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Arte e Politica: tessere i colori dell’Europa
Arte contemporanea
“L’Étoffe de l’Europe” è il titolo del progetto scenografico e artistico che investe in questo primo semestre dell’anno, il palazzo Justus Lipsius e il palazzo Europa a Bruxelles, in occasione della presidenza francese. Arte e potere a braccetto, dunque. Ogni sei mesi infatti, vengono proposte dallo Stato che assicura la presidenza del Consiglio dell’Ue, installazioni artistiche di rilievo, come per il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto durante la presidenza italiana del 2014. Il progetto francese è stato concepito per il Segretariato generale del Consiglio dell’Ue, e per la sede del Consiglio europeo e del Consiglio dell’Ue, dagli Ateliers Adeline Rispal in collaborazione con Si – Studio irresistible. Il primo è un noto studio di architettura parigino specializzato in progetti culturali e scenografie come musei, mostre e fiere mondiali, il secondo è un’agenzia parigina di consulenza in comunicazione visiva dedicata a progetti culturali, etici e obiettivi di sviluppo sostenibile. La loro proposta, partendo dall’idea di un operare comune per tessere l’Europa di domani, vede una trama figurativa che s’ispira alle bandiere dei paesi membri dell’Ue e che varia a seconda dei supporti su cui è riprodotta. Le creazioni si dislocano lungo sette spazi che vanno dall’atrio del palazzo Justus Lipsius – che accoglie un’installazione monumentale di 650 mq di voile del peso di 60 chili – agli ascensori, ai corridoi e una zona relax, ai saloni della presidenza fino al Forum Europa. In quest’ultimo, troviamo un affresco digitale di 16 metri, cioè un data-tissage che ripercorre la storia dell’Ue, la sua costruzione progressiva e le sue presidenze di turno.
Abbiamo intervistato la presidente Adeline Rispal degli omonimi ateliers, per avere più dettagli su questo superbo allestimento, e non solo.
Perché i tessuti?
I tessuti sono il simbolo dei legami che si tessono nel tempo, attraverso un lavoro paziente che richiede perseveranza e abnegazione, valori che sono essenziali per la costruzione di un grande progetto come l’Europa. La tessitura rende la stoffa più resistente. Questa tecnica neolitica richiedeva la filatura di fibre vegetali o animali, è attestata sin dalla sedentarizzazione dell’uomo. Inoltre, i tessuti permettono di occupare grandi spazi in modo spettacolare con poco materiale e in tempo record. La storia dell’architettura dello spettacolo è piena di esempi. Oggi, il tessile costituisce una questione ambientale europea molto importante.
“L’Étoffe de l’Europe” presenta due grandi installazioni. Ce ne può parlare?
Si tratta di un co-design piuttosto eccezionale tra due studi. L’idea della tessitura è venuta molto presto per le ragioni menzionate prima, poi quella del colore per incarnare il rinnovamento, la ripresa, dopo i lunghi mesi di crisi pandemica, e poi quella di tessere i colori delle nazioni europee per disegnare la storia dell’Europa. Il progetto grafico ha così dato forma a “L’Étoffe de l’Europe”. Le due opere rispondono a logiche architettoniche e simboliche molto diverse. Nell’atrio, le ali stampate digitalmente su 650 mq parlano sia dell’appartenenza a questo collettivo che alla rinascita, in dialogo con l’edificio, il potere che l’Europa deve affermare di fronte alle sfide globali. Nel Forum, il luogo dove i capi di stato e di governo tengono le loro conferenze stampa, “L’Étoffe de l’Europe” assume il suo pieno significato di data-tissage, una forma artistica della storia dell’Europa.
La scelta di una trama che intreccia le bandiere nazionali è decisamente politica. Giusto?
Questo progetto è essenzialmente politico, nel senso più nobile del termine. Tessendo la cronologia storica dell’Europa, in ciò che abbiamo chiamato data-tissage – l’ordito è composto da nastri nei colori dei paesi che l’hanno via via costituita mentre la trama è composta dai colori dei paesi che l’hanno presieduta a turno dal 1958 – abbiamo ottenuto ciò che abbiamo chiamato “L’Étoffe de l’Europe” e che ha dato il nome all’intero progetto. Questo incarna non solo gli stati membri e le istituzioni europee, ma anche tutti i cittadini che, ognuno a suo modo, vivono e costruiscono l’Europa. È la prova di questa co-costruzione e della nostra appartenenza europea che abbiamo voluto esprimere in questo tessuto. Il progetto è presente nei saloni della presidenza e in uffici dedicati agli scambi più riservati. Vi troviamo 19 poltrone e 3 sedie di Philippe Nigro & Ligne Roset, nonché i paraventi di Jeanne Goutelle, creati con tessuti di scarti di produzione, che come le tendine, rimandano alla trama tricolore ed europea.
