76 artisti provenienti da 39 Paesi diversi e una mappa di 11 sedi diffuse in tutta la città: la BAB – Bangkok Art Biennale ha inaugurato la sua quarta edizione, aperta da 24 ottobre 2024 al 25 febbraio 2025, con l’ambizione di mettere in luce la vivace scena artistica del sudest asiatico, ampliando lo sguardo alle prospettive internazionali.
Fondata nel 2017, la Bangkok Art Biennale trasforma la capitale della Thailandia in un centro che celebra l’arte, la creatività e la cultura, a partire dai suoi monumenti iconici e dai templi, come il Wat Pho, il Tempio del Buddha sdraiato, il Wat Arun, il Wat Bowon e il Wat Prayoon, e coinvolgendo anche musei, istituzioni e gallerie, tra cui la National Gallery of Thailand e la Siwamokhaphiman Hall del National Museum Bangkok. Tra le altre sedi, anche il Museum Siam, il Bangkok Art and Culture Centre, One Bangkok, Queen Sirikit National Convention Center.
Guidato da Apinan Poshyananda, amministratore delegato e direttore artistico della Bangkok Art Biennale, il team curatoriale per l’edizione di quest’anno comprende Pojai Akratanakul, responsabile della sezione curatoriale di BAB, Brian Curtin, critico d’arte ed educatore, Akiko Miki, Direttore artistico internazionale di Benesse Art Site Naoshima e curatore, e Paramaporn Sirikulchayanont, docente ed ex direttore del Centro d’arte dell’Università Silpakorn. Nel panel degli advisor invece, tra le varie personalità, la grande artista Marina Abramović e Jean-Hubert Martin, direttore onorario del Centre Georges Pompidou di Parigi.
Nurture Gaia è il tema scelto dal comitato curatoriale, in riferimento alla figura materna della Madre Terra, attraverso varie culture. L’impostazione teorica parte dalla cosiddetta “Ipotesi Gaia”, formulata dallo scienziato inglese James Lovelock nel 1979, insieme alla microbiologa Lynn Margulis. Secondo tale ipotesi gli organismi viventi sulla Terra interagiscono con le componenti inorganiche per formare un complesso sistema sinergico e autoregolante che aiuta a mantenere e perpetuare le condizioni per la vita sul pianeta. Verrebbe da chiedersi, a questo punto, se anche l’estinzione della specie umana, verso la quale stiamo inesorabilmente correndo, non rientri in questo meccanismo di autoregolazione.
«Oggi affrontiamo questioni urgenti come il cambiamento climatico, le pandemie, la guerra e la distruzione ambientale causata dagli esseri umani. C’è una crescente consapevolezza che l’umanità, come parte integrante della Terra, sta affrontando sfide critiche», spiegano gli organizzatori. L’Organizzazione Meteorologica Mondiale ha recentemente annunciato i mesi estivi più caldi misurati in Europa. Nel settembre 2023, il capo delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha attribuito tutta la colpa agli esseri umani: «Gli scienziati avvertono da tempo cosa provocherà la nostra dipendenza dai fossili». «Il nostro pianeta sta implodendo più velocemente di quanto possiamo far fronte agli eventi meteorologici estremi che colpiscono ogni angolo del nostro pianeta», ha continuato Guterres, citato dall’organizzazione della Biennale, aggiungendo che «L’aumento delle temperature richiede un impegno concreto. I leader devono alzare la pressione ora per le soluzioni climatiche».
Tra gli artisti invitati a esporre le loro opere, autori affermati come Tony Cragg, Anish Kapoor Adel Abdessemed, Guerreiro do Divino Amor, Elmgreen & Dragset, Camille Henrot, AKI INOMATA, Abraham Poincheval, gli italiani Chiara Camoni, Daniela Comani e Lello Esposito e i grandi maestri Joseph Beuys e Louise Bourgeois. I punti salienti del programma includono una varietà di opere d’arte, come le performance e le installazioni in costume di Mella Jaarsma e i lavori di Pokchat Worasub, che esplorano l’identità etnica e la marginalità attraverso la fotografia. Inoltre, le principali sculture di Anish Kapoor e Tony Cragg rimarranno permanentemente esposte a One Bangkok, un avveniristico distretto integrato di recente sviluppo.
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