La Maison Ruinart di Reims, la cantina più antica di Francia, ospita ogni anno un artista contemporaneo dal riscontro internazionale con il fine di realizzare e condividere una personale reinterpretazione della Maison. Dopo la selezione del cinese Liu Bolin nel 2018 e del brasiliano Vik Muniz nel 2019, il 2020 è stato l’anno dell’artista britannico David Shrigley (Macclesfield, 1968) che ha realizzato per l’occasione una nuova serie intitolata Unconventional Bubbles, svelata per la prima volta in una stanza segreta dell’Opera Bastille di Parigi il 5 marzo 2020 ed esposta in seguito presso le 37 fiere internazionali dell’arte contemporanea, con le quali Maison Ruinart collabora ufficialmente.
Nell’ambito del programma di eventi di ArtBasel, il 10 giugno 2021 David Shrigley è stato ospite a “Unconventional Conversation”, l’appuntamento in videoconferenza organizzato dalla Maison che celebra la loro cooperazione e la serie a essa dedicata. «In qualità di partner ufficiale di ArtBasel, volevamo far parte della nuova piattaforma di panel online e mostrare ai collezionisti d’arte l’incredibile interpretazione artistica di David Shrigley riguardo la natura, il patrimonio e il know-how della regione dello champagne, andando oltre l’esperienza che normalmente è possibile godere dalle nostre vip lounge, attraverso un contatto diretto con l’artista», spiega Frédéric Dufour, presidente e amministratore delegato di Ruinart.
La serie si compone di 42 opere, tra le quali tre divertenti affermazioni al neon come richiamo al processo invisibile della fermentazione. Poi ci sono due ceramiche dall’impianto monumentale che catturano l’essenza delle crayères, cave di gesso situate a più di trenta metri di profondità che ospitano la produzione e l’invecchiamento delle bottiglie di champagne Ruinart. Sulle pareti di tali cantine, classificate come patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, l’artista ha voluto lasciare numerose tracce visive che, mescolate ad altre preesistenti e anonime, assumono secondo Shrigley il valore atavico di testimonianza, facendosi «Più importanti di ogni altra cosa». Si tratta di volti friabili o graffiti dal ricordo primordiale che documentano le proprie esperienze, rivolgendosi ai visitatori di passaggio e alle persone che vi lavorano.
La serie comprende, inoltre, una porta realizzata come simbolica separazione tra contenitore e contenuto e 36 disegni e gouaches realizzati sia a colori che in bianco e nero. Tra quest’ultimi vi è un’edizione limitata, numerata e firmata dall’artista, corredata da una delle sue frasi topiche e da una scacchiera da dama. L’opera fa da sfondo alla Jéroboam di Blanc de Blancs, emblema del gusto Ruinart, prediletto dall’artista per il tipo di bottiglia e la sua particolare capacità di conservazione.
L’artista ha fatto coincidere in queste opere una varietà tecnica ed estetica, sfilando una «Grande lista di immagini», citando le parole dello stesso Shrigley durante l’incontro. I chicchi d’uva si mescolano alle bolle di champagne come nuova forma di interazione sociale, i “worms” si fanno indirettamente strumento di marketing e riflessione di tipo esistenziale, le bottiglie di tipo ambientale.
«Lavoro solo per avere un dialogo riguardo qualcosa. Quando inizio a disegnare, mi piace fare cose diverse; spesso non parto mai con un’idea precisa. Disegno e poi cerco di capire cosa ho realizzato, come proiezione di un significato su qualcosa. Quello che mi piace del mio lavoro è proprio questo: che esso abbia un significato e che spesso è diverso da quello che gli conferiscono gli altri, dato che tutti diamo un senso a qualcosa», ha affermato Shrigley durante il colloquio.
Aleggia un’atmosfera tanto irriverente quanto rivelatrice, spesso data da una frase sarcastica che vuole contemporaneamente sfidarci e metterci in guardia da eventuali soluzioni prefabbricate.
In questo modo l’artista elabora, con linguaggio audace e impegnato, il mondo contemporaneo, riscoprendo Ruinart secondo un’ottica del tutto nuova, dettata da uno stile dalla raffinatezza rudimentale e dallo “humor” sottile che contraddistingue la sua firma.
«Quando inizio un lavoro non penso alla sua audience, ma lo faccio per avere una conversazione con me stesso, per comunicare e dire qualcosa. Non bisogna valutare il proprio lavoro con indulgenza. Se non piace a te stesso, non devi proprio mostrarlo ad altri», ha spiegato David Shrigley in una nostra conversazione.
“Unconventional Bubbles” si origina dall’obiettivo del creativo britannico di trattare due tematiche attuali e complesse, quali il lavoro di vinificazione e la sua stretta connessione alla natura.
Nel primo caso approfondisce il processo di produzione e sviluppo dello champagne come curiosa e meticolosa documentazione dei rituali che caratterizzano la quotidianità dei lavoratori e degli enologi che popolano vigne e cantine della regione.
Per quanto riguarda la natura, intensificato il rapporto con essa a seguito del suo trasferimento nella campagna di Brighton e della sua alimentazione vegetariana, Shrigley ci invita ad essere consapevoli delle sfide ambientali quotidiane, cui Maison Ruinart presta molta attenzione, invitando alla tutela dell’ambiente e al sostegno della terra.
L’artista ha concluso la conversazione affermando che «L’arte è quando sono nel mio studio a creare ed è il momento più felice della mia vita. Personalmente è difficile dire cosa effettivamente sia o non sia convenzionale; perché fare arte è quello che faccio ogni giorno della mia vita, quindi non è così “unconventional”. Per me lo è sicuramente collaborare con un produttore di champagne come Ruinart».
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