Un tappeto monumentale, di 500 metri quadrati, che porta i segni di una storia antica e latente nella contemporaneità: è il Red Carpet di Stefano Arienti, che avrà il compito di introdurre lo spazio di ArtVerona 2022 – che aprirà dal 14 al 16 ottobre 2022 – definendo anche l’esperienza immediata della fiera diretta da Stefano Raimondi (qui la nostra intervista). Per la precedente edizione era stata presentata l’installazione “Stop by”, un grande tappeto interamente vivibile ideato da Paola Pivi.
Realizzato anche questa volta in partnership con Aquafil, azienda leader nella produzione di fibre sintetiche da materiale di riciclo, il tappeto di Stefano Arienti per ArtVerona si ispira all’opera, alla ricerca, alla visione, all’utopia, di Giovanni Battista Piranesi. Corso Europa (da G.B. Piranesi) è il titolo, a richiamare, attraverso la nominazione “ufficiale” di una strada, una riflessione sul Continente europeo, comprendendo tutti gli Stati che hanno fatto parte, a vario titolo, della sua complessa esistenza. A partire dall’eredità dell’Impero Romano.
«È rimasto un pizzico di eredità romana nella cultura e geografia dell’Europa contemporanea, continente dagli incerti confini geografici e culturali in particolare a Est», afferma Stefano Arienti. Acuto sperimentatore delle stratificazioni dell’immagine, per questo progetto l’artista è partito da due incisioni presenti nel primo volume di “Le antichità romane” di Piranesi, pubblicato nel 1756, che portano entrambe la seguente didascalia: «Frammenti di marmo della pianta di Roma antica, scavati saranno due secoli, nelle rovine del tempio di Romolo, et ora esistenti nel Museo di Campidoglio». Ritagliando, ruotando e giustapponendo le porzioni di queste immagini Arienti ha riorganizzato i frammenti come se fossero il lastricato di una strada, che può ricordare i basolati romani, ma anche le pietre su cui camminare in un giardino roccioso.
«I nomi degli stati che sono presenti nel continente europeo caratterizzano i massi della strada, ma non c’è un criterio preciso con cui sono disposti, e si orientano diritti rovesci e di traverso, un po’ come le scritte romane già presenti nei frammenti», continua l’artista nato nel 1961, ad Asola, in provincia di Mantova. «L’estremo ingrandimento delle immagini originali (entrambe mm 465 x 680) trasforma i pezzi di marmo in giganteschi pietroni su cui si può stazionare anche in un piccolo gruppo e ci si può persino divertire a saltare da masso a masso», conclude Arienti, introducendo il tema del gioco e della partecipazione, presente anche in altri suoi lavori.
«L’opera di Stefano Arienti – spiega Giulio Bonazzi, Presidente di Aquafil – è realizzata in filo rigenerato ECONYL®, un filo di nylon completamente ottenuto dal riciclo di rifiuti plastici, come reti da pesca usurate, tappeti, tessuti o rifiuti industriali, ed è pensata per essere scomponibile, al termine della manifestazione, in tante opere più piccole che potranno così sostenere il lavoro delle associazioni che si dedicano al riciclo e al recupero per la salvaguardia ambientale. Una ricaduta sul sociale che riteniamo davvero importante e densa di significati. Anche per questo ringraziamo l’azienda Sit-In che lo ha prodotto».
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