Julien Creuzet, artista che rappresenta la Francia alla 60ma Biennale d’Arte di Venezia, in apertura il 20 aprile prossimo, ha presentato il suo progetto per il Padiglione ai Giardini in una conferenza stampa tenutasi in Martinica, alla Maison Glissant. Luogo simbolico e politico che già preannuncia le intenzioni di Creuzet, che si chiede quale significato abbia la definizione di rappresentanza nazionale, quando si proviene da un luogo designato come oltremare. «Venezia comincia in Martinica», afferma l’artista che vuole dunque contribuire a cambiare certe prospettive in futuro. Céline Kopp, direttrice di Le Magasin, centro nazionale d’arte contemporanea a Grenoble, e Cindy Sissokho, curatrice, produttrice culturale e scrittrice con sede nel Regno Unito, sono le due curatrici del Padiglione.
Attila cataracte ta source aux pieds des pitons verts finira dans la grande mer gouffre bleu nous nous noyâmes dans les larmes marées de la lune, è il titolo del progetto artistico per il Padiglione Francia alla Biennale d’Arte di Venezia del 2024, in cui già cogliamo colori, luci, suoni, paesaggi come antiche mitologie: è infatti con la poesia che Julien Creuzet intitola le sue opere e ogni sua mostra, ispirandosi anche a intellettuali come Aimé Césaire e Édouard Glissant.
Il pubblico del padiglione scoprirà uno spazio attraversato da fluidi, aperto a un immaginario radicale e collettivo, popolato di presenze divine e collegato a Venezia dalle sue acque. Un ambiente immersivo, composto da oltre 80 sculture di sei diverse tipologie, sei nuovi lavori video, sette sequenze per un’opera musicale in una dimensione olfattiva. «Quello che voglio offrire al pubblico in questo padiglione è una zona di confluenza complessa e sensoriale, un’esperienza da vivere profondamente. Ecco cosa rappresenta per me questo spazio. È un crocevia, un luogo dove si può incontrare tutto e, soprattutto, trovarsi faccia a faccia con se stessi», ha dichiarato Creuzet.
Classe 1986, Julien Creuzet è un artista franco-caraibico che vive e lavora a Montreuil, alle porte della capitale francese. Crea opere proteiformi in cui integra poesia, musica, scultura, cinema e animazione, evocando la storia travagliata della Martinica tra colonizzazione, creolizzazione e migrazione. Le sue installazioni accolgono detriti portati a riva dalla marea oceanica come dispositivi tecnologici, per parlarci di storie che attraversano il tempo e i territori geografici.
Vincitore del Prix Étant donnés 2022 ad Art Basel Miami Beach e nominato al Prix Marcel Duchamp nel 2021, le sue opere fanno parte di collezioni prestigiose come quella del Centre Pompidou o della Fondazione Galeries Lafayette. Ha partecipato a numerose collettive istituzionali, come la 35ma Biennale de São Paulo e Manifesta 13 a Marsiglia nel 2020, e ha esposto al Tinguely Museum di Basilea nel 2022. È stato oggetto di numerose mostre personali come al Palais de Tokyo e alla Fondation d’Entreprise Ricard di Parigi.
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