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Biennale e dintorni, cosa vedere a Venezia #1: da San Marco a Dorsoduro
Arte contemporanea
di redazione
Untitled association vi accompagna alla scoperta delle iniziative che animeranno l’intensa settimana di apertura della 60ma Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, Stranieri Ovunque/Foreigners Everywhere, a cura di Adriano Pedrosa (vernice 17, 18 e 19 aprile, apertura al pubblico dal 20 aprile al 24 novembre 2024). Una serie di itinerari diffusi per tutta la città, giorno per giorno, pensati per professionisti del settore, conoscitori e appassionati d’arte, tra mostre, eventi e spazi imperdibili. La mappa completa può essere consultata nell’ultimo numero di exibart onpaper, il 124, che troverete tra varie sedi a Venezia e nella nostra “casa”, ospitata in questa settimana presso la Fondazione Marta Czok (Campo Rialto Novo, 544). Per gli altri itinerari giornalieri, potete cliccare qui.
Oggi vi proponiamo un ricco itinerario tra San Marco, San Giorgio Maggiore, l’isola della Giudecca e Dorsoduro. Si parte dalla Fondazione Querini Stampalia, passando per A plus A Gallery e Pinault Collection. Raggiungeremo le Stanze del Vetro, a San Giorgio, per poi per spostarci in Giudecca presso la sede veneziana aperta da Galleria Alessandro Casciaro e Ncontemporary. Concluderemo la nostra giornata con la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova e la Peggy Guggenheim Collection.
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In Campo Santa Maria Formosa la Fondazione Querini Stampalia ha appena inaugurato la mostra dedicata a Ilya ed Emilia Kabakov, Between Heaven and Earth. A tribute to Ilya Kabakov. Curata da Chiara Bertola, in collaborazione con Fondazione Querini Stampalia e Ilya And Emilia Kabakov Art Foundation, la mostra ricorda, ad un anno dalla scomparsa, il maestro dell’arte concettuale Ilya Kabakov. Le installazioni storiche dell’artista naturalizzato americano dialogano con gli antichi spazi della Fondazione e vengono coreografate da oggetti, opere, testi, luci e suoni. Sono due i temi principali del percorso: l’incidente e la fuga. Il primo, inatteso e imprevisto, diviene rivelatore di verità altrimenti ignorate. La seconda è intesa come fuga dalla realtà attraverso l’arte e l’immaginazione. In questo binomio prende corpo una dimensione irreale e alternativa, dove tutto è rinegoziato e messo in discussione.
Segnaliamo inoltre l’inaugurazione, del 20 aprile, di A Journey to the Infinite: Yoo Youngkuk, a cura di Kim Inhye, evento collaterale della 60esima edizione della Biennale di Venezia – Foreigners Everywhere. Si tratta della prima esposizione dell’artista al di fuori della Corea: una mostra che si muove tra gli anni Sessanta e Settanta attraverso una selezione di 30 dipinti a olio e 20 stampe su rame, insieme a una serie di fotografie che ripercorrono la processualità artistica dietro alle opere di Yoo Youngkuk.
Arrivando in Campo Santo Stefano raggiungiamo due imperdibili inaugurazioni presso A plus A Gallery e il Teatrino di Palazzo Grassi. A plus A presenta Double Take una collettiva con gli artisti Paolo Cirio, Jesse Darling, Simon Denny, Kasia Fudakowski, Enej Gala, Monilola Olayemi Ilupeju, Eva e Franco Mattes, Ahmet Öğüt e Barbara Prenka, curata dalla School for Curatorial Studies di Venezia. Double Take è un invito a riconsiderare e prestare maggiore attenzione ai contenuti nascosti all’interno delle opere, cogliendone i significati più impliciti. È un’indicazione a guardare oltre l’immediatezza del contenuto visivo, assumendo una posizione critica in grado di muoversi lungo i confini di una realtà sempre più iperconnessa e smaterializzata.
Dal 15 al 22 aprile nel Foyer del Teatrino di Palazzo Grassi, Pinault Collection presenta il film di Edith Dekyndt Song to the Siren. Nel 2022 Dekyndt ha filmato una giovane donna sdraiata vicino al Monumento alla Partigiana, che si trova nelle acque della laguna di Venezia lungo la passeggiata che porta ai Giardini della Biennale. La donna tiene in mano un panno bianco con il quale asciuga, cura, pulisce, ripara, accarezza e consola la statua in bronzo: in queste azioni l’artista condensa la capacità di conservare i ricordi e, allo stesso tempo, il timore per il ripetersi di eventi drammatici.
Segnaliamo inoltre le due mostre di Palazzo Grassi e Punta della Dogana aperte al pubblico lo scorso 17 marzo: Julie Mehretu. Ensemble, a cura di Caroline Bourgeois, e Pierre Huyghe. Liminal, a cura di Anne Stenne. Ensemble è la più grande mostra sino a ora realizzata in Europa sul lavoro di Julie Mehretu; riunisce a Palazzo Grassi una selezione di oltre 50 opere, tra pitture e incisioni, realizzate in 25 anni di carriera, ricostruendo un viaggio libero e cronologico nell’operato dell’artista.
Liminal, la mostra a cui Pierre Huyghe è stato invitato a lavorare in stretta collaborazione con la curatrice Anne Stenne, presenta importanti nuovi lavori accanto a opere degli ultimi dieci anni, in particolare dalla Collezione Pinault. Huyghe ha trasformato Punta della Dogana in un ambiente dinamico abitato da creature umane e non umane, un luogo di formazione di soggettività in costante cambiamento e ibridazione.
