La Fondazione Nicola Trussardi presenta “Gilded Darkness”, L’oscurità dorata, un nuovo, ambizioso progetto ad ampio respiro, pensato dall’artista americano Nari Ward appositamente per la città di Milano. Nato nel 1963 a St. Andrew, in Giamaica, la sua ricerca è incentrata su temi e argomenti riferiti alla cultura del consumo e ai sistemi sociali e di pensiero legati alla povertà e alla razza.
“Gilded Darkness” di Nari Ward fa parte di una serie di importanti progetti espositivi realizzati dal 2003 dalla Fondazione Nicola Trussardi: opere d’arte pubblica, mostre temporanee, incursioni, performance e interventi pop-up che hanno portato a Milano celebri artisti internazionali tra cui Pawel Althamer, Allora & Calzadilla, Maurizio Cattelan, Tacita Dean, Jeremy Deller, Elmgreen and Dragset, Urs Fischer, Fischli e Weiss, Gelitin, Ragnar Kjartansson, Sarah Lucas, Ibrahim Mahama, Paul McCarthy, Paola Pivi, Pipilotti Rist, Anri Sala, Tino Sehgal e Stan VanDerBeek.
Conosciuto per le sue sculture e installazioni, spesso composte da oggetti ritrovati per strada, Nari Ward presenterà in questa occasione alcuni lavori più noti e una serie di opere inedite, realizzate per gli spazi esterni ed interni del Centro Balneare Romano, in zona Città Studi, piscina inaugurata nel 1929, su progetto dell’ingegnere e architetto Luigi Lorenzo Secchi e dedicata al ginnasta italiano Guido Romano, vincitore della medaglia d’oro ai Giochi olimpici di Stoccolma 1912. Dopo aver presentato, nell’autunno 2020, “The Sky in a Room” di Ragnar Kjartansson alla Chiesa di San Carlo al Lazzaretto (qui la nostra intervista all’artista) e dopo aver avviato nel 2021 le attività della Fondazione Beatrice Trussardi, la Presidente Beatrice Trussardi e il Direttore Artistico Massimiliano Gioni ritornano così a promuovere un nuovo e ambizioso progetto per Milano, per mettere in dialogo gli spazi urbani e l’arte contemporanea sui temi più urgenti dell’attualità.
Di origini giamaicane, Ward si è trasferito con la famiglia a New York in giovane età, e dopo gli studi d’arte si è stabilito ad Harlem, quartiere prevalentemente afroamericano di Manhattan. Colpito dal proliferare di oggetti abbandonati nelle strade, Ward ha cominciato a collezionare oggetti dal forte valore simbolico. Dalla manipolazione di questi materiali – passeggini, carrelli della spesa, ombrelli, lacci per le scarpe e altri oggetti trovati e rifiuti urbani – sono nate installazioni monumentali che hanno trasformato il linguaggio della scultura contemporanea, introducendo esperienze teatrali e immersive diventate poi un aspetto tipico dell’arte di questo nuovo secolo.
Attivo dagli anni Novanta, il suo lavoro è stato esposto nelle più importanti kermesse internazionali – dalla Biennale di Venezia (1993), alla Biennale del Whitney Museum di New York (1995), a Documenta XI a Kassel (2002) – ed è parte delle collezioni delle maggiori istituzioni museali degli Stati Uniti e di tutto il mondo, tra cui lo Studio Museum di Harlem, il Brooklyn Museum, il MoMA, il Whitney Museum, la Public Library di New York (USA), lo Smithsonian American Art Museum di Washington (USA), l’ICA di Boston (USA), il MoCA di Los Angeles (USA), il Walker Art Center di Minneapolis (USA), la GAM di Torino (Italia), Istanbul Modern a Istanbul (Turchia).
Ha inoltre ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il Fellowship Award, The United States Artists (Chicago, 2020); il Vilcek Prize della Vilcek Foundation (New York, 2017); il Joyce Award della Joyce Foundation (Chicago, 2015); il Premio Roma dell’American Academy of Rome (Roma, 2012); e premi dall’American Academy of Arts and Letters (1998), dalla Pollock-Krasner Foundation (1996) e dal National Endowment for the Arts (1994).
Ha infine ricevuto prestigiose commissioni dall’ONU e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
A cura di Massimiliano Gioni, “Gilded Darkness” si articolerà negli spazi del Centro Balneare Romano, occupandoli con tracce fisiche e immateriali. Agli ideali di vittoria e grandezza, di guerre e atletismo, di nazionalismo e imperialismo, espressi dalla storia del Centro, inaugurato in epoca fascista, Ward risponde con i suoi monumenti precari e con oggetti che incarnano storie di piccoli eroismi quotidiani, episodi di gioia collettiva ma anche immagini di sconfitte e cadute dei miti trionfali che avevano attraversato il Novecento.
Ad aprire il progetto per il Centro Balneare Romano sarà una delle sue opere più note, Amazing Grace, prodotta durante la sua residenza nel 1993 allo Studio Museum di Harlem: per questa grande installazione, Ward ha raccolto più di 300 passeggini abbandonati disponendoli in forma di scafo di nave. L’allestimento è accompagnato dalla voce della cantante gospel e attivista afroamericana Mahalia Jackson, che intona la struggente Amazing Grace.
Installata negli spazi raramente accessibili dei vecchi spogliatoi della Piscina Romano, l’opera si carica di nuovi significati: è un anti-monumento che ricorda le immagini recenti dei passeggini lasciati nelle stazioni al confine con l’Ucraina per accogliere i profughi in fuga dal conflitto ma è anche un grande abbraccio che avvolge gli spettatori in un’atmosfera malinconica e struggente.
Accanto ad Amazing Grace, Nari Ward presenterà una serie di opere che mettono al centro molti temi che animano la sua ricerca: il dialogo tra culture, l’arte come spazio di incontro e scambio, il formarsi dell’identità al confine tra linguaggi e tradizioni diverse e, in particolare, una riflessione sulla funzione dei monumenti in un momento segnato dalla continua revisione della storia e dai numerosi crolli e le ripetute crisi che hanno definito questi ultimi anni.
Al centro dell’esposizione si trovano alcune nuove produzioni, commissionate dalla Fondazione Nicola Trussardi, tra cui Emergence Pool, un intervento site-specific sulla piscina – elemento centrale del Centro Balneare, con la sua vasca rettangolare di 4000 metri quadrati, grande quasi come un campo da calcio – che viene trasformata in una gigantesca distesa dorata: una fragile zattera composta da migliaia di coperte termiche galleggianti.
Poco lontano un’enorme bandiera bianca issata su una gru rievoca immagini di nazionalismo, violenza e sconfitta, mentre dagli altoparlanti di Battleground Beacon si diffondono suoni e composizioni musicali realizzate in collaborazione con vari gruppi e individui che abitano e vivono a Milano: paesaggi sonori che raccontano la relazione con la città di persone che provengono da altri Paesi e culture.
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