Dagli anni Settanta, Ca’ del Bosco è stata tra le prime aziende vitivinicole a capire e sviluppare il legame tra vino e arte, grazie alla visione di Maurizio Zanella, presidente di Ca’ del Bosco. Un rapporto che emerge già dall’ingresso dell’azienda, con l’opera Cancello solare di Arnaldo Pomodoro, imponente struttura circolare che, dal 1993, accoglie i visitatori della tenuta a Erbusco. Valicato questo cancello, ci si ritrova in una vera oasi di pace nel cuore della Franciacorta, un paesaggio riflessivo e sorprendente, dove sono custodite preziose opere d’arte di grandi maestri del contemporaneo. E per rafforzare questo legame è nato un nuovo progetto: il Premio Scultura Ca’ del Bosco di cui è vincitrice l’artista siciliana Irene Coppola con la sua installazione Handandland.
Con questa vittoria, Irene Coppola si è aggiudicata un premio in denaro a titolo di riconoscimento personale, oltre a una somma destinata alle spese per la realizzazione effettiva dell’opera che, d’ora in poi, farà parte in modo permanente del parco sculture di Ca’ del Bosco, entrando così di diritto nella collezione d’arte della cantina. Il premio – organizzato in collaborazione con l’associazione no profit Venetian Heritage e assegnato da una giuria di esperti del calibro di Mario Codognato, Davide Dotti, Arturo Galansino, Pepi Marchetti Franchi, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo e Maria Luisa Frisa – è nato proprio per proseguire questa vocazione artistica di Ca’ del Bosco.
Come raccontato dallo stesso Zanella: «Ca’ del Bosco significa innanzitutto ascoltare la natura e dare alle sue variabili forme la possibilità di esprimersi attraverso l’aiuto dell’uomo che si fa custode di un territorio straordinario coltivandolo, ma non consumandolo. Irene Coppola ha saputo interpretare i valori di Ca’ del Bosco, fornendo una visione molto moderna e inedita del tralcio di vite. Il supporto di Venetian Heritage e, in particolare, del suo direttore Toto Bergamo Rossi nell’individuazione di una giuria di qualità che, a sua volta, sapesse interpretare il sogno di Ca’ del Bosco ha favorito la perfetta riuscita del progetto. Il motto di Venetian Heritage è “Restoring the past, building the future”, un concetto che non è molto diverso dall’equilibrio fra la tradizione e l’innovazione che, da sempre, guida la rinascita della nostra cultura del vino e che Irene Coppola ha voluto e saputo far suo».
Irene Coppola, palermitana classe 1991, esplora diversi media, dalla scultura ai video alle installazioni ambientali, mettendo al centro del suo lavoro un’estetica pervasivamente calligrafica. L’opera è una grande installazione di neon in vetro verde soffiato a Murano che illuminato diventa arancione, in cui si rincorrono le parole hand e land, a sottolineare come la mano dell’uomo viva in un equilibrio delicatissimo e inestricabile con la terra. «Mi colpiva che entrambe le parole contenessero la congiunzione and, a dire di un unione che è sempre vera e tangibile», racconta l’artista.
L’installazione era destinata inizialmente in una location all’aperto ma e è stata poi ricollocata su una grande parete più riparata, più vicina ai reparti produttivi e alle persone che quotidianamente lavorano in azienda. Come conclude la stessa Coppola: «L’opera è stata costruita ad hoc per la cantina e vuole omaggiare il rapporto tra corpo e territorio, una relazione che andrebbe ricucita a livello globale vista l’attuale situazione politica. È frutto della perizia artigianale, in vetro sagomato in pasta verde di murano che quando si carica il neon si accende di colori intensi che richiamano la terra e il Cuvèe Prestige di Ca’ del Bosco».
Altra grande sorpresa è la definizione dei nuovi spazi, sempre nel segno dell’arte, dedicati al Cuvèe Prestige, dove migliaia di bottiglie compongono un percorso di luce di grande impatto emozionale. Una vera full immersion che culmina nella sala interattiva e multisensoriale dove si può esplorare il rapporto tra l’azienda e il territorio. Ca’ del Bosco rappresenta un perfetto connubio tra arte, natura e cultura del luogo. Tra l’esterno e l’interno si snoda un paesaggio di opere site specific, realizzate dopo avere visitato la cantina, in modo da porre l’arte in dialogo con la bellezza del territorio circostante.
L’arte ha ricoperto un ruolo fondamentale nello sviluppo della cantina fin dagli anni ’80, poiché ha permesso a Ca’ del Bosco di entrare in contatto con ambienti e persone orientati al vino di qualità̀ e che comprendevano il valore aggiunto di un approccio culturale legato al mondo del vino. Fil rouge che lega artisti diversi è la scelta di usare principalmente la scultura, che si adatta al luogo e al contesto paesaggistico.
Secondo Zanella esiste una similitudine tra il vino, prodotto tridimensionale che coinvolge la vista, l’olfatto e la bocca, e la scultura, che stimola l’occhio e coinvolge i sensi. Spiccano tra le opere, Eroi di luce di Igor Mitoraj, Codice Genetico di Rabarama, Il peso del tempo sospeso di Stefano Bombardieri, Blue Guardians di Cracking Art, Water in dripping di Zheng Lu, Il Testimone di Mimmo Paladino e Sound of Marble di Tsuyoshi Tane.
In occasione della mostra UPLANDS&ICONS, che inaugurerà il prossimo 6 dicembre a Biella, Steve McCurry ci parla delle emozioni dietro…
La Fondazione Galleria Milano presenta la mostra dedicata alla pittura di Sandro Somarè, inaugurando l’Archivio e il catalogo ragionato di…
Il ritratto di Antonietta Gonzales è stato acquisito dal National Museum of Western Art di Tokyo. A marzo era in…
Al Rothko Museum di Daugavpils, in Lettonia, una mostra dell’artista argentino Ernesto Morales: 30 opere per indagare il mistero universale…
Se il Pompidou di Parigi chiude, la sede di Metz festeggia 15 anni con una super mostra curata da Maurizio…
Gli spazi di Palazzo Contarini del Bovolo, a Venezia, accolgono l’installazione site specific di Michele Zaza, in dialogo con l’architettura…