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Una Quadriennale iperestesa, attiva su più ambiti, oltre a quello espositivo, per entrare nel vivo del discorso dell’arte contemporanea: dopo la nutrita serie degli Studio Visit da tutta Italia, che riprenderanno a settembre, nell’ambito della programmazione 2022 – 2024 diretta da Gian Maria Tosatti sono stati presentati i primi esiti delle linee di intervento dedicate a sostenere la ricerca e l’aggiornamento professionale. Disciplinate da procedure di selezione pubblica, sono state assegnate ad Alessandra Franetovich, per una ricerca sull’arte italiana del XXI secolo, e a Vincenzo Estremo, per una ricognizione sull’arte digitale in Italia, le prime due borse di studio post dottorato, della durata di 12 mesi. Inoltre, a Gaia Bobò è stato affidato l’incarico di curatrice in residenza under 30, collaborando soprattutto alla realizzazione dei suoi progetti espositivi, del suo programma pubblico e dell’annuario Arte italiana a 365°.
Focus sulle borse di studio
Le due borse di studio rientrano nel programma “Network interuniversitario”, curato da Raffaella Perna, Docente di storia dell’arte contemporanea alla Università degli Studi di Roma La Sapienza, concepito come «Uno strumento di incentivazione della ricerca sull’arte italiana in ambito accademico, per implementare la creazione di fonti storiografiche utili per la testimonianza del presente artistico del Paese», spiegano dalla Quadriennale.
La borsa di studio “Panorama dell’arte italiana del XXI secolo” è incentrata sulle principali personalità artistiche in Italia dal 2000 a oggi, sugli elementi di connessione tra le ricerche di artisti e curatori, sugli orizzonti teorici e sui risultati pratici, sulle relazioni tra l’arte italiana e l’arte internazionale, sulla cronologia delle mostre e degli eventi principali. “Tra la periferia e il centro: l’arte italiana alla svolta della Global Art History” è il titolo della ricerca di Alessandra Franetovich, incentrata sulla definizione delle aree geografiche e degli artisti a esse afferenti. Attraverso una serie di interviste ai protagonisti delle zone individuate e a ricerche di archivio presso le più importanti istituzioni culturali, Franetovich individuerà stili, generi e correnti principali dell’arte italiana contemporanea.
Alessandra Franetovich ha conseguito il Dottorato di ricerca in Storia delle arti nel febbraio 2022, presso l’Università di Firenze, dottorato congiunto con Università di Pisa e Università di Siena. Lavora come critica d’arte per riviste specializzate di arte contemporanea. Cultore della materia in Storia dell’arte contemporanea per il corso di studi triennale in Scienze dei beni culturali e magistrale in Storia e forme delle arti visive, dello spettacolo e dei nuovi media, all’Università di Pisa, è anche direttrice scientifica e curatrice del Festival Cantieri Aperti, presso Museo Gigi Guadagnucci, Massa.
La borsa di studio “Ricognizione sull’arte digitale italiana” è aperta al mondo delle arti digitali in Italia, fino alle prospettive degli ultimi trend artistici, dall’intelligenza artificiale alla realtà virtuale, fino agli NFT. Vincenzo Estremo ha proposto un’indagine sulla definizione teorico-concettuale di Cyberproletariat, la “Neoplebe, Classe Creativa, Élite e di Immagine digitale e lavoro digitale”. Dopo una prima fase di ricerca in archivio e curatoriale, la sua analisi si articolerà in una Call for artist sui media contemporanei e in due restituzioni pubbliche.
Vincenzo Estremo ha conseguito nel 2017 il Dottorato di ricerca internazionale in Studi audiovisivi: cinema, musica e comunicazione, in co-tuteta all’Università degli studi di Udine e Kunstuniversität Linz. Insegna Fenomenologia dei media all’Accademia Ligustica di Genova, Estetica all’Università telematica San Raffaele Roma 5, Progettazione multimediale al NABA e Tecniche dei media integrati allo IED di Torino. È autore di numerosi libri e pubblicazioni. Tra i più recenti: “Teoria del lavoro reputazionale”, Milano 2020; “Cinema Arte Performance”, Milano 2018; “Extended Temporalities. Transient Visions in the Museum and in Art”, Milano 2016.
Focus sul programma per curatori in residenza
Il programma per curatori in residenza è una nuova linea di intervento della Quadriennale, «Che vuole potenziare la sua azione a sostegno del perfezionamento della formazione e dell’aggiornamento professionale di giovani curatori», spiegano dalla Quadriennale.
A seguito di selezione pubblica, il Cda della Fondazione ha affidato l’incarico di curatrice in residenza per 12 mesi (da luglio 2022 a giugno 2023) a Gaia Bobò (Noto, 1995), curatrice indipendente con base a Roma, che si è formata presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, l’Hochschule für bildende Künste di Amburgo e l’Università IULM. Tra le mostre recentemente curate: “Mixed Media: Lucia Marcucci, Angela Washko” (2022); “Porta Portese” (2021); “VIVAVUCI” (2021); “Double Fantasy” (2021); “A Word That Troubles” (2020), e una personale di Lamberto Pignotti (2019). Co-fondatrice dell’artist-run space SPAZIOMENSA, è stata assistente curatoriale ed editoriale presso “CURA”. Ha inoltre collaborato con La Galleria Nazionale (Roma), Magazzino (Roma), GLUON (Bruxelles), Photology (Bologna), CYLAND (San Pietroburgo); Temple University Rome e Fondazione Pastificio Cerere (Roma).
Alla curatrice è offerta una rete di relazioni in un contesto propenso a favorire il confronto con artisti, critici, storici dell’arte, istituzioni, collezionisti; l’opportunità di partecipare attivamente alla vita della Fondazione e di interagire con il suo team, collaborando a tutte le iniziative in corso di preparazione; l’accesso privilegiato a fonti di studio (Archivio Biblioteca della Quadriennale di Roma) per approfondire temi di indagine sull’arte italiana del XXI secolo; una remunerazione annuale e un budget per la produzione di un progetto curatoriale.