Tanto tuonò che – alla fine, con relativa calma – effettivamente venne a piovere. Abbondantemente preannunciata a sorpresa dal Sottosegretario delegato per l’Arte e l’Architettura Contemporanea Vittorio Sgarbi, come un fulmine a ciel sereno, era stata la nomina di Luca Cerizza e Massimo Bartolini come curatore e artista del Padiglione Italia alla 60ma Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, in apertura dal 20 aprile e visitabile fino al 28 novembre 2024. E adesso arriva il secco comunicato della DGCC – Direzione Generale Creatività Contemporanea del MIC – Ministero della Cultura, che ufficializza l’incarico affidato dal ministro Gennaro Sangiuliano. Ricordiamo che il progetto presentato da Luca Cerizza era stato scelto in una shortlist di tre candidati – Ilaria Gianni, con un progetto di Anna Franceschini, e Luca Lo Pinto, con un progetto di Invernomuto, oltre a Cerizza e Bartolini appunto –, selezionati dalla Commissione di valutazione dell’avviso pubblico a due fasi.
Il progetto presentato da Luca Cerizza e Massimo Bartolini per il Padiglione Italia, che dal 2006 è nella sede delle Tese delle Vergini all’Arsenale, è intitolato Due qui / To Hear e include contributi appositamente ideati da musiciste e scrittori. Tradizionalmente è uno spazio tutt’altro che semplice, con i suoi 1200 mq a cui si aggiungono 900 mq in esterno. Nelle ultime edizioni, il numero degli artisti partecipanti si era drasticamente ridotto, dopo tante mostre collettive dagli esiti alterni. Si è passati dunque da una formula a tre all’artista singolo, per l’ultima edizione, con il progetto di Gian Maria Tosatti curato da Eugenio Viola. E il format singolo è rimasto anche per la 60ma, anche se Sgarbi, in sede di anticipazione, non ha nascosto i suoi dubbi per questa scelta di unicità. I dettagli del progetto saranno presentati nel corso di una conferenza stampa dedicata, prevista nei primi mesi del 2024.
Luca Cerizza (Milano, 1969) è curatore e scrittore d’arte. Vive a Torino e Milano. Dal 2006 insegna Museologia e Studi Curatoriali al master specialistico della NABA (Nuova Accademia di Belle Arti, Milano). Autore di Alighiero Boetti. Mappa (Afterall, Londra 2008/Electa, Milano 2009) e de L’uccello e la piuma. La questione della leggerezza nell’arte italiana (Et al. Edizioni, Milano 2010), Cerizza ha curato l’antologia dei testi critici di Tommaso Trini (Johan & Levi, Milano, 2016), e le più complete monografie su Diego Perrone, Gianni Pettena (Mousse, Milano 2020) e Massimo Bartolini (NERO Editions, 2022, con Cristiana Perrella). Tra gli ultimi progetti curatoriali ricordiamo le mostre personali di Tomàs Saraceno (Museo di Villa Croce, Genova, 2014, con Ilaria Bonacossa), Kazuko Miyamoto (The Japan Foundation, Delhi, 2015), le mostre personali di Gianfranco Baruchello (Raven Row, Londra, 2017), Tino Sehgal (OGR, Torino, 2018), la mostra Vincenzo Agnetti. NEG: Suonare le pause (Padiglione de l’Esprit Nouveau, Bologna 2021/Fondazione Antonio Dalle Nogare, Bolzano 2022), e Massimo Bartolini. Hagoromo (Centro Pecci, Prato, 2022-23. Con Elena Magini). Con Zasha Colah ha curato la personale di Prabhakar Pachpute (National Gallery of Modern Art, Mumbai, 2016), e la mostra principale della terza Pune Biennale (Pune, India, 2016).
Massimo Bartolini (Cecina, 1962) è docente di arti visive presso la NABA di Milano e l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Vive e lavora a Cecina (LI).
È uno degli artisti italiani più conosciuti a livello internazionale. A partire dal 1993 ha esposto in svariate occasioni, in Italia e all’estero. Ha avuto numerose mostre personali presso le gallerie Massimo De Carlo (Milano, dal 1997), Frith Street (Londra, dal 2002) e Magazzino (Roma, dal 2002) e in istituzioni come Henry Moore Foundation (Leeds, 1996), PS1 (New York, 2001), Museum Abteiberg (Mönchengladbach, 2003), GAM (Torino, 2004), Museu Serralves (Porto, 2007), Ikon Gallery (Birmingham. 2007), The Fruitmarket Gallery (Edimburgo, 2013), SMAK (Ghent, 2013), Fondazione Merz (Torino, 2017). Una recente mostra retrospettiva ha avuto luogo presso il Centro Pecci per l’Arte Contemporanea (Prato, settembre 2022-maggio 2023). Ha partecipato a importanti mostre internazionali come Biennale di Venezia (1999, 2009, 2013), Manifesta 4 (Francoforte, 2002), Biennale di San Paolo (2004), Biennale di Shangai (2006 e 2012), International Triennale of Contemporary Art (Yokohama, 2011), Documenta 13 (Kassel, 2012), Yinchuan Biennal (Cina, 2018), Bangkok Biennal (2020).
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