Non c’è abbastanza spazio, sul caro, vecchio pianeta Terra, per l’artista britannico Sacha Jafri per il suo prossimo progetto, ha deciso di esporre sul nostro Satellite preferito: l’opera “We Rise Together – By the Light of the Moon” sarà infatti trasportata sulla Luna, a bordo di un razzo della United Launch Alliance, alimentato da motori sviluppati da Blue Origin di Jeff Bezos. Il lancio è previsto per la prima settimana di marzo, presso il Kennedy Space Center di Cape Canaveral, in Florida.
Si tratta di un’incisione raffigurante una figura maschile e una femminile, circondate da 88 cuori. Per il supporto, è stata sviluppata una particolare lega d’oro in grado di resistere all’ambiente estremo della superficie lunare. E gli appassionati di arte extraterrestre potranno anche avere un corrispettivo a portata di mano. O quasi. Quando l’opera fisica atterrerà sulla Luna, 88 NFT saranno messi in vendita sulla Terra.
E chi ha dubbi sulla sostenibilità di un trasporto del genere, farebbe bene a mettersi il cuore in pace, Jafri ha pensato a tutto: per compensare l’evidente enormità di una impresa del genere, tutti i proventi saranno donati a enti di beneficenza umanitari. «Spero di raccogliere un’enorme quantità di denaro per le quattro principali opere di beneficenza del nostro mondo: salute, istruzione, sostenibilità e uguaglianza», ha affermato l’artista che, a questo punto, si può considerare anche un filantropo, addirittura.
Insomma, dopo aver infranto il Guinness World Record per il dipinto su tela più grande del mondo, “Journey of Humanity”, con una estensione di circa cinque chilometri quadrati e una valutazione di 62 milioni di dollari, raggiunta in un’asta a Dubai, Jafri continua a pensare in grande, anzi, al di fuori. D’altra parte, nonostante tra i suoi collezionisti figurino personaggi del calibro di Barack Obama, Richard Branson, Leonardo DiCaprio, Bill Gates, Madonna e David Beckham, l’artista britannico può essere considerato una sorta di outsider del sistema dell’arte e spesso preferisce lavorare nella galassia un po’ fumosa degli enti di beneficenza, piuttosto che con le tradizionali gallerie.
Ma avevamo proprio bisogno di questa ennesima opera a fin di bene? Già Jeff Koons aveva annunciato un progetto molto simile, “Moon Phases”, che prevedeva il lancio di un gruppo di sculture in orbita, sempre dal Kennedy Space Center (che a questo punto immaginiamo come una sorta di centro smistamento Amazon), e la loro installazione sulla Luna. Anche in questo caso, dall’opera sarebbero stati realizzati vari NFT da mettere in vendita. A oggi, però, non ci sono aggiornamenti in merito e probabilmente le sculture sono ancora in qualche magazzino sottoposto alla forza di gravità.
Il progetto di Jafri è stato commissionato da Spacebit, una società con sede nel Regno Unito che sviluppa tecnologia di robotica spaziale e strumenti di analisi dei dati. Secondo quanto riportato, sarà inviato sulla Luna dalla stessa Spacebit e nell’ambito del CLPS – NASA Commercial Payload Services, una iniziativa dell’ente aerospaziale statunitense incentrata sui «Servizi di consegna lunare» (ma secondo Hyperallergic la NASA non sa ancora nulla di Jafri e del suo progetto). Selenian Network, società con sede negli Emirati Arabi Uniti e specializzata in tecnologie blockchain, svilupperò il lancio degli NFT. Un lander lunare collocherà l’opera in un cratere noto come Lacus Mortis, il Lago della Morte, dove rimarrà per l’eternità, ben distante dagli occhi di noi piccoli, poveri terrestri. Insomma, anche se al prezzo di una trasferta spaziale, non tutto il male viene per nuocere.
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