Possiamo parlare di soft power?
Sì, certo, la creazione in tutte le sue forme è una forma di soft power a cui la Francia è particolarmente legata per difendere i suoi valori, in particolare quelli della cultura. Le poltrone di Philippe Nigro & Ligne Roset, sono il frutto di una produzione congiunta con il Mobilier National. La prima di una serie di cui aspettiamo con impazienza la continuazione!
Il suo studio lavora principalmente per i musei. Quali sono le differenze tra la progettazione di uno spazio museale aperto a tutti e uno spazio esclusivo come quello del palazzo Justus Lipsius?
Lavoriamo per musei e altri tipi di strutture dove il flusso, il funzionamento e la cura degli utenti, deve essere preso in considerazione, mentre si sublima attraverso la creazione, la somma di questi vincoli. Questo è un luogo molto speciale, perché è un centro di rappresentanza e di lavoro istituzionale dell’Ue che ospita circa 6mila persone al giorno, tranne i visitatori. Abbiamo cercato da un lato di incarnare il progetto politico della Francia, e dall’altro di esprimere un atteggiamento rispettoso di una presidenza francese al servizio del collettivo europeo. In ogni tipo di spazio, assegnato alla presidenza di turno, è stata data un’attenzione particolare al comfort di tutti i professionisti che, in questi edifici, hanno una quantità enorme di lavoro e in condizioni di stress soprattutto durante i Consigli europei.
Troviamo Aour Europe, una bellissima installazione video del regista Jacques Perconte, il cui approccio ecologico rivela la poesia della natura attraverso il dinamismo della tecnologia. I paraventi, singolari e ameni, di Jeanne Goutelle, e l’interessante mostra Décors et paysages sulla scena emergente francese residente a Bruxelles, curata da Lola Meotti. Ce ne parla?
L’opera Aour Europe di Jacques Perconte si integra perfettamente nel concetto globale per la quale è stata appositamente creata. Intreccia digitalmente i paesaggi europei, cari all’autore, per raccontare le vibrazioni della natura e incarna così, sublimando, le transizioni ecologiche e digitali che sono due assi della rinascita europea che la Francia difende nel suo programma. Come Lola Meotti stessa ha dichiarato, qui s’intende rappresentare l’energia creativa dei giovani artisti, cittadini d’Europa. Ispirati dai loro viaggi, dai loro spostamenti, abitati da preoccupazioni attuali, propongono ciascuno una visione singolare del mondo. Per quanto riguarda la creazione Intersection(s) di Jeanne Goutelle, questa combina meravigliosamente tutte le componenti artistiche e ambientali del progetto come la creazione tessile ispirata ai colori della Francia, il riciclo creativo e il benessere visivo e acustico degli utenti.
Dove andranno le opere alla fine di giugno?
Le opere appartengono ai loro autori, e gli verranno restituite, salvo nuove opportunità. Il resto sarà affittato o riciclato dalle aziende e dai produttori stessi.
Progetti in vista?
Abbiamo diversi progetti di scenografia in corso, il Museo Dobrée a Nantes, quello della Savoia a Chambéry, il FRAC Auvergne a Clermont-Ferrand, l’ampliamento del Centro Nazionale del Costume di scena a Moulins, e le Città del Vino e i Climats di Borgogna a Chablis e Mâcon. La prossima sfida, in fase di studio, è il Museo Universale del Vino a Pechino. Ora siamo in competizione per l’Ufficio Internazionale della Vite e del Vino a Digione. Un 2022 decisamente enologico! In occasione di questa presidenza francese del Consiglio dell’Ue, si moltiplicano le iniziative culturali in tutto l’esagono (locuzione per indicare la Francia). Troviamo il collettivo Fetart – organizzatore del noto festival della giovane fotografia europea, Circulation(s) – che presenta la mostra fotografica Traversées d’Europe. Si tratta di un evento supportato dal Senato e accolto sulle griglie del Jardin du Luxembourg a Parigi, fino al 27 febbraio. Otto Hainzl, Paolo Verzone, Valerio Vincenzo, Mafalda Rakoš, Luca Lupi e Pascal Bastien sono i fotografi selezionati. Ognuno presenta, grazie al proprio progetto, uno sguardo originale che rivela una Europa multipla, ricca e in continuo cambiamento nonché una europeità dalle molteplici sfaccettature. Foto che tracciano strade, zone costiere e paesaggi, e che raccontano tanto sulle diverse popolazioni che ci vivono.
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