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Un antico hammam di Istanbul diventa centro d’arte contemporanea
Arte contemporanea
di redazione
Spa, cioè, dal latino, salute per mezzo dell’acqua ma anche, in questo caso, attraverso l’arte. Nel cuore della Istanbul più antica e stratificata, il distretto di Zeyrek, già nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco, un antico hammam riaprirà le porte, proponendo ai suoi visitatori sia la possibilità di fare un bagno termale che l’eventualità di fruire di opere d’arte contemporanea. Conosciuto come Cinili Hamam, il bagno turco risale al XVI secolo, di fattura ottomana e prima dei lavori di ristrutturazione e di scavo archeologico, che hanno richiesto ben 13 anni, versava in stato di abbandono ma aveva recentemente ospitato un progetto espositivo nell’ambito dell’ultima Biennale di Istanbul, svoltasi nel 2022, con le opere degli artisti Taloi Havini e Renato Leotta.
L’edificio, commissionato dall’ammiraglio Barbaros Hayrettin Pasha tra il 1540 e il 1546, è tra i primi bagni conosciuti dell’artista e architetto Mimar Sinan, contemporaneo di Michelangelo e Palladio e tra i principali responsabili per la costruzione o la supervisione di tutti gli edifici più importanti dell’Impero ottomano. In seguito ai terremoti e agli incendi scoppiati nella regione nel XVIII secolo, le caratteristiche piastrelle bianche e blu che ricoprivano le pareti del bagno andarono distrutte e diverse furono vendute da un antiquario e mercante d’arte parigino, Ludovic Lupti, entrando nelle collezioni dei più importanti musei d’Europa, dove oggi attualmente si trovano, come il Victoria & Albert e il British Museum di Londra e il Louvre di Parigi. Una nuova ricerca ha rivelato che più di 10mila piastrelle con 37 disegni unici un tempo adornavano le pareti interne dell’edificio.
I lavori di restauro hanno portato alla luce anche elementi architettonici originali, tra cui dipinti murali risalenti al XVIII e XIX secolo, rinvenuti sotto strati di intonaco. «I dipinti sono stati realizzati in modo che le pareti non fossero vuote dopo la rimozione di tutte le piastrelle. Li abbiamo trovati sotto quattro strati di intonaco, ciascuno di epoche diverse», ha spiegato a The Art Newspaper Gureli Yazgan, membro del consiglio di amministrazione di The Marmara Group, la società che ha acquistato l’edificio dell’Hamam Cinili nel 2010, dando il via al progetto di ripristino degli spazi. Tagliando l’intonaco, il team di restauratori ha trovato, pochi centimetri sotto, frammenti di 3mila piastrelle di ceramica blu turchese luminescenti.
Nelle viscere dell’edificio, vicino alle cisterne bizantine che si collegano all’hammam tramite un’enorme rete di corsi d’acqua sotto la città, si troverà poi un museo di nuova costruzione. Sulle pareti sono state scoperte incisioni di barche, forse create, ipotizza Gureli Yazgan, da schiavi portati a lavorare nelle cisterne. D’ora in poi, questi spazi ospiteranno installazioni e progetti espostivi. Dopo le opere del papuano Taloi Havini e dell’italiano Renato Leotta, il 30 settembre aprirà una nuova mostra, intitolata Healing Ruins, che presenta il lavoro di 22 artisti, comprese installazioni site-specific create per la mostra, a cura di Anlam Arslanoğlu De Coster, ex curatrice dell’Istanbul Modern Museum. Per il bagno termale invece si dovrà aspettare a marzo 2024.