Saranno 90 le Partecipazioni Nazionali alla 60ma edizione della Biennale d’Arte Contemporanea di Venezia, in apertura dal 20 aprile al 24 novembre. Tra le nuove partecipazioni, la Repubblica del Benin, l’Etiopia, la Repubblica Democratica di Timor Leste, la Repubblica Unita della Tanzania, mentre Nicaragua, Panama e Senegal saranno presenti per la prima volta con un proprio padiglione. Ma ci sono anche grandi e silenziosi assenti. Nella lista ufficialmente diramata dall’organizzazione della Biennale, manca infatti la Russia: per la seconda volta consecutiva, il suo Padiglione ai Giardini – uno dei più grandi – rimarrà chiuso. Per il momento, il Ministero della Cultura russo non ha rilasciato ancora nessuna dichiarazione ufficiale, così come la Biennale di Venezia.
Nel febbraio del 2022, il team del Padiglione della Russia, composto dagli artisti Kirill Savchenkov e Alexandra Sukhareva e dal curatore Raimundas Malašauskas, annunciò che non avrebbe portato avanti il proprio progetto per la 59ma Biennale, che avrebbe aperto da lì a pochi mesi. «Ho presentato le mie dimissioni da curatore del Padiglione Russia», spiegava Malašauskas, originario della Lituania e attualmente a Bruxelles. «Sono grato e ammiro gli artisti russi Kirill Savchenkov e Alexandra Sukhareva, con i quali ho lavorato per portare avanti il progetto per la Biennale. Nonostante questo, non posso portare avanti il lavoro, alla luce dell’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito della Russia. Questa guerra è insostenibile sia politicamente che emotivamente», continuava il curatore, che alla Biennale di Venezia del 2013 aveva già presentato il Padiglione della Lituania: «Sono nato e mi sono formato in Lituania durante l’Unione Sovietica e ho vissuto la sua dissoluzione nel 1989 e ho testimoniato e ho partecipato allo sviluppo del mio Paese sin da allora. L’idea di ritornare a vivere sotto la Russia o qualsiasi altro impero è semplicemente intollerabile».
Questa 60ma edizione della Biennale già si annunciava particolarmente turbolenta. Scrivevamo delle difficoltà organizzative del Cile e delle accese polemiche a sfondo politico in Polonia, con entrambi i progetti dei Padiglioni cambiati in corso d’opera, ad annunci già fatti. Poche settimane fa, inoltre, il Marocco, alla sua prima partecipazione nazionale, ha fatto dietro front, scaricando gli artisti già coinvolti. Era stata nominata, quindi, una nuova curatrice, Mouna Mekouar, ma nella lista dei Padiglioni diffusa durante la conferenza di presentazione del curatore dell’Esposizione Internazionale, Adriano Pedrosa, manca anche il Marocco, oltre, appunto, alla Russia.
Nonostante un sanguinoso conflitto in pieno svolgimento, sarà invece presente Israele, nel suo Padiglione ai Giardini. Il progetto dell’artista Ruth Patir e delle curatrici Mira Lapidot e Tamar Margalit, annunciato a settembre, prima degli attacchi di Hamas del 7 ottobre e della reazione israeliana, sarà allestito come previsto. Presente anche l’Ucraina, che sarà rappresentata dagli artisti Katya Buchatska, Andrii Dostliev, Lia Dostlieva, Daniil Revkovskyi, Andrii Rachynskyi e Oleksandr Burlaka, negli spazi dell’Arsenale.
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