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Arte contemporanea a Villa San Michele di Capri, tra natura e artificio
Arte contemporanea
In attesa della nuova edizione del Festival Del Paesaggio che, dal 2016, si svolge a Capri, se ci si trova sull’Isola Azzurra e, più precisamente, ad Anacapri, a Villa San Michele – che è una delle ville col panorama più bello della zona – si può scoprire un luogo immerso nel silenzio, protetto dal misterioso sguardo di una sfinge egiziana. Si tratta del Padiglione Olivetum, che ha inaugurato la stagione espositiva con la mostra Dioranimalia a cura di Arianna Rosica e Gianluca Riccio. L’esposizione fa parte di un progetto avviato diversi anni fa da Villa San Michele – Fondazione Axel Munthe, che è stata l’abitazione del medico scrittore svedese Alex Munthe ed è l’attuale sede del Consolato Onorario di Svezia a Capri. In occasione della mostra Dioranimalia, la Villa accoglie nell’ intimo spazio dell’Olivetum, all’interno del suo storico giardino terrazzato, le opere dell’Estúdio Campana (Brasile) e di Andrea Anastasio (Italia). Abbiamo intervistato i curatori per farci raccontare il progetto.
Come nasce il titolo della mostra Dioranimalia?
Gianluca Riccio «L’idea di partenza era quella di ricreare all’interno dello spazio del padiglione denominato Olivetum un’ambientazione in scala ridotta (un Diorama) del rapporto tra mondo naturale, umano e animale in relazione alla storia di Villa San Michele che, come alcune storiche case capresi, presenta un’assoluta continuità tra interno ed esterno, tra spazio abitato dall’uomo e spazio vegetale e animale. Abbiamo coì cercato sin dal titolo di rendere in modo immediato ed evocativo il senso dell’operazione che stavamo mettendo in atto: qualcosa a metà strada tra artificio – come tensione tipica della cultura artistica occidentale a ricondurre attraverso la rappresentazione la natura in categorie razionali – e metamorfosi, tra ordine e disordine, nello sforzo di sottolineare attraverso la selezione di opere di Andrea Anastasio e del Fratelli Campana quest’ibridazione perturbante».
In che modo è avvenuto il dialogo tra i due artisti e come le loro ricerche vi hanno portato a selezionarli?
Arianna Rosica «Il dialogo tra i Fratelli Campana e Andrea Anastasio è nato dalla nostra volontà di esplorare le intersezioni tra design, arte e natura. I Fratelli Campana sono noti per il loro approccio innovativo al design, spesso ispirato alla natura. Andrea Anastasio, d’altra parte, ha una pratica artistica che esplora la spiritualità e la trasformazione dei materiali, spesso con riferimenti alla natura e alla sua ciclicità. La selezione è avvenuta in modo naturale: entrambi condividono un interesse profondo per il mondo naturale. Volevamo vedere come le loro diverse prospettive potessero interagire e creare un nuovo dialogo visivo e concettuale».
Vi siete ispirati alle origini dei padiglioni nazionali delle varie biennali. Ce ne è uno in particolare, per storia o per spazi, a cui avete fatto riferimento?
GR «Non abbiamo preso in considerazione un padiglione in particolare tra quelli che punteggiano le biennali di tutto il mondo, quanto piuttosto l’idea che li sostiene: il tentativo, attraverso un piccolo esperimento s’intende, è stato perciò, di scardinare la prospettiva nazionalista che ne è alla base attraverso un dialogo tra artisti distanti geograficamente ma molto vicini su un terreno poetico. L’identità di Villa San Michele ci ha aiutati nel definire tale linea progettuale: uno spazio di proprietà del governo svedese situato nel cuore del Mediterraneo e in territorio italiano, simbolo di una storia antica fatta d’intrecci e contaminazioni non solo culturali, ma anche antropologiche, sociali, economiche».
Una piccola giungla all’interno di un grande giardino terrazzato di una delle più belle Ville a Capri. Quale messaggio racchiude il microcosmo di Dioranimalia che avete realizzato unitamente con gli artisti?
AR «Il microcosmo di “Dioranimalia” intende trasmettere un messaggio di armonia tra l’uomo e la natura. La piccola giungla all’interno del giardino della dimora simboleggia l’idea di un ritorno alle origini, di un contatto più diretto e rispettoso con il mondo naturale. Attraverso le opere dei Fratelli Campana e di Andrea Anastasio, vogliamo invitare i visitatori a riflettere sulla coesistenza pacifica e creativa tra le diverse forme di vita. Il giardino diventa così uno spazio di contemplazione e meraviglia, dove le barriere tra naturale e artificiale si dissolvono».
Come è stato il rapporto degli artisti con l’isola azzurra?
AR «Gli artisti hanno avuto un rapporto intenso e positivo con l’isola di Capri. Sia I Campana che Andrea Anastasio hanno lavorato con noi in passato, per il l Festival del Paesaggio. La bellezza naturale dell’isola, con i suoi paesaggi ha offerto una importante fonte di ispirazione. Capri ha fornito il contesto ideale per esplorare temi legati alla natura, all’abitazione e a confronti con artisti come Depero anche lui frequentatore di Capri Gli artisti hanno potuto immergersi completamente nell’ambiente unico dell’isola. Questo rapporto ha arricchito ulteriormente le loro opere, infondendole di un senso di luogo e di connessione con l’ambiente circostante».
Quali sono le novità per la nuova edizione, alle porte, del festival del Paesaggio?
GR «La prima novità è che la collaborazione con la Fondazione Axel Munthe – Villa San Michele, come testimonia la mostra Dioranimalia, si estende oltre il perimetro progettuale e temporale del Festival. Si tratta di un segnale di grande fiducia nei nostri confronti e nel lavoro che da otto anni attraverso il Festival del Paesaggio – con tutte le linea di azione che al suo interno si sviluppano – portiamo avanti. Proprio per questo abbiamo pensato di costruire un palinsesto di attività e di mostre che, nella loro autonomia, avessero una radice comune o, se vuoi, fossero attraversate da una tensione a indagare da prospettive differenti quell’insieme di nodi oggi quanto mai attuali che riguardano il rapporto tra umano e post-umano, tra artificio e natura, calando queste categorie di “dorflesiana” memoria nel contesto odierno.
Il Festival rappresenta l’epicentro di tale progetto curatoriale che parte da marzo per spingersi sino a dicembre, e sarà declinato intorno alla (apparente) dicotomia digitale-animale. Proseguono anche i due progetti speciali che negli ultimi anni hanno fatto da corollario al percorso espositivo sviluppato negli spazi di Villa San Michele, con la seconda edizione di The flag project – lo scorso anno affidato a Ibrahim Mahama – e la quarta edizione di Manifesto – che nel 2023 ha visto la partecipazione di un’amica del Festival come Elisa Sighicelli – quest’anno entrambi affidati a un unico artista, anzi a una coppia di artisti…».