“Goodbye Party” è il nome dell’ultimo invito allo Spazio Testoni di Bologna in Via D’Azeglio 50, un appuntamento con cui Paola Veronesi Testoni insieme al suo staff, saluta collezionisti, amici e gli avventori che vorranno intervenire, domenica, 15 dicembre 2019, dalle 18 alle 20.
Qual’è il motivo di questa sua decisione, che avrà lasciato i suoi collezionisti e gli amici anche un po’ stupiti?
‹‹Lasciare la storica sede di Via D’Azeglio 50 a Bologna non è stata propriamente una scelta di Spazio Testoni, ma un’esigenza della proprietà dei locali per ragioni familiari.
In ogni caso, non ho voluto immediatamente cercare di individuare un altro luogo in cui proseguire l’attività di galleria perché la posizione e il fascino della storica sede che fu della Galleria 2000 sin dal 1961 non è facile da ritrovare ed anche perché intendo riflettere sulla modalità di proporre arte all’interno di una galleria, dato che molte cose sono mutate in 14 anni, dal 2006, quando Spazio Testoni ha iniziato questa attività in quella sede, ad oggi a fine 2019.
Le motivazioni di questa pausa di riflessione non sono circoscritte alla città di Bologna, ma legate all’intero sistema dell’arte, che oggi si muove molto velocemente e con mezzi di comunicazione e divulgazione che rendono necessario un cambiamento radicale nella modalità di proposta ed una diversa organizzazione delle iniziative che rendano efficace l’attività di promozione e valorizzazione delle varie espressività artistiche, sia nella presentazione di giovani artisti, che di artisti già storicizzati.
Ad esempio: il moltiplicarsi delle fiere d’arte in tutto il mondo ed in particolare in Europa, dove quasi ogni fine settimana si svolge una fiera, consente ai collezionisti di programmare brevi ed economici spostamenti da un luogo all’altro, grazie alle compagnie aeree low-cost ed ai treni ad Alta Velocità , per godere di un week-end in bellissime città d’arte e contemporaneamente di visitare una fiera dove trovano riunite in solo luogo opere di artisti che spesso già conoscono grazie ad internet e i vari social media, così da poter decidere velocemente i loro acquisti confrontando le loro quotazioni nell’arco della stessa giornata senza doversi recare nelle disparate sedi delle gallerie in cui gli artisti sono tradizionalmente proposti.
Altro esempio: non essendo ormai più possibile per varie ragioni, non ultima quella economica, stipulare accordi di esclusiva con i vari artisti, gli artisti stessi si autopromuovono attraverso i loro siti web e molto spesso i collezionisti li contattano direttamente per by-passare le gallerie in cui solitamente espongono e non tutti gli artisti sono “leali” con i loro galleristi e quindi acconsentono a proposte economiche da parte dei collezionisti che non contemplano le quote di valore delle varie opere spettanti ai galleristi che hanno investito su di loro in mostre, cataloghi, fiere e varie attività promozionali che hanno sostenuto per promuoverli.
Purtroppo, queste situazioni rendono spesso difficile la copertura dei costi di una galleria, dove peraltro si svolge la parte più importante e più piacevole per un gallerista: la ricerca, lo studio e la progettazione insieme con gli artisti delle loro esposizioni, che consentono di far conoscere al meglio la loro espressività , le loro tematiche ed il loro percorso di crescita, a coloro ai quali interessa approfondire la conoscenza del loro lavoro per poi maturare con consapevolezza la decisione di acquistare le loro opere››.
Forse i prezzi delle opere degli artisti da lei considerati – come Omar Galliani, Henry Cartier-Bresson, Fortunato Depero, Ferdinando Scianna, Lorenzo Mariani L’orMa, Ivan il Poeta, Ester Grossi, Massimiliano Galliani – sono troppo “importanti” anche per una città dedita e affezionata all’arte come Bologna?
‹‹I prezzi delle opere d’arte oggi sono molto calmierati anche per artisti mid career e non soltanto per i giovani artisti, ed anche, in taluni casi, per artisti storicizzati. A parte i picchi esorbitanti che raggiungono certi artisti nelle serate delle grandi Case d’Asta, oggi per un medio collezionista è possibile acquistare opere importanti e significative che soltanto una decina di anni fa erano quasi inavvicinabili. Quindi non si tratta di un problema di prezzi, ma come ho spiegato, di una diversa modalità di approccio al mercato dell’arte››.
La promessa è di un arrivederci e non una fine? Ha già delle idee alternative alla Galleria?
‹‹Durante i 14 anni di attività di Spazio Testoni a Bologna ho ricevuto molte proposte di presentazione dei miei artisti in sedi museali ed anche in ambiti privati, alcune delle quali sono riuscita a realizzare ed altre no per ragioni di tempo e di luogo. Ora vorrei continuare a promuovere i miei artisti in ambiti diversi dalla galleria per dare loro una visibilità che li renda apprezzati anche da un pubblico che non frequenta abitualmente le gallerie perché ritengo che per molti bravi artisti, giovani e meno giovani, sia necessario un approfondimento sul loro lavoro complessivo che non può essere percepito vedendo soltanto qualche loro opera in internet o all’interno di uno stand fieristico.
Ci sono anche realtà imprenditoriali molto prestigiose e prossime al mondo dell’arte per le attività manifatturiere che svolgono e che desiderano sempre più spesso di collaborare con bravi artisti, chiedendo espressamente che siano proprio giovani artisti con cui identificarsi come brand e come immagine.
Inoltre, molti privati hanno piacere di organizzare eventi all’interno delle loro case per coinvolgere amici collezionisti o semplici frequentatori in modo diverso da quello che può essere soltanto una cena elegante o una serata mondana.
Datemi quindi un po’ di tempo per capire bene come muovermi ed organizzarmi e ci ritroveremo presto perché non riuscirò mai a vivere lontano dall’Arte: mi piace vederla, ma soprattutto mi piace viverla insieme gli artisti e condividerla con chi ha la mia stessa sensibilità ››.
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