The Tree of Knowledge (2024), acquistata dalla compagnia Lingotto Investment Managment, è stata poi esposta in Pinacoteca Agnelli e sarà nuovamente in mostra a New York da ottobre 2024. Il ricavato dell’opera d’arte sarà destinato a due organizzazioni senza scopo di lucro: Big Green, che promuove la giustizia alimentare, e Art into Acres, che sostiene la salvaguardia della terra da parte degli artisti. Con l’intento di proteggere aree ad alta biodiversità, i soldi acquisiti dalla vendita dell’opera supporteranno, afferma la dottoressa Haley Mellin artista e fondatrice di Art into Acres, “almeno 4 milioni di ettari di nuove terre da preservare in tutto il mondo. Le località includono la foresta pluviale di vecchia data in Amazzonia, le zone umide in Australia e le foreste di nubi in Ecuador”. Abbiamo fatto alcune domande a Beeple per farci spiegare il suo nuovo progetto artistico.
È un piacere incontrarti, potresti raccontarci della tua opera d’arte The Tree of Knowledge?
«La scultura, come puoi vedere, è un grande albero rotante con un bel po’ di tecnologia infusa al suo interno. C’è un controller con una manopola e il visitatore dell’opera può ruotare il selettore e scegliere tra il segnale e il rumore. Quando ti sintonizzi sul segnale, hai una scena pacifica in cui natura e tecnologia coesistono. Quando ti sintonizzi sul rumore la scena è molto caotica e ti connette a statistiche, quotazioni di borsa e feed di notizie in tempo reale da tutto il mondo.»
Quindi l’opera d’arte mostra come possiamo scegliere la nostra realtà.
«Sì. L’analogia è che noi, come esseri umani, abbiamo la capacità di scegliere tra queste due realtà. Possiamo vivere in un mondo dove viviamo pacificamente nella natura e la tecnologia coesiste con la natura, oppure possiamo vivere in un mondo scrollando sui nostri telefoni dove siamo come “Oh mio dio, il mondo sta finendo” e tutto è sul punto di essere immediatamente in frantumi. Volevo esplorare queste due dinamiche. Nel frattempo, volevo ricordare alla gente che si può scegliere la tecnologia che si desidera portare nella propria vita e quanto si si vuole vivere nel meta verso.»
Cosa pensi della nostra interazione con la tecnologia?
«Può essere molto pericolosa ma tu puoi scegliere, puoi scegliere il tuo livello di interazione con la tecnologia.»
Questa scultura ha una serratura con una chiave. Cosa puoi fare con la chiave?
«Quando premi il bottone rosso etichettato Violenza il lavoro andrà nella sequenza di fuoco. Questa è una cosa che puoi fare solo 666 volte. Lo abbiamo ideato per essere esposto nei musei e ha un numero limitato di tempo prima che l’albero rimanga bloccato nell’incendio. Noi non vogliamo che il bottone venga premuto continuamente. Noi desideriamo che il bottone abbia un’importanza, così che la performance abbia un numero finito di prestazioni. Così che tu non lo possa fare ogni volta che vuoi. Ha un’analogia con la violenza, c’è solo un limitato numero di volte in cui possiamo farlo, poi rischiamo di rovinare irrimediabilmente il pianeta.»
Puoi definire il tuo lavoro come una forma di attivismo politico? Hai una posizione nelle correnti elezioni politiche?
«Non mi considero un attivista politico perché non cerco di dirti cosa devi pensare e devi fare. Personalmente credo che se dici a qualcuno cosa fare e cosa pensare stai facendo propaganda. Io preferisco porre domande, piuttosto che dare risposte. Penso che la migliore arte faccia più domande, piuttosto che dare risposte. Questa opera d’arte permette agli spettatori di scegliere la loro realtà, se scegliere qualcosa di più sereno e in equilibrio con la natura, o qualcosa di più caotico, con feed digitali non-stop per esempio.»
La tua nuova scultura ha componenti NFT?
«Sì, questo lavoro ha un NFT che è sulla blockchain. La scultura ha una componente fisica e una componente NFT. L’NFT viene aggiornato ogni giorno in base alle notizie di quel giorno. Quindi l’NFT è continuamente in cambiamento nel tempo. Esiste questo mix tra i mondi fisici e digitali. Vi è una componente fisica e una componente puramente digitale del NFT che tutti possono vedere e possono vederla aggiornare ogni giorno.»
Com’era la situazione degli NFT prima del trend? Sei stato uno dei primi artisti che si sono dedicati a questo tipo di asset digitale?
«Io non sono stato uno dei primi artisti. Diverse persone ci stavano già lavorando da un paio di anni. Io ero solo un artista molto popolare. Ho imparato come usare gli NFT quattro mesi prima della vendita di 5.000 Days. Essendo un artista digitale molto popolare, sono stato in grado di mostrare gli NFT a molte persone e da lì sono esplosi.»
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