Pensare come una montagna. Da questa espressione coniata da Aldo Leopold – guardaboschi, ecologo e scrittore statunitense, a seguito di un incontro con un branco di lupi -, prende le mosse la Biennale Gherdeina, la manifestazione d’arte contemporanea d’alta quota, la cui nona edizione si svolgerà dal 31 maggio all’1 settembre 2024, in vari luoghi della Val Gardena. Fondata da Doris Ghetta nel 2008, la Biennale Gherdëina favorisce il dialogo tra l’innovazione e la rinomata tradizione della scultura in legno, che ha costituito il punto di partenza della manifestazione. Nel corso delle varie edizioni, la Biennale è cresciuta e ha collaborato con curatori come Filipa Ramos e Lucia Pietroiusti, Adam Budak, Luca Beatrice, Günther Oberhollenzer e ha prodotto o esposto opere di importanti artisti internazionali. Organizzata dallʼassociazione Zënza Sëida presieduta da Eduard Demetz, a curare la Biennale Gherdeina 2024 sarà Lorenzo Giusti, con Marta Papini in qualità di associate curator, e a oggi 35 sono le artiste e gli artisti partecipanti.
Attraverso diversi format – nuove produzioni, performance, mostre personali e collettive, collaborazioni con istituzioni regionali e laboratori aperti al pubblico – la Biennale Gherdeina 2024 raccoglierà i contributi di artiste e artisti provenienti da diverse parti del mondo: Talar Aghbassian (1981), Atelier dellʼErrore (2002), Alex Ayed (1989), Nassim Azarzar (1989), Ismaïl Bahri (1978), Yesmine Ben Khelil (1986), Ruth Beraha (1986), Chiara Bersani (1984), Alessandro Biggio (1974), Julius von Bismarck (1983), Nadim Choufi (1994), Elmas Deniz (1981), Esraa Elfeki (1989), Andro Eradze (1993), Marianne Fahmy (1992), Valentina Furian (1989), Daniele Genadry (1980), Eva Giolo (1991), Shuruq Harb (1980), Arnold Holzknecht (1960), Michael Höpfner (1973), Ingela Ihrman (1985), Nadia Kaabi-Linke (1978), Katia Kameli (1973), Laurent Le Deunff (1977), Linda Jasmin Mayer (1986), Femmy Otten (1981), Sara Ouhaddou (1986), Eva Papamargariti (1987), Diana Policarpo (1986), Lin May Saeed (1973-2023), Helle Siljeholm (1981), Tobias Tavella (1990), Markus Vallazza (1936-2019), Karin Welponer (1941).
Intitolata The Parliament of Marmots, Il Parlamento delle Marmotte, in riferimento al mito ladino del popolo mitico dei Fanes, questa edizione della Biennale Gherdëina sarà incentrata su tre ambiti: il selvaggio come dimensione creativa, il multispecismo come traiettoria del divenire, la montagna come terreno di incontro e come dimensione narrativa. Come spiegato da Giusti, «Gli artisti e le artiste che si riuniranno in Val Gardena fonderanno la propria ricerca sull’esperienza concreta del bosco, del cammino, dell’isolamento, della montagna, della materia, del corpo, della connessione con le diverse specie animali e dellʼempatia con il mondo naturale. The Parliament of Marmots darà voce a una variegata comunità artistica, rappresentativa di un’area culturale vasta che connetterà le Dolomiti con l’Europa continentale, il Nord Africa e il Medio Oriente».
Insieme alle nuove produzioni diffuse nelle diverse sedi della Biennale – Ortisei, Pontives, Selva Val Gardena – The Parliament of Marmots presenterà una mostra retrospettiva su due sedi, la Sala Trenker di Ortisei e Lo Spazio Zero della GAMeC di Bergamo, dedicata a Lin May Saeed. Artista tedesca di origini irachene, nata nel 1973 e prematuramente scomparsa nel 2023, Lin May Saeed aveva dedicato la propria vita e la propria ricerca alla difesa delle diverse specie viventi, indagando i motivi all’origine del conflitto tra l’essere umano e gli animali per immaginare un futuro libero dai principi dello sfruttamento e della sopraffazione.
Oltre alla retrospettiva, The Parliament of Marmots presenterà, in collaborazione con GAMeC, una mostra collettiva di opere prodotte nel corso degli ultimi dieci anni che tratterà il tema del selvaggio in relazione ai fenomeni dell’antropizzazione, del consumo dei territori e del collasso ecologico.
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