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Arte e tecnologia, per aprire nuovi mondi: Rebeca Romero vince l’OGR Award
Arte contemporanea
di redazione
Se negli ultimi tempi hanno fatto discutere alcuni premi assegnati a opere realizzate tramite applicazioni di Intelligenza Artificiale – l’ultimo caso, il Sony World Photography Awards –, non sempre i linguaggi dell’arte e gli strumenti della tecnologia vanno in disaccordo, anzi. È il caso di OGR Award, promosso da Artissima e Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, in dialogo tramite il progetto speciale METAmorphosis, secondo capitolo della piattaforma Beyond Production, dedicata agli sviluppi più sperimentali dei linguaggi artistici. L’OGR Award nasce infatti come riconoscimento all’artista che meglio restituisce il complesso e sofisticato rapporto tra arte, tecnologia e innovazione, con particolare rilievo agli sviluppi digitali.
A vincere la quinta edizione è stata Rebeca Romero, artista nata a Lima, nel 1982, con il progetto Semilla SAGRADA. Il premio è stato conferito da una giuria internazionale composta da Amira Gad, curatrice e scrittrice, Lars Henrik Gass, direttore del Festival Internationale Kurzfilmtage Oberhausen, Samuele Piazza, senior curator OGR Torino, e Domenico Quaranta, critico d’arte, curatore e docente specializzato in media art.
«Come emerge dalla sua pratica artistica in cui adotta un approccio archeologico, il progetto indaga a fondo storie antiche proiettate in una civiltà futura, evocando relazioni complesse tra reale e virtuale, digitale e materiale, eredità culturale e simbolismo», si legge nelle motivazioni. «La giuria ha apprezzato la prospettiva analogica nell’utilizzo di materiali come i tessuti nella loro interazione con il metaverso, ma anche i possibili legami tra lo sciamanesimo e il mondo del digitale. Inoltre, con questo premio, la giuria sostiene un progetto che affronta il metaverso come un luogo condiviso che può essere costruito in modalità collettive e partecipate, attivando storie e immaginari alternativi e di origine non occidentale».
Il progetto indaga la storia di una futura-antica civiltà adoratrice del Sacro Seme, un essere vegetale di forma mutevole e dotato di proprietà miracolose. «Semilla SAGRADA mira ad individuare una caratteristica unificante tra le cosmogonie animistiche amerinde e i futuri post-umanisti dove i tradizionali confini tra umano e non umano sono molto labili e la divinità e l’individualità sono disperse attraverso un ampio spettro di esseri», ha spiegato l’artista.
Per approfondire criticamente il dialogo tra arte e tecnologia, il percorso che ha portato all’individuazione di Romero è stato scandito da quattro fasi. La prima si è svolta nell’ambito di Artissima 2022, portando alla selezione di quattro artisti: Marcos Lutyens della galleria Alberta Pane, Parigi e Venezia, Eva & Franco Mattes della galleriaApalazzogallery, Brescia, R M della galleria Martina Simeti, Milano, e appunto Rebeca Romero, della galleria Copperfield, Londra. La seconda fase ha coinvolto gli artisti e le rispettive gallerie in un ciclo formativo di incontri sul Metaverso e sulle sue potenzialità e limiti in ambito artistico, insieme a professionisti di vari settori, dalla computer grafica alle problematiche giuridiche legate agli NFT.
La terza fase ha visto gli artisti lavorare allo sviluppo di un’idea progettuale di un’opera fisica e del suo alter ego digitale nel Metaverso con il supporto di Ilaria Bonacossa, direttrice del Museo Nazionale dell’Arte Digitale di Milano. Le idee progettuali sono visibili su una piattaforma digitale dedicata a cura di Artshell.
La selezione dell’artista vincitore si è svolta durante la quarta fase. L’opera Semilla SAGRADA è stata effettivamente sviluppata nel Metaverso ed è stata presentata al pubblico alle OGR di Torino. L’opera verrà poi acquisita dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, restando in comodato a OGR Torino nelle due versioni, fisica e digitale.
Semilla SAGRADA esiste in due spazi o “piani” complementari, muovendosi fluidamente tra il digitale e il materiale. Nella forma di un indumento confezionato con estrema cura, l’opera fisica, installata nel Duomo di OGR Torino, presenta il risultato di uno studio dei tessuti precolombiani, che ha fornito informazioni sia sui progressi tecnologici e culturali di queste società, sia sulle loro strutture economiche e sociali.
Il Duomo di OGR Torino, ricreato nel Metaverso, è invece lo spazio di un incontro spirituale, caratterizzato da tre manifestazioni fluttuanti del Sacro Seme (modelli 3D) che i visitatori possono esplorare e con i quali possono interagire. Ognuno di questi sacri semi è presentato come una divinità e se cliccato fungerà da portale. L’opera è sempre fruibile a questo link.