Il progetto, nato nel 2019 su iniziativa del Comune di Venezia, ha come principali obiettivi la diffusione e la promozione delle sperimentazioni artistiche contemporanee realizzate da giovani under 35 che vivono o lavorano in Italia. Il tema con cui si sono confrontati quest’anno i partecipanti è il titolo della Biennale Arte 2024, Stranieri ovunque – Foreigners Everywhere, scegliendo una delle sette discipline di concorso: Fotografia, Fumetto e Illustrazione, Opere in Vetro, Pittura, Poesia Visiva, Street Art e Videoarte. Attualmente sono in mostra a Forte Marghera le opere che, a seguito di una selezione effettuata dalle giurie di competenza, si sono classificate al secondo, al terzo e al quarto posto ex aequo. Le opere vincitrici, invece, sono ora esposte al Padiglione Venezia presso i Giardini della Biennale, dove rimarranno fino al 26 novembre per poi raggiungere gli spazi della mostra collettiva fino alla chiusura.
Artefici del nostro tempo rappresenta un’occasione unica per gli artisti emergenti che intendono far conoscere le proprie creazioni, avendo la possibilità di entrare a contatto con il fervente ambiente culturale veneziano. Creatività e talento costituiscono i due fattori che il concorso valorizza attraverso la collettiva, permettendo così un confronto di idee e di stimoli. Osservando le opere in esposizione ci si accorge immediatamente delle innumerevoli vie percorse dagli artisti per declinare in modo del tutto personale il tema Stranieri Ovunque.
Un’estraneità che si può legare a un disagio interiore, a una condizione fisica, a una migrazione, a una lotta contro i pregiudizi e le ingiustizie quotidiane. L’estraneità rispetto a un percorso di vita obbligato dai dogmi sociali rappresenta uno degli spunti di riflessione dell’opera pittorica di Giulia Osella, dal titolo 00:11. Lo schema compositivo, tramite linee che si incrociano, conduce lo spettatore al punto in cui ci si libera metaforicamente delle aspettative realizzando un’esistenza propria.
Anche la malattia può costituire una condizione di estraneità nei confronti degli altri e di sé stessi. È il caso dell’opera video Memory Glitch di Sabrina Zuccato, che racconta l’incedere del morbo di Alzheimer attraverso alcuni disturbi dell’immagine. Il video è stato realizzato con l’ausilio dell’Intelligenza Artificiale, che costituisce uno strumento di cui gli artisti si possono avvalere e che riafferma la vicinanza del concorso alle modalità creative del presente. L’utilizzo del vetro sottolinea invece il rapporto con l’arte veneziana grazie a sculture come Spazio dell’essere, Riflesso interiore di Linda Simioni, che analizza i frammenti che compongono l’interiorità umana.
L’ironia presente nell’illustrazione Dove sono i VENEZIANI? di Alessandro “Zoen” Enzo contribuisce a una riflessione sulla condizione di estraneità rispetto al contesto di vita quotidiano, rappresentando la storia di Marisa e Bepi che si perdono in Piazza San Marco a causa della folla di turisti. Estraneità che diventa incontro e coesione nel murales spray Collante sociale di Giovanni Zark Laporta, mentre una dicotomia tra morte e rinascita nelle fotografie di Elia Brignoli dal titolo Propagazione X.
Artefici del nostro tempo, dunque, propone un percorso unico tra le più recenti sperimentazioni artistiche del panorama italiano, permettendo al visitatore di entrare in contatto con le idee dei settantasei autori in mostra.
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