Bruce Nauman: su e giù per lo studio, bevendo caffè

di - 21 Agosto 2021

Tutto comincia nel 1968, quando Bruce Nauman si riprende con una telecamera mentre avanza su un corridoio di legno all’interno del suo studio e si sforza di mantenere una posa naturale nel video Walk with Contrapposto. Mezzo secolo dopo l’artista decide di reinterpretare, per la prima volta nella sua carriera, una sua opera storica e rileggerla utilizzando la tecnologia attuale. Nasce così la serie dei Contrapposto Studies, avviata nel 2015, che fa da protagonista alla mostra “Bruce Nauman: Contrapposto Studies”, curata da Carlos Basualdo e Caroline Bourgeois a Punta della Dogana, dove resterà aperta fino al 9 gennaio 2022.

Bruce Nauman © foto di Michele Lamanna

Così, in un universo creativo concentrato all’interno del suo studio, Nauman si interroga sulla possibilità di usare il proprio corpo come strumento di indagine dello spazio.
“Fin da subito ho cercato di vedere se fosse possibile fare un’arte che suscitasse questo, che fosse semplicemente lì, improvvisamente. Come prendere un colpo in faccia con una mazza da baseball. O meglio, come essere colpito sulla nuca”, racconta l’artista per tracciare il filo rosso della propria ricerca, iniziata alla fine degli anni Sessanta, attraverso la produzione di video, performance e installazioni acustiche, spesso spiazzanti e sorprendenti. “Voglio che (la mia arte) sia impetuosa e aggressiva, perché questo costringe la gente a prestare attenzione” aggiunge Nauman. Nascono così opere rivoluzionarie come la performance Bouncing in the Corner (1969) che vede tre performer lasciarsi cadere contro il muro: azioni riproposte oggi durante tutto il periodo della mostra insieme al video Walk with Contrapposto (1968) presentato in un’unica sala insieme ad altri 8 video, realizzati nell’inverno tra il 1968 ed il ’69 nello studio di Nauman a New York.

Bruce Nauman, vista della mostra “Contrapposto Studies” a Punta della Dogana

Tra le altre opere storiche presenti spicca Steel Channel Piece (1968), che consiste in una trave di acciaio posizionata sul pavimento con un autoparlante collegato ad un registratore, che emette un forte sussurro: è la voce dell’artista che recita la frase “lighted steel channel”. Molto inquietante appare l’installazione audio For Children (2010), ispirata ad una composizione di Béla Bartòk Per i bambini (1908-09), dove la voce dell’artista assume un carattere davvero ossessivo, come accade in Sound breaking wall (1969).
Più concettuale Footstep (1968), un contenitore con un pezzo di nastro magnetico registrato arrotolato su un cartoncino, che rappresenta la prima opera sonora dell’artista, quasi a definire l’ambito mentale che svilupperà negli anni attraverso il suo pensiero, puntuale e rigoroso. Ad introdurre la relazione tra le opere storiche e i lavori recenti l’interessante confronto tra due installazioni collocate al primo piano di Punta della Dogana: il dialogo tra Diagonal Sound Wall (Acoustic Wall) del 1970 e Acoustic Wedge (Mirrored) del 2020. La prima è una parete di materassi in materiale fonoassorbente, esposta da Nauman per la prima volta alla galleria Konrad Fisher di Dusseldorf, che in questa occasione taglia la sala in diagonale, spingendo il visitatore contro il muro per permettergli di passare dall’altra parte. Nella nuova versione, realizzata per la mostra, i muri sono quattro e sono disposti in modo tale da creare nello spettatore una sensazione di spaesamento, dovuta all’assenza di riverbero acustico. Le video installazioni recenti occupano uno spazio forse un filo eccessivo nell’economia della rassegna, pur presentandosi in maniera indubbiamente spettacolare: ispirate per la maggior parte a Walk with Contrapposto, presentano la figura dell’artista che si muove nello studio in maniera sincopata, vestito con una t-shirt bianca e dei jeans, e sono dedicate al processo di trasformazione che il corpo subisce nel tempo, documentato da movimenti pesanti e frammentati. C’è spazio anche per le nuove tecnologie: in Contrapposto Split (2017) e Walking a line (2019) le proiezioni sono in 3D, mentre in Nature Morte (2020) i visitatori possono spostarsi virtualmente all’interno dello studio di Nauman.

Bruce Nauman, vista della mostra “Contrapposto Studies” a Punta della Dogana

Si tratta di un’opera digitale dove lo spettatore diventa l’attore privilegiato all’interno del luogo dove l’artista lavora per sviluppare le sue riflessioni concettuali, situato nel New Mexico. Il titolo dell’opera si riferisce alla presenza degli oggetti quotidiani, tra i quali una tazzina: non è un caso che l’artista abbia dichiarato, fin dagli esordi della sua carriera, di trascorrere buona parte della sua giornata in studio, camminando e bevendo caffè. Grazie a Nature Morte, è possibile entrare nell’intimità di uno dei massimi artisti al mondo.

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