03 settembre 2024

L’Uzbekistan avrà la sua prima Biennale: arte contemporanea sulla Via della Seta

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Nel 2025 si svolgerà la prima edizione della Biennale di Bukhara, in Uzbekistan: artisti internazionali come Antony Gormley a Binta Diaw dialogheranno con le tradizioni dell'antica città, Patrimonio Unesco

Caption: Caravanserai Ahmadjon in Bukhara, courtesy of Rafal Sliwa. Photography credit: Courtesy of the Uzbekistan Art and Culture Development Foundation

La ACDF – Fondazione per lo Sviluppo dell’Arte e della Cultura dell’Uzbekistan ha svelato i dettagli di un nuovo progetto che si preannuncia come uno dei più affascinanti appuntamenti del panorama artistico contemporaneo: la Biennale di Bukhara. Dal 5 settembre 2025, questa città dall’inestimabile patrimonio culturale, riconosciuta Patrimonio mondiale dell’umanità dall’UNESCO come Città Creativa dell’Artigianato e dell’Arte Popolare, ospiterà un programma di dieci settimane che promette di ridefinire il concetto di biennale.

Sotto la direzione artistica di Diana Campbell, nota per la sua leadership alla Samdani Art Foundation e al Dhaka Art Summit, la biennale si presenta con il suggestivo titolo di Recipes for Broken HeartsRicette per cuori infranti. Questo tema, ispirato a una leggenda locale che vede il grande Ibn Sina inventare il piatto tradizionale uzbeko, il palov, per curare il cuore spezzato di un giovane principe, si traduce in un’esplorazione interdisciplinare che spazia dall’arte visiva alla performance, dalla musica all’architettura, passando per l’arte culinaria.

Caption: Caravanserai Ahmadjon in Bukhara, courtesy of Rafal Sliwa. Photography credit: Courtesy of the Uzbekistan Art and Culture Development Foundation

La Biennale di Bukhara si inserisce così nel prestigioso circuito delle grandi esposizioni d’arte internazionali, portando un nuovo fulcro nel cuore dell’Asia centrale. Peraltro, il Padiglione uzbeko alla Biennale d’Arte di Venezia ha ben figurato nelle ultime due edizioni, con un progetto dello Studio Space Caviar (Joseph Grima, Camilo Oliveira, Sofia Pia Belenky, Francesco Lupia) e Sheida Ghomashchi nel 2022, e di Aziza Kadyri in collaborazione con il collettivo Qizlar, nel 2024. A Tashkent, la capitale, ha aperto già dal 2019 il CCAT – Centre for Contemporary Art, la prima istituzione uzbeka interamente dedicata al contemporaneo, che ha curato il progetto di Kadyri a Venezia.

La nuova manifestazione ambisce dunque a far riemergere il ruolo dell’antica città, che si trova lungo la Via della Seta, come un crocevia di culture. Per la sua prima edizione, infatti, artisti di fama mondiale come Antony Gormley, Wael Shawky, Delcy Morelos, Marina Simão e Subodh Gupta, collaboreranno con maestri artigiani locali, creando opere che rifletteranno sia la tradizione che l’innovazione. Tra gli altri artisti internazionali coinvolti, anche la italo-senegalese Binta Diaw, il collettivo Slavs and Tatars, la giapponese Kei Imatsu e il duo lituano Pakui Hardware.

Tra gli artisti uzbeki, spiccano i nomi di Aziza Azim, Behzod Boltaev, Gulnoza Irgasheva, Oyjon Khayrullaeva, Hassan Kurbanbaev e Daria Kim, il cui progetto esplora le storie della diaspora coreana in Uzbekistan. La Biennale vedrà anche la partecipazione del pittore di miniature Davlat Toshev, che collaborerà con giovani studenti, inclusi bambini con bisogni speciali.

Il programma si articolerà tra storici monumenti di Bukhara come la Madrasa di Miri-Arab e il Minareto di Kalyan. L’architetto Wael Al Awar, che guida il progetto di rinnovamento del quartiere storico, ha contribuito a far sì che l’interazione tra antico e contemporaneo sia al centro della biennale, invitando il pubblico a riscoprire la ricchezza culturale di Bukhara attraverso una lente nuova.

«Per secoli, tradizioni religiose e culturali da ogni angolo del mondo si sono mescolate a Bukhara, dando vita a una ricca atmosfera di apprendimento, artigianato e produzione artistica», ha dichiarato la direttrice artistica Diana Campbell. «È sempre stato un luogo in cui le persone si riunivano per trovare unione nella ricerca di una vita più significativa attraverso la ricerca di una conoscenza spirituale, intellettuale e mondana. Recipes for Broken Hearts enfatizzerà questa eredità rivitalizzando alcuni degli straordinari siti che sono stati essenziali per lo sviluppo della cultura che celebriamo oggi, riportandoli nella vita della città attraverso un evento interdisciplinare che va oltre le nozioni tradizionali di una biennale d’arte».

 

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