La mano, artefice del legame tra pensiero e azione è protagonista del percorso espositivo “U.Mano” a cura di Andrea Zanotti con Silvia Evangelisti, Carlo Fiorini e Stefano Zuffi, in corso fino al 9 aprile 2020 al Centro Arti e Scienze Golinelli. La mostra evidenzia la volontà da parte dell’Opificio Golinelli del voler mettere le mani in pasta, ovvero di farsi artefice ed ente attivo nella promozione e realizzazione di quel legame indissolubile tra arte e scienza che ha caratterizzato sin dall’antichità l’operato dell’uomo, creatura che si è contraddistinta dagli altri esseri viventi grazie alla capacità di conoscere ed eseguire le idee e le intuizioni rendendole concrete grazie all’utilizzo delle mani. Ed è per questo che la mano rende l’uomo “U.Mano”, essere vivente attivo, in cerca di nuove scoperte.
Le opere “U.mane”
Le opere presenti, differenti in tipologia e tecnica, coprono estesi spazi temporali, dall’antichità al più attuale presente, esaltando le capacità dell’uomo che da sempre ha cercato di porsi al centro del suo tempo e del suo universo realizzando diverse soluzioni e immaginando possibili sviluppi delle scienze e del pensiero creativo. Al centro dello spazio espositivo, si ergono come origami specchianti, due grandi installazioni, rappresentanti quattro grandi mani, realizzate dalla digitalizzazione della mano destra di Marino Golinelli, fondatore della Fondazione. Due chiuse a ricordare l’atto della meditazione, della riflessione su se stessi e due aperte a rappresentare l’atto della contemplazione del sapere acquisito a seguito della ricerca e dell’esplorazione del mondo circostante, che accolgono il trattato di Dürer De symmetria partium in rectis formis humanorum coporum libri sul disegno della figura umana, considerato uno dei primi algoritmi di arte generativa, applicati dai giovani della Fondazione Golinelli, per trasformare le dimensioni della mano dei visitatori in frequenza, riproducendo nell’ambiente i suoni così ottenuti e i relativi codici elaborati sulle pareti dello spazio espositivo.
Il legame tra arte e scienza, in particolar modo nell’ambito della medicina, viene enfatizzato attraverso la presenza dei due atlanti anatomici il De humani corporis fabrica di AndreaVesalio e i Deux Livres de chirurgie di AmbroiseParè e delle mani di cera realizzate nel settecento con perfezione e maestria da Anna MorandiManzolini. La centralità della mano e della sua funzione espressiva viene evidenziata dalla presenza di opere pittoriche in mostra, tra cui la Madonna con Bambino attribuita a Caravaggio, Giuditta e Oloferne di Crespi, la Madonna con Bambino di Ludovico Carracci, di epoca compresa tra cinquecento e seicento, rappresentative di un periodo storico caratterizzato da grandi cambiamenti, ma fondamentali per creare il rapporto con il presente, dall’antico al contemporaneo, attraverso la realizzazione in stampa 3D di alcuni particolari delle mani dipinte. L’opera ConTatto di Michelangelo Pistoletto rafforza il legame tra antico e contemporaneità richiamando la mano della “Creazione di Adamo” di Michelangelo rivestendola però di un significato nuovo: l’uomo non più solo creatura, ma protagonista e artefice delle sue invenzioni e potenzialità, grazie allo sviluppo della tecnica.
L’u.mano tra scienza e tecnologia
Testimoni della padronanza dell’uomo nelle scienze e nella tecnologia, la ricostruzione dell’opera perduta di LeonardoLa Battaglia di Anghiari, le cui informazioni in rete sono state ri-materializzate attraverso algoritmi elaborati dai giovani frequentanti la Fondazione, “Gamification”, dimensioni ricostruite in Virtual Reality in cui i visitatori possono immergersi, l’installazione Sino all’ultimo Sguardo, le Mani-Cervello realizzata dalla Fondazione per ArteFiera 2019, scultura aumentata attraverso la proiezione di texture animate alcune delle quali ricavate dall’osservazione al microscopio di una goccia d’acqua “sporca” su vetrino e l’ “Arto Bionico”, frutto della ricerca e della tecnica più evoluta nella bioingegneria realizzata dalla Bionlt Labs srl, start–up operante nel G-Factor.
La celebrazione della mano che realizza il pensiero
La mostra U.Mano, dunque, si rende portavoce non solo del profondo legame tra arte e scienza, ma anche dell’operato della Fondazione Golinelli, da sempre impegnata nello sviluppo e nella realizzazione di progetti e laboratori applicativi, in cui la dimensione dell’utile e della ricerca si unisce a quella del bello. Un percorso espositivo che seppur nella sua eterogeneità per tipologia di opere e di tecniche, celebra il ruolo della Mano, la sua funzione, la sua potenzialità e il farsi parte attiva nell’esecuzione e realizzazione del pensiero.