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ANM e Accademia di Napoli insieme, per il restauro delle Stazioni dell’Arte
Arte contemporanea
di redazione
Un banco di prova per il restauro, tanto più se si tratta di case study: l’Accademia di Belle Arti di Napoli e ANM – Azienda Napoletana Mobilità hanno rinnovato la convenzione di alta formazione che li vede in partnership dal 2006 e che prevede lo studio, il monitoraggio, la manutenzione e il restauro delle opere esposte nella grande collezione d’arte contemporanea diffusa tra le fermate della Metropolitana. La firma è avvenuta in occasione del convegno “Le Stazioni dell’Arte di Napoli: Conservazione, Didattica, Ricerca e Terza Missione”, a cura di Giovanna Cassese e Maria Corbi ospitato nell’Aula Magna dell’Accademia napoletana.
L’iniziativa delle Stazioni dell’Arte fu avviata col il coordinamento di Achille Bonito Oliva e oggi conta circa 200 opere realizzate da alcuni tra i più influenti e conosciuti autori contemporanei, come Mimmo Paladino, Jannis Kounellis, Sol LeWitt, Michelangelo Pistoletto, William Kentridge, Michal Rovner. In molti casi si tratta di installazioni di grandi dimensioni, inserite in un contesto suggestivo, peraltro progettato da archistar come Alvaro Siza e Gae Aulenti. «Le Stazioni dell’Arte sono un Museo Obbligatorio – ha sottolineato Achille Bonito Oliva presente al convegno – cosa che spiega tutto, a Napoli si è sviluppata questa politica che mette in evidenza il concetto di arte come viaggio involontario e la cosa interessante è proprio abbinare l’idea di museo all’idea di fermata. Le Stazioni dell’Arte sono un massaggio del muscolo atrofizzato della sensibilità collettiva e si è obbligati ad assorbire l’estetica diffusa dell’opera».
Se l’esposizione “totale” di questo patrimonio al pubblico rappresenta un unicum “museale”, notevoli possono essere i fattori di stress ambientale. La collezione richiede dunque cure costanti e specifiche, per la sua fruizione e per la trasmissione alle generazioni future, nonché strategie di educazione e divulgazione articolate, sollecitando un rapporto attivo con il pubblico eterogeneo dei suoi fruitori.
La rinnovata convenzione tra ANM e Accademia per il restauro della collezione della Metropolitana si propone dunque come esempio di cooperazione che valorizza sia la formazione dei giovani allievi dell’Accademia sia l’azione sinergica di professionalità diverse e si offre come punto di partenza per una più ampia cooperazione istituzionale tra Amministrazione Pubblica, Enti del MIUR e Enti del MiC, oggi sempre più essenziale e strategica per la salvaguardia, la trasmissione al futuro e la valorizzazione culturale di questo patrimonio pubblico cittadino, anche nell’ottica della Convenzione di Faro.
Per la gestione di un patrimonio artistico di tale rilevanza, ANM si è dotata di un ufficio con figure professionali interne specializzate nel settore storico-artistico, che opera in dialogo con gli uffici tecnici della metropolitana, poiché la connessione di queste opere site specific con le infrastrutture delle stazioni è strettissima. D’altro canto, l’Accademia vanta un corso di Diploma Accademico di II livello in Restauro dal 2011 che rilascia, contestualmente alla laurea magistrale, anche il titolo abilitante di Restauratore di Beni Culturali, riconosciuto dal MiC.
«La convenzione tra Accademia e ANM è stata, e sarà, un’esperienza davvero unica e preziosa di incontro con l’arte contemporanea e di formazione per i nostri studenti per la complessità di temi e di poetiche delle oltre duecento opere di artisti diversi presenti nelle stazioni e le problematiche di conservazione paradigmatiche che esse pongono», ha dichiarato Giovanna Cassese, Coordinatrice scientifica attività in Convenzione con ANM. «La Convenzione rappresenta una grande occasione di didattica, Ricerca e Terza Missione per tutta l’Accademia ed un modello di best practice, che è divenuto archetipo da tempo in ambito internazionale. L’Accademia è fiera di contribuire fattivamente e in sintonia con ANM alla salvaguardia, conservazione e valorizzazione di questa raccolta unitaria di arte pubblica site specific e patrimonio identitario della città di Napoli».