Il Grand Palais Éphémère accoglie “Pour Paul Celan” di Anselm Kiefer: un insieme sensazionale di sculture, installazioni monumentali e 19 tele di grande formato fino all’11 gennaio. Senza cronologia, né scenografia, cornici o didascalie, diecimila metri quadrati accolgono il pubblico per un percorso immersivo tra pittura, scultura e poesia.
A quindici anni da Sternenfall creato per Monumenta, l’evento d’Arte Contemporanea del Grand Palais, Anselm Kiefer è il primo artista invitato a esporre nel nuovo spazio parigino. “Pour Paul Celan” festeggia inoltre il centenario del grande poeta rumeno di lingua tedesca, Paul Celan (1920-1970), dopo il mancato appuntamento causato dal Covid-19. L’artista tedesco guarda alla storia, dalle tradizioni antiche a oggi, con un’attenzione particolare al Terzo Reich alle sue ripercussioni, come una sorta di nume tutelare della memoria europea; e questo corpus di opere non fa eccezione. Create con materiali quali carbone, piombo, metalli arrugginiti, filo spinato, cemento, spighe di grano e papaveri, dalle tele scultoree fuoriescono asperità che, come ferite, modificano la traiettoria segnata dalle linee prospettiche di paesaggi spogli.
Le poesie scritte in corsivo col gessetto bianco e sparpagliate sulle tele terse di nero, grigio, ocra e bianco si aprono come una pagina della storia, un invito alla lettura dei versi in tedesco da Auf der Klippe a Das Einzige Licht. Il gesto pittorico di Kiefer, profondo e gravido, sublima le parole di Celan, per restituire un’opera totalizzante e unica: un pugno contro il crescendo degli estremismi in Europa e nel mondo. C’è per esempio Todesfuge del 1948, una poesia sui campi di sterminio, dove Celan perse i genitori, sulla Shoah dunque una catastrofe che attanaglia il poeta come il pittore. Curata da Chris Dercon, presidente della Réunion des musées nationaux e del Grand Palais, la mostra presenta anche una sorta di laboratorio imponente in cui sono stipati oggetti tra valigie, biciclette, vetri rotti, e collezioni di piante essiccate, oltre a una scultura monumentale, che vede un aereo di piombo, che non può ovviamente decollare, sulle cui ali è trascritto il titolo della raccolta di Celan, Mohn und Gedächtnis.
Perché la poesia? Gran conoscitore di Paul Celan, per Kiefer: “i versi sono come boe nel mare. Nuoto verso di loro, dall’uno all’altro. Nel mezzo, senza di loro, sono perso.” Il progetto espositivo è accompagnato da un catalogo che include scritti del filosofo Emanuele Coccia, dell’artista Edmund de Waal, del regista Alexander Kluge e del curatore Ulrich Wilmes e degli estratti dal diario di Anselm Kiefer. Sostenuta dalla presidenza francese del Consiglio dell’Unione europea 2022, la mostra è stata organizzata dalla RMN-Grand Palais insieme alla galleria Thaddaeus Ropac. Ricordiamo che la sede di Pantin della galleria presenta “Hommage à un poète” di Kiefer fino all’11 maggio.
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