160 opere realizzate in 365 giorni, a quattro mani. Numeri sbalorditivi ma tutto è possibile, visto che stiamo parlando di Jean-Michel Basquiat e Andy Warhol, uno dei dialoghi più fulminanti della storia dell’arte. Tra il 1984 e il 1985, i due, il talentuoso e autodidatta artista emergente e il grande maestro iconico per eccellenza, attraversarono uno straordinario momento di energia creativa (condiviso, in realtà, anche con Francesco Clemente) che li avrebbe condotti, da un lato, a uno dei punti più alti e interessanti della loro ricerca, dall’altro, a una crisi insanabile nel rapporto, dovuta anche a una ricezione, nell’immediato, non proprio positiva delle mostre congiunte. Intorno a questa storia tanto incredibile quanto profondamente radicata in un preciso contesto storico, sociale e culturale, è costruita “Basquiat x Warhol, painting 4 hands”, la nuova mostra che la Fondation Louis Vuitton di Parigi presenterà nell’aprile 2023.
A cura di Dieter Buchhart e Anna Karina Hofbauer, in collaborazione con Olivier Michelon, l’esposizione tenterà di restituire quella particolare «Conversazione attraverso la pittura», come la definì Keith Haring, attraverso ben 100 opere firmate congiuntamente dai due artisti e riunite per la prima volta. Saranno inoltre presenti anche lavori individuali e una serie di opere di altri grandi autori, come Jenny Holzer e Kenny Scharf, oltre allo stesso Haring, per rievocare l’atmosfera unica della New York degli anni ’80, epicentro dell’arte contemporanea. L’esposizione sarà ampliata da un denso apparato fotografico, tra cui la famosa serie “Boxing Gloves” realizzata da Michael Halsband e prodotta per comporre il manifesto della fatidica mostra tenutasi nel 1985 alla Galleria di Tony Shafrazi, che presentò le opere a quattro mani e segnò l’inizio della fine dell’amicizia tra i due.
La mostra della Fondation Louis Vuitton si aprirà con una serie di ritratti “a specchio”: Basquiat visto da Warhol e Warhol da Basquiat. Si proseguirà dunque con le prime collaborazioni, incoraggiate dal mercante dei due artisti, Bruno Bischofberger e realizzate di insieme all’artista italiano Francesco Clemente. Dopo i primi 15 dipinti a sei mani, Basquiat e Warhol proseguirono la loro collaborazione quasi quotidianamente, con entusiasmo e complicità. «L’energia e la forza dei loro incessanti scambi saranno il motore della mostra, che attraverserà tutte le gallerie della Fondazione», spiegano dall’organizzazione.
«Andy iniziava un dipinto e ci metteva sopra qualcosa di molto riconoscibile o il logo di un prodotto, e io lo deturpavo. Quindi provavo a convincerlo a lavorarci ancora un po’», raccontava Basquiat. «Credo che questi dipinti che stiamo facendo insieme siano migliori quando non puoi riconoscere chi ha fatto quali parti», diceva Warhol.
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