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Biennale d’Arte 2024: il Benin avrà il suo primo padiglione a Venezia
Arte contemporanea
di redazione
Dopo le anteprime di alcuni tra i Padiglioni Nazionali più importanti che vedremo alla prossima Biennale d’Arte di Venezia, che si terrà nel 2024, come Gran Bretagna e Francia, questa volta si svela una prima partecipazione assoluta: si tratta della Repubblica del Benin, che così andrà a unirsi alla squadra ancora piccola ma in crescita delle nazioni africane. Non ci sono ancora dettagli più specifici sul progetto né sulla collocazione del padiglione ma a curare l’esposizione sarà Azu Nwagbogu, fondatore e direttore della AAF – African Artists Foundation, associazione con sede a Lagos, in Nigeria, dedicata al supporto della creatività degli artisti africani e alla libera espressione.
Nato a Lagos, Nwagbogu è noto a livello internazionale per il suo impegno nella diffusione della conoscenza dell’arte africana, in particolare della fotografia. Dopo aver fondato AAF nel 2007, ha contribuito a lanciare il festival fotografico LagosPhoto nel 2010. Nel 2018 e 2019 è stato direttore dello Zeitz Museum of Contemporary Art Africa a Città del Capo, dove ha co-organizzato varie mostre tra cui un’importante collettiva incentrata sulla pittura contemporanea dello Zimbabwe. È stato incaricato di guidare l’organizzazione del Padiglione del Benin alla Biennale di Venezia da un comitato di selezione composto da membri della National Gallery of Benin e del Ministro del turismo, della cultura e delle arti, guidato dal presidente del Paese, l’imprenditore Patrice Talon, eletto nel 2016.
«Siamo lieti di avere Azu Nwagbogu come curatore del Padiglione Nazionale del Benin», ha dichiarato Talon in una nota. «Il suo background unico, la sua visione e la sua esperienza nel campo della curatela d’arte lo rendono il candidato perfetto per mostrare al mondo il patrimonio culturale e l’arte contemporanea del nostro Paese».
La partecipazione dello Stato africano alla Biennale fa parte di una più ampia strategia politica, impegnata nella diplomazia culturale. Figlio di un ferroviere e fondatore della Société de distribution intercontinentale per la vendita di prodotti agricoli industriali in Africa, Talon ha fatto della restituzione dei manufatti saccheggiati in epoca coloniale una priorità fin dalla sua elezione. Nel 2021 il suo governo ha firmato un accordo con la Francia per ricevere 26 tesori rubati dai militari francesi più di un secolo fa. Nel 2022, l’ufficio di Talon ha organizzato una mostra itinerante molto popolare che ha messo in mostra quegli oggetti accanto a opere di artisti contemporanei del Benin. Intitolata “Benin Art from Yesterday to Today, from Restitution to Revelation”, l’esposizione fu presentata al palazzo presidenziale di Cotonou ed è in mostra al Mohamed VI Museum of Modern and Contemporary Art di Rabat, in Marocco, fino a maggio 2023.
Sulla questione della restituzione dei manufatti e delle opere d’arte saccheggiati durante l’epoca coloniale, si è espresso anche Nwagbogu nel corso di numerosi panel internazionali. Nel 2017 ha anche partecipato a un forum tenutosi durante la Biennale di Venezia sulla sotto rappresentazione delle nazioni africane alla Mostra internazionale d’arte. Quell’anno, furono solo sette i Paesi africani presenti tra i Padiglioni. Il numero sta lentamente aumentando: Ghana e Madagascar hanno fatto il loro debutto nel 2019, seguiti da Camerun e Namibia nel 2022.
Il primo padiglione del Benin sarà commissionato da José Pliya, un drammaturgo che è il direttore generale di La Galerie Nationale du Bénin. Il team comprenderà anche la curatrice Yassine Lassissi, che ha contribuito a organizzare la sezione contemporanea della mostra “Benin Art from Yesterday”, e l’architetto Franck Houndégla.