e il rapporto che con essa l’essere umano intrattiene. Abbiamo voluto una mostra orientata, chiara, diretta – anche se non univoca, perché ognuno degli artisti parla con la propria singolarissima voce; capace di evidenziare il tragico dentro il quotidiano; ma anche vitale perché l’importante è mettere in moto pensieri, idee, nuovi, più equi modelli di convivenza».

RAVE «Come metaprogetto RAVE dal 2011 lavoriamo sul rapporto tra arte contemporanea e questione animale a partire dal dato esperienziale di condivisione di spazio e tempo con animali salvati dal mattatoio. Cerchiamo una prospettiva intersezionale, laterale, diversa, aprendo il dibattito sulle possibilità di una decostruzione di quel pensiero dominante antropocentrico, ma anche patriarcale, oppressivo e coloniale (e via dicendo) che sta mostrando il suo volto più cupo.

Quindi RAVE propone una posizione e un contesto specifici, una sorta di terreno comune aperto dove dialogare e soprattutto sperimentare, in particolare per ciò che concerne gli immaginari. La processualità di ogni progetto in quanto tale, però, segue dinamiche proprie, pertanto la stessa mostra è composta da una costellazione di sensibilità. L’idea di RAVE è stata quella di selezionare opere che per la loro natura si interrogano e interrogano lo spettatore sulle diverse possibilità di mondo riguardo alla relazione con l’animalità, nella sua più ampia pluralità di sfaccettature.

Se l’arte ha sempre anticipato futuri e dinamiche, allora oggi più che mai è urgente proporre pratiche in grado di precorrere scenari nuovi, abbandonando quei modelli anche estetici che non possono più corrispondere alla nostra (co)esistenza come specie in relazione al resto dei viventi».

AAA Animal among Animals, veduta della mostra, Galleria Spazzapan, Sarah Ciracì, Patrick Lopez Jaimes, Igor Grubic, photo Aurora Olivo I Cinque Soli

CLP Nella mostra ci sono artisti con poetiche anche molto diverse tra loro, eppure sembrano tutti molto coesi sul tema proposto. E ancora possibile pensare che larte esprima un punto di vista capace di contribuire a cambiare lo stato delle cose?

GS «Gli artisti hanno in sé, e trasmettono, il senso di una complessità irrinunciabile. Il loro messaggio va al di là della facilità e del consumo immediato. È questo a rendere la loro presenza necessaria e decisiva per la società: essa si oppone, in modo implicito o esplicito, ad atteggiamenti superficiali o distratti che portano, tra l’altro, al consenso passivo riguardo a norme di comportamento e abitudini inadeguati rispetto al mondo che cambia, anche in termini di sensibilità.

Per quanto concerne la mostra, le scelte curatoriali sono state indirizzate verso artisti interessati al tema dell’animalità e mossi dal bisogno di pronunciarsi a favore di un principio di convivialità e di coesistenza. Non è stato difficile individuarne. La sensibilità per la questione si inserisce a pieno titolo nell’ambito di una riflessione critica, sempre più urgente, riguardante le pressioni a cui l’ecosistema è stato sottoposto. L’instabilità che il nostro tempo si trova a dover affrontare si sta infatti manifestando nella sua cogenza. Se la pandemia ha messo a nudo la vulnerabilità umana, la violenza del cambiamento climatico in atto ha posto la nostra specie davanti alle proprie responsabilità verso ogni abitante del pianeta, umano e non. In questo scenario, che ci ha portati a esperire i limiti dell’agire antropocentrico, la connessione tra animali umani e non umani diventa centrale. Gli artisti che, a partire da questi temi, hanno saputo sviluppare opere forti e convincenti sono molti.

Tutti loro si rendono conto del fatto che il tipo di relazione che vogliamo ridisegnare, la capacità di riconoscere l’altro non come oggetto da trattare, ma come soggetto senziente da rispettare, contribuirà a decretare le nostre sorti condivise. Essi ritengono che le responsabilità umane e anche le responsabilità politiche dell’individuo non possano che confluire nella pratica artistica, insieme a istanze e inclinazioni di volta in volta diverse che caratterizzano la poetica di ognuno. Le opere in mostra, realizzate a partire da idee e da corredi linguistici diversi, convergono in questa consapevolezza e contribuiscono a esplorare possibilità alternative nel presente».