Raggiungiamo insieme San Giorgio Maggiore fino a Le Stanze del Vetro con l’apertura al pubblico di 1912-1930 Il vetro di Murano e la Biennale di Venezia a cura di Marino Barovier. Con 135 opere, la mostra indaga la presenza del vetro nella rassegna artistica veneziana dal 1912 al 1930, dalla X alla XVII edizione della Biennale. Un momento d’oro per l’artigianato muranese, rivalutato e impiegato nelle sperimentazioni artistiche con l’apertura della Biennale delle arti decorative.
Con la linea 2, attraversiamo le acque della laguna per raggiungere l’isola della Giudecca con la prima mostra nella sede veneziana di Ncontemporary e Galleria Alessandro Casciaro in Fondamenta San Giacomo 199. La collettiva Lost directions presenta opere di Urs Lüthi, Santiago Reyes Villaveces e Silvia Rosi. Dall’omonima opera di Urs Lüthi presente in mostra, il progetto espositivo vaglia la complicata questione dell’identità e della determinazione, che accomuna l’operato degli artisti. Urs Lüthi, anche grazie al suo vissuto biografico, ha esplorato dagli anni Settanta in poi il corpo, la sessualità e l’identità di genere. Il lavoro di Silvia Rosi propone la complessità della diaspora post coloniale grazie all’eredità togolese della sua famiglia. L’artista riflette anche sulla coincidenza tra lingua e identità. Nel suo ultimo lavoro esplora le vicende delle lingue Ewe e Minà parlate in Ghana e Togo, miracolosamente sopravvissute alla colonizzazione francese e tedesca. Il concetto di identità, intesa come collettiva, ritorna nella produzione di Santiago Reyes Villaveces. L’artista esamina l’utilizzo spregiudicato dei sistemi di conoscenza che l’uomo applica per mercificare e ammansire la natura.
In Dorsoduro a pochi passi dalla Basilica di Santa Maria della Luce, concludiamo il primo itinerario con Fondazione Emilio e Annabianca Vedova e Peggy Guggenheim Collection. Nello spazio del Magazzino del Sale alle Zattere, la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova presenta Silentium a cura di Philip Rylands. La personale con 14 opere di Eduard Angeli, segna il ritorno in laguna dell’artista dopo la fuga a Vienna. Dopo l’acqua alta del 2019, che invase lo studio dell’artista, Rylands abbandonò la laguna. La mostra sancisce il suo ritorno a Venezia che, con la sua suggestiva atmosfera, si riconferma capace di nutrire la sua ispirazione.
Poco distante, Peggy Guggenheim Collection ospita la retrospettiva Jean Cocteau. La rivincita del giocoliere a cura di Kenneth E. Silver. La mostra presenta oltre 150 lavori, tra disegni e opere grafiche, gioielli e arazzi, documenti storici, libri, riviste, fotografie, documentari e film diretti dallo stesso Cocteau. La rassegna traccia l’estetica personalissima dell’artista ripercorrendo i momenti salienti della sua carriera con una produzione versatile che oscilla tra poesia, prosa e arte visiva.
Cosa vedere a Venezia #1: lunedì, 15 aprile
Fondazione Querini Stampalia
Campo Santa Maria Formosa, 5252
+39 041 2711 411
fondazione@querinistampalia.org
querinistampalia.org
Ilya and Emilia Kabakov. Between Heaven and Earth. A tribute to Ilya Kabakov
a cura di Chiara Bertola
>14.07.2024
A Journey to the Infinite: Yoo Youngkuk
a cura di Kim Inhye
> 24.11.2024
A plus A Gallery
Calle Malipiero
San Marco, 3073
+39 041 2770466
info@aplusa.it
aplusa.it
Double Take
Group show
a cura di School For Curatorial Studies Venice
> 15.07.2024
Pinault Collection
+39 041 2401 308
contact@pinaultcollection.com
pinaultcollection.com
Palazzo Grassi – Campo San Samuele 3231
Julie Mehretu. Ensemble
a cura di Caroline Bourgeois
> 06.01.2025
Punta della Dogana – Dorsoduro 2
Pierre Huyghe. Liminal
a cura di Anne Stenne
> 24.11.2024
Teatrino di Palazzo Grassi
San Marco 3260
Edith Dekyndt. Song to the Siren
> 22.04.2024
Le Stanze del Vetro
Isola di San Giorgio Maggiore, 8
+ 39 0415229138
info@lestanzedelvetro.org
lestanzedelvetro.org
1912-1930 Il vetro di Murano e la Biennale di Venezia
Group show
a cura di Marino Barovier
> 24.11.2024
Galleria Alessandro Casciaro | Ncontemporary
Fondamenta S. Giacomo, 199
+39 0471 975461
info@alessandrocasciaro.com
alessandrocasciaro.com
ncontemporary.com
Lost directions
Urs Luthi, Santiago Reyes Villaveces, Silvia Rosi
> 18.05.2024
Cristian Chironi
> 27.07.2024
Fondazione Emilio e Annabianca Vedova
Zattere, Dorsoduro, 266
+39 041 5226626
info@fondazionevedova.org
fondazionevedova.org
at Magazzino del Sale
Silentium
Eduard Angeli
a cura di Philip Rylands
13.04 → 24.11.2024
Peggy Guggenheim Collection
Palazzo Venier dei Leoni
Dorsoduro, 701
+39 041 2405 411
info@guggenheim-venice.it
guggenheim-venice.it
Jean Cocteau. La rivincita del giocoliere
a cura di Kenneth E. Silver
> 16.09.2024