In un momento in cui il mondo dellâarte dĂ prioritĂ a viewing room e a mostre digitali, Galleria Anna Marra (Roma), Galleria Montoro12 (Roma â Bruxelles) e Galleria Nosco (UK â Francia) aprono una sede curatoriale fisica condivisa a Bruxelles, chiamata BubbleânâSqueak. Abbiamo intervistato i titolari delle gallerie per saperne di piĂč.
In cosa consiste il progetto di BubbleânâSqueak?
«BubbleânâSqueak eÌ un nuovo progetto nato dalla convergenza di vedute sullâarte contemporanea di tre gallerie, Galleria Anna Marra, Gallery Nosco e Montoro 12 Gallery, con sedi in tre diverse cittaÌ europee, per sperimentare la gestione condivisa di uno spazio curatoriale che sia una finestra sulle ricerche internazionali piuÌ innovative.
Abbiamo in programma di ospitare almeno tre curatori noti a livello internazionale ogni anno, insieme ai quali condivideremo la realizzazione di altrettanti progetti espositivi a cui alterneremo mostre presentate insieme dalle singole gallerie, mantenendo cosiÌ le nostre identitaÌ».
Come vi eÌ venuta questa idea?
«Lâidea eÌ nata dalla certezza che, in particolare in questo momento, sia necessario sfruttare tutte le sinergie che possono derivare dalla collaborazione tra gallerie con unâofferta culturale e artistica fortemente complementare, per offrire al pubblico un piuÌ ampio sguardo su quel che accade nel mondo dellâarte contemporanea».
Quali sono i punti di contatto tra le vostre gallerie che vi hanno spinto a questo progetto condiviso?
«CioÌ che ci accumuna eÌ il forte interesse per la ricerca di espressioni artistiche non confinate al proprio ambito geografico, indagando giaÌ ciascuno di noi su filoni dellâarte contemporanea quali lâarte afroamericana, quella mediorientale e la latinoamericana. Avevamo del resto giaÌ iniziato a condividere alcuni artisti pur rimanendo nelle nostre location. Certo, per un progetto di questo genere eÌ fondamentale trovarsi bene prima di tutto come persone».
Quali sono le caratteristiche di questo nuovo spazio espositivo?
«Lo spazio eÌ di circa 350mq, si trova a ridosso del Museo Wiels, di una importante galleria internazionale e di prestigiose collezioni private che spesso sono aperte a pubblico. Ă fondamentalmente un spazio aperto, non ci saranno particolari divisioni, neanche quando avremo mostre gestite contemporaneamente dalle singole gallerie».
Con quali progetti espositivi inaugurate?
«Inauguriamo lâ11 marzo con la mostra HeÌteÌrotopie, curata da Edoardo Monti. Ci saraÌ un mix di artisti conosciuti, come Aron Demetz, Serena Fineschi, TuÌlio Pinto e di artisti emergenti, come tra gli altri Clarissa Baldassarri, Andrea Mauti e Manon Steyaert».
Quali saranno gli elementi distintivi della programmazione espositiva di BubbleânâSqueak?
«Cercheremo di avere sempre attenzione allâarte proveniente da tutti i quadranti del mondo, ma molto spesso saranno le scelte curatoriali a distinguere lo spazio».
Ci potete giaÌ anticipare i prossimi progetti in calendario?
«La seconda mostra saraÌ una tripersonale, gestita separatamente dalle tre gallerie. Anna Marra presenteraÌ Admire Kamudzengerere, Montoro12 Chris Soal, mentre Nosco Isabelle D. La terza mostra, invece, offriraÌ uno sguardo verso lâarte Rumena, con artisti selezionati da Radu Oreian».
State per aprire un nuovo, imponente spazio espositivo in piena pandemia. Come immaginate lâevoluzione della vostra professione post-Covid?
«Ci saraÌ inevitabilmente una riduzione del numero delle gallerie, data da due anni particolarmente difficili, ma quelle che riusciranno a reinventarsi e a rimanere attive dovranno puntare molto sulla qualitaÌ e lâoriginalitaÌ dellâofferta artistica».
Quale saraÌ, a vostro avviso, nella cosiddetta ânuova normalitaÌâ il ruolo della galleria intesa come spazio fisico?
«La pandemia ci ha costretti a una fruizione virtuale dellâarte. La tecnologia ci ha molto aiutato, ma crediamo che lo spazio fisico continueraÌ ad avere una sua centralitaÌ soprattutto per apprezzare unâofferta culturale innovativa».
Si torneraÌ a una maggiore centralitaÌ del ruolo della galleria rispetto, per esempio, allâescalation delle fiere? CioeÌ a dire: ci saraÌ un riequilibrio tra la dimensione global e quella local della galleria?
«Difficilmente lo strapotere delle fiere in termini commerciali potraÌ essere scalfito, le fiere rimangono un luogo di aggregazione dove il collezionista ha la possibilitaÌ di osservare tutte le tendenze in pochi giorni. Progetti di scambi tra gallerie o progetti come i Condo potranno certamente crescere nel breve- medio periodo».
Quali saranno le vostre strategie digital invece? Utilizzate e-commerce o piattaforme dedicate (Artsy, ecc.)? Con quali risultati?
«Utilizziamo varie piattaforme digitali, principalmente Artsy e Artland, i risultati sono buoni e stanno costantemente crescendo, in particolare in un momento come questo, dove il contatto fisico con lâopera risulta essere molto difficile».
Qual eÌ lâidentikiti del collezionista a cui BubbleânâSqueak si rivolge?
«Un pubblico colto e curioso di scoprire le nuove ricerche artistiche che si stanno affermando a livello internazionale».
Qual eÌ, a vostro avviso, lo stato di salute del sistema del contemporaneo a Bruxelles, nel pubblico e nel privato? Quali ritenete che siano a oggi i suoi punti di forza e i suoi punti deboli?
«Bruxelles ha davvero pochi punti deboli, il sistema dellâarte funziona molto bene e la cittaÌ sfrutta anche il vantaggio di trovarsi a breve distanza da tutti i paesi limitrofi. Eâ possibile raggiungerla in pochissimo tempo da Londra, Da Parigi, dalla Germania, dalla Svizzera e dal Nord Europa. Questo ha anche fatto si che molte importanti gallerie, come Gladstone o Clearing solo per citarne due, abbiano deciso di aprire delle sedi in cittaÌ».
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