AAA Animal among Animals, veduta della mostra, Galleria Spazzapan, Tiziana Pers, Igor Grubic, photo Aurora Olivo I Cinque Soli

CLP È diventata sociale la riflessione sul consumo di carne e sugli allevamenti intensivi, sull’urgenza di un nuovo orientamento alimentare fondato sulla relazione piuttosto che sulla sopraffazione. Eppure la questione ha investito poco il dibattito artistico contemporaneo. Quanto servono esperienze come RAVE al mondo dellarte?

RA «RAVE, da ciò che sappiamo, al momento è l’unica realtà di questo tipo a porsi interrogativi sul tema con tali modalità. Quando abbiamo iniziato sembrava un progetto folle, in particolare perché alcuni argomenti che riguardano la quotidianità ruotano attorno a dei punti molto sensibili, quasi dei tabù (ancora oggi non del tutto superati), a maggior ragione nel tempio dell’arte dove in nome della libertà della ricerca ogni gesto è concesso all’artista-demiurgo. Si tratta di nodi chiave della nostra relazione con il resto dei viventi, e ciò che abbiamo fatto è stato guardarli da vicino anziché relegarli al di là delle comuni contingenze, dove è stata normalizzata la struttura di sfruttamento, dove miliardi di individui rimangono chiusi in ermetiche scatole nere, sottratti ai nostri sguardi.

Ovviamente tutto questo ha a che fare non soltanto con l’etica ma di pari passo anche con l’estetica del nostro tempo, con le forme di indagine, con la necessità di interrogarsi sull’alterità assoluta, con la naturale paura del mutamento di abitudini consolidate, e la tensione verso il tempo che verrà.  Le artiste e gli artisti che invitiamo a RAVE non sempre lavorano o hanno già lavorato sulla questione animale, ma se accettano di prendere parte al metaprogetto è perché nutrono un grande interesse per il tema.

Riteniamo che aprire uno squarcio possa essere utile e importante, perché se da un lato stiamo assistendo a molte mostre che ruotano attorno ad altri temi cruciali, sulla questione animale c’è ancora tanta strada da fare. Altri mutamenti, come sottolinei, sono già in atto. E guardare alle cause e agli effetti, alle nuove geografie sociali, alle spinte che si stanno delineando come rivoluzioni deflagranti, è una modalità che non può più essere messa in attesa».

AAA Animal among Animals, veduta della mostra, Galleria Spazzapan, Nada Prlja, Luchezar Bojadiev, photo Aurora Olivo I Cinque Soli

CLP Per esperienza diretta posso affermare che chi entra in relazione con RAVE non resta neutro. Artisti, curatori, e in generale il mondo scientifico culturale che RAVE ha coinvolto, sono in qualche modo cambiati dopo la conoscenza ravvicinata col mondo da loro proposto. Può unidea di militanza inclusiva, non respingente, rappresentare unalternativa allisolamento e alla frammentazione del sistema artistico degli ultimi decenni?

GS «Il ventesimo secolo ha visto revisioni fondamentali dell’arte e del suo ruolo nella società. Uno dei più recenti e radicali è lo slittamento dalla rappresentazione all’azione diretta; RAVE esprime in pieno questa tendenza e, con modalità inedite, di grande rigore, la porta nel campo dei diritti animali con l’intenzione esplicita di generare un cambiamento. Lo fa a partire da un impegno diretto, di portata eccezionale, sulla base della convinzione che sia possibile un vivere diverso; guardando agli animali non soltanto come a qualcosa da consumare. Sottesa a questa idea c’è una più ampia idea di riabilitazione dell’essere umano, sottratto all’atteggiamento vorace che acceca e spinge a un consumo inconsulto. In questo senso RAVE, con la sua radicalità, non offre facilitazioni illusorie.

D’altra parte, oltre a sostenere queste idee, RAVE le mette in pratica, e in ogni sua manifestazione si avvertono uno slancio, un senso di condivisione, un contagioso atteggiamento di generosità che ne fanno non solo un’esperienza coinvolgente per chi partecipa, ma un esempio di convivio. Si tratta sicuramente di situazioni paradigmatiche, antitetiche rispetto alla frammentazione del sistema artistico e della vita sociale più in generale, destinate a restare nel bagaglio di esperienza di coloro che le vivono. Credo che, insieme alla convergenza tra arte e attivismo, anche questo debba essere considerato parte integrante dell’approccio artistico di Tiziana e Isabella Pers».

AAA Animal among Animals, veduta della mostra, Galleria Spazzapan, Luchezar Bojadiev, Isabella Pers, photo Aurora Olivo I Cinque Soli

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