Sarà un fine settimana di bel tempo diffuso in Campania. Una buona notizia che viene dall’alto, per chi vorrà seguire il percorso tracciato da Art Days, progetto organizzato dall’Associazione Attiva Cultural Projects che, dal 16 al 19 dicembre, riunirà gallerie d’arte contemporanea, istituzioni museali e spazi indipendenti di Napoli, Salerno, Benevento e Caserta, con un programma coordinato di mostre, inaugurazioni, presentazioni e talk. Una «Scenografia collettiva» e trasversale, attiva su più livelli per coinvolgere tutti gli operatori, tra artisti, critici, curatori, collezionisti e giornalisti, in una manifestazione di riferimento per il territorio e dal respiro internazionale.
Nell’ambizione collettiva, anzi, organica, si può rintracciare, in nuce, una propensione all’Art Week, sulla scia delle più rodate Milano, Torino e Bologna ma senza il traino di una fiera di settore, che pure ha il suo peso. Ma in tempi di grandi cambiamenti, in cui anche i mostri sacri (e pesanti) come Art Basel e Frieze annaspano alla ricerca di soluzioni sostenibili economicamente e logisticamente, immaginare mappe alternative non è solo un esercizio del pensiero. I passi sono concreti ma vanno compiuti gradualmente e con oculatezza e di quelli già fatti e di quelli ancora da venire ce ne parlano le curatrici, Letizia Mari, Raffaella Ferraro e Martina Campese.
A Napoli e in Campania di certo non mancano le realtà impegnate nell’arte contemporanea ma molto raramente si assiste a un progetto coordinato. Come avete affrontato la questione? Com’è nata l’idea di Art Days e in che modo l’avete sviluppata?
«L’idea di costruire gli Art Days è nata più di un anno fa, nel 2020, da un bellissimo incontro a Napoli a cui è seguito un felice sodalizio che ci ha portato prima di tutto a conoscere ed interfacciarci con tutti gli enti del territorio. Abbiamo parlato con tanti attori del sistema dell’arte partenopeo girando per gallerie, istituzioni e spazi, e scoprendo che tutti condividevano il nostro stesso sentimento: la necessità di creare sul territorio campano un’iniziativa artistica coordinata. Partendo da questa consapevolezza, abbiamo iniziato a farci conoscere, proponendo l’idea di un appuntamento condiviso per l’arte contemporanea. Napoli e le altre città della regione sono realtà vibranti sotto tanti punti di vista, soprattutto quello artistico-culturale e siamo convinte che la chiave per la crescita e lo sviluppo di un territorio stia nella valorizzazione delle singole specificità e nella capacità di condividere un progetto comune».
Tra le tappe di Art Days, gallerie d’arte, musei, fondazioni e spazi indipendenti. Come sono stati scelti i luoghi? Che eventi proporranno?
«I partecipanti e i luoghi coinvolti nel progetto sono proprio il frutto di un dialogo e di un confronto costante che caratterizza tutto questo lungo percorso. La fiducia che gli enti ci hanno dato e il seguente passaparola che si è creato nel tempo, ci ha dato la possibilità di conoscere e coinvolgere anche realtà meno note. Per quanto riguarda gli eventi in programma, le gallerie hanno optato principalmente per aperture coordinate delle mostre in corso o inaugurazioni, mentre gli spazi indipendenti hanno osato con progetti ad hoc, performance, interventi site specific, workshop e videoproiezioni, infine, la compagine istituzionale ha deciso di partecipare proponendo aperture speciali e ospitando il programma di talk. Questo panorama variegato costruisce una programmazione diversificata che si muove nelle città e offre ai pubblici la possibilità di scoprire e conoscere le energie che scorrono tra le vie partenopee».
Oltre alle aperture coordinate previste dal 16 al 19 dicembre, sono previste anche altre interazioni? Art Days potrebbe diventare una rete attiva stabilmente?
«Al di là del programma di aperture coordinate, abbiamo organizzato una serie di talk, in dialogo con le istituzioni, su alcuni dei temi che rispecchiano al meglio lo spirito degli Art Days. Tra questi segnaliamo il talk sugli spazi indipendenti ai Magazzini Fotografici, quello sulla digitalizzazione degli archivi presso Casa Morra, che per l’occasione aprirà ai visitatori i propri archivi, e quello dedicato al collezionismo alla Fondazione Morra Greco che avrà come interlocutori tre collezionisti campani.
Stiamo lavorando per creare non un evento episodico, ma una rete attiva e stabile sul territorio aperta allo scambio con enti ed organizzazioni nazionali, un dialogo fertile e continuo, questo il cuore pulsante del progetto».
A promuovere Art Days è l’associazione ATTIVA Cultural Projects ETS. Ci sono altri progetti in programma?
«Esatto, Art Days nasce dalla collaborazione tra l’associazione ATTIVA Cultural Projects e la curatrice Letizia Mari. L’associazione, con sede a Portici (Na), nasce con l’intento di promuovere la scena artistica emergente e – accanto al progetto a lungo termine di Opera, il nostro magazine da collezione – ha sempre avuto l’obiettivo di fare qualcosa per il territorio in cui è nata. Durante questi mesi si sono aggiunti anche alcuni sostenitori come lo Studio Legale e Tributario Rossi (Caserta) e l’azienda vinicola Cantine Astroni (Campi Flegrei). La manifestazione ha ricevuto anche il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee.
Gli Art Days sono il primo tassello di un progetto che speriamo possa crescere nel tempo dopo questa prima edizione di lancio, diventare un appuntamento annuale e ufficiale per l’arte contemporanea in Campania».
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