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Biennale arte 2024, il Padiglione Canada presenta Kapwani Kiwanga
Arte contemporanea
di redazione
Sarà Kapwani Kiwanga l’artista che rappresenterà il Canada alla 60ma Esposizione Internazionale d’Arte contemporanea della Biennale di Venezia, che si terrà dal 20 aprile al 24 novembre 2024. L’annuncio è stato dato dalla NGC – National Gallery of Canada di Ottawa, uno dei musei più importanti del Paese nordamericano e che, dal 2010, in collaborazione con il Canada Council for the Arts, si occupa dell’organizzazione e della supervisione del Padiglione nazionale ai Giardini, costruito nel 1957 e recentemente sottoposto a un importante lavoro di restauro. Nei giorni scorsi sono stati già annunciati i nomi degli artisti che rappresenteranno Francia, Gran Bretagna e Svizzera e, a questo punto, non può che crescere l’attesa anche per l’Italia.
Nel 2022, il progetto per il padiglione del Canada alla Biennale d’Arte di Venezia è stato commissionato a Stan Douglas ma non sono mancati i nomi di rilievo nelle scorse edizioni, come, tra agli altri, Jean-Paul Riopelle, Michael Snow, Geneviève Cadieux, Janet Cardiff e George Bures Miller, Rebecca Belmore, David Altmejd, Shary Boyle. Il progetto di Kiwanga a Venezia sarà curato da Gaëtane Verna, Executive Director del Wexner Center for the Arts.
«La NGC è orgogliosa di presentare il lavoro di Kapwani Kiwanga per il Canada alla 60ma Biennale di Venezia», ha dichiarato Angela Cassie, Direttrice e CEO ad interim della National Gallery of Canada, commissaria del Padiglione Canada a Venezia. «Ampiamente riconosciuta per il suo approccio singolare, il lavoro di Kiwanga presenta una ricerca rigorosa in modi fantasiosi per consentire alle narrazioni storicamente escluse di prosperare. Vorrei congratularmi con i membri della nostra giuria nazionale per aver scelto una voce così puntuale e provocatoria per rappresentare il ruolo vitale e il posto del Canada nell’arte contemporanea internazionale».
Alla Biennale di Venezia, peraltro, Kiwanga aveva già esposto, in occasione della mostra internazionale dell’ultima edizione, “Il Latte dei Sogni”, curata da Cecilia Alemani (nel 2024 invece sarà curata dal brasiliano Adriano Pedrosa). Nello specifico, aveva presentato Terrarium, una nuova installazione ispirata ai colori del deserto al tramonto, che univa grandi dipinti semitrasparenti a una serie di sculture in vetro contenenti sabbia, un materiale definito politico dall’artista, per il suo richiamo alla desertificazione.
Il profilo di Kapwani Kiwanga, artista del Padiglione Canada alla Biennale
Nata nel 1978, a Hamilton, in Ontario, Kiwanga ha studiato antropologia alla McGill University di Montreal e arte all’Ecole Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi. Riconosciuta tra le artiste contemporanee più influenti e la sua ricerca è incentrata sulla narrazione di storie emarginate o dimenticate, attraverso una serie di linguaggi eterogenei, come scultura, installazione, video e performance. Nelle sue opere, che spesso sono pensate e realizzate in stretta connessione con lo spazio e il contesto, vengono messe a nudo le dinamiche più opache dei meccanismi socioculturali e le asimmetrie del potere, che sia occulto o costituito.
«Kapwani Kiwanga scava negli archivi del mondo e conduce ricerche approfondite che si intrecciano elegantemente nelle sue opere», ha commentato Verna. «È interessata al ruolo dell’arte come catalizzatore per rivelare e affrontare narrazioni socio-politiche alternative e spesso messe a tacere ed emarginate ma che fanno parte delle nostre storie condivise. È un onore per me essere stata invitata a curare il Padiglione del Canada, in continua conversazione con Kiwanga, e non vedo l’ora di supportarla in ogni aspetto di questo importante progetto, in cui senza dubbio trascenderà i materiali che sceglierà di utilizzare, per trasformare la nostra comprensione del mondo».
Kiwanga ha esposto in occasione di mostre personali presso alcune tra le più prestigiose sedi espositive al mondo, come il Centre Georges Pompidou di Parigi, l’Irish Museum of Modern Art, partecipando a importanti manifestazioni internazionali come il Kassel Documentary Film and Video Festival, la fiera Paris Photo e l’Armory Show di New York.
Nel 2019, un’ampia personale di Kiwanga è stata esposta al MIT List Visual Arts Center, mentre nel 2022, al New Museum di New York, ha esaminato la storia sociale della luce come forma di sorveglianza. Kiwanga ha ricevuto due nomination ai BAFTA per i suoi film e video, nel 2018 è stata nominata vincitrice del primo Frieze Artist Award e nello stesso anno ha vinto il Sobey Art Award. Nel 2020 ha vinto il prestigioso Prix Marcel Duchamp.