Cosa succede quando un progetto incontra un altro progetto, quando un laboratorio si apre a un altro laboratorio? Difficile saperlo a priori, la sperimentazione è un campo aperto, le sue maglie sono ampie quanto il cielo ma, rimanendo con i piedi per terra, possiamo dire che si inizia a vedere – e a immaginare – doppio, cioè a parlare al plurale. Che sono anche alcuni dei sintomi dell’innamoramento, quando, in sostanza, non ci si riferisce più alla categoria dell’Io ma alla dimensione del Noi. Quindi, “Non io ma noi” è il nome ma anche il pensiero collettivo da cui si sviluppa l’omonimo progetto del Corso di NTA – Nuove Tecnologie dell’Arte dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, promosso in sintonia con il Laboratorio di Genetica e Controllo degli Insetti Vettori del Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, a sua volta promotore del progetto “STOPTIGRE”. I due progetti, confluiti nel progetto “Scienza Aperta”, rientrano nel programma di attività di Procida Capitale della Cultura. Insomma, una rete dinamica di collaborazioni e di incroci trasversali e su più livelli che si diffonde, nella forma di interventi artistici relazionali in parte già compiuti e altri ancora da compiere, sul territorio dell’isola che non isola e che, invece, rappresenta un arcipelago di possibilità e di incontri.
Per il momento, agli abitanti di Procida sono state consegnate 702 barrette di cioccolato – che è il regalo per eccellenza, «Mai presentarsi a casa di qualcuno a mani vuote» – personalizzate a forma della propria isola preferita. Sono state inoltre effettuate 600 scansioni 3D, dalle quali, utilizzando materiali plastici di scarto ritrovati, verranno realizzate altrettante e più stampe 3D: l’obiettivo è ritrarre – altro atto di grande empatia, ci si offre l’uno all’altro, soggetto e oggetto si dichiarano e, spesso, cambiano posto – tutti gli abitanti di Procida.
E le zanzare? Ce n’è anche per loro. 40 gravitrappole sono state posizionate nei giardini di un gruppo di volontari. Non si tratta di uno strano aggeggio che ha a che fare con la misteriosa forza di gravità o, almeno, non solo, piuttosto di un dispositivo in grado di catturare gli insettini ronzanti e infestanti e di impedirne la riproduzione, raccogliendo al contempo dati che serviranno ai ricercatori del Dipartimento di Biologia per effettuare una serie di analisi sulla popolazione di zanzara tigre asiatica locale. Infine, sono state scattate 1500 fotografie che, disposte su cinque muri – uno per ognuna delle “grancie”, cioè delle zone, delle comunità, nelle quali è stata idealment e urbanisticamente divisa e ricollegata l’isola – hanno composto cinque frasi, come altrettanti pilastri del progetto: “Non goccia ma oceano”, “Non albero ma foresta”, “Non stella ma firmamento”, “Non nodo ma rete”, “Non granello ma spiaggia”.
Ma non è finita qui. Oltre a continuare il censimento in 3D, a maggio sarà presentata una scultura interattiva multimediale che, utilizzando un sistema di Intelligenza Artificiale e un’app per dispositivi mobili, restituirà l’avanzamento della ricerca in forma visiva. A conclusione, a settembre, sarà resa la traccia delle ricadute reali dei vari momenti. E a ognuno degli abitanti rimarranno la propria statuetta, simile e diversa da tutte le altre come il tassello di un ritratto iperesteso, e la tavoletta di cioccolata, catalizzatore di esperienze (di gusto e tutto quello che ne consegue). O, almeno, la sua bella confezione colorata, se qualcuno è stato troppo goloso.
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