Immaginate un luogo sul mare dalle case bianche con le finestre disegnate di azzurro e le bouganville rosa accarezzate dal maestrale. Immaginate l’ora prima del tramonto, quando il paesaggio cittadino si ricopre di una patina dorata e la luna già alta aspetta il momento per splendere appieno. Ora immaginate di percorrere questo scenario in un’auto, ma non una moderna roboante superaccessoriata e futurista che non permette al pensiero di fermarsi bensì una Fiat 127 Special del 1971, completamente analogica, dalla velocità moderata e con tante storie nel bagagliaio da raccontare.
Sono questi gli elementi di Calasetta Drive, l’ultima performance dell’artista sardo Cristian Chironi attualmente in residenza artistica alla Fondazione MACC. La sua 127 è stata protagonista di numerosi “Drive” in tutto il mondo da Bologna a New York ed è soprannominata “Camaleonte” per la sua capacità di mutare colore a seconda del luogo in cui sosta sempre rispettando gli schemi cromatici della policromia di Le Corbusier; è infatti attorno al suo slogan “Una casa è una macchina per abitare” reinterpretato in un ambiente mobile che si sviluppa la performance.
È Chironi stesso a spiegare ai suoi passeggeri-compagni di viaggio la scelta di quest’auto mentre dai finestrini aperti si respira la salsedine del porto calasettano: è lo stesso modello usato dal nipote di Costantino Nivola, Daniele, incaricato di riportare ad Orani dalla casa in Toscana dello zio quante più opere possibili della sua preziosa collezione d’arte che va da Steinberg a Maria Lai. Ripercorrendo idealmente quell’on the road, il Calasetta Drive trasforma una semplice gita in auto in un luogo di riflessione e dialogo; ispirati dal territorio e dai racconti ogni partecipante si lascia cullare dalla guida dell’artista traghettatore di animi, intervenendo quando se la sente e conoscendo gli altri passeggeri in un continuo scambio di relazioni umane.
Unico accessorio della modesta berlina è una radio che trasmette soltanto composizioni e suoni specifici per la 127 creati in collaborazione con noti musicisti e sound designer, tra cui Francesco Brasini, Alessandro Bosetti, Massimo Carozzi, Paolo Fresu, Gavino Murgia e il Coro di Radio France. Le musiche si fondono con il frangersi delle onde in lontananza, i suoni meccanici dell’auto, i respiri dei viaggiatori attenti alle parole dell’autista, che ora porta ad Orani, ora a Parigi, un attimo dopo a Berlino e infine di nuovo a Calasetta, in un percorso simbolico per riflettere sulla mobilità, l’abitazione e le trasformazioni sociali.
La prossima performance di Chironi sarà proprio dove l’auto è stata pensata e costruita, a Torino, il 31 settembre e 1, 2, 3 ottobre, ospite del MAUTO Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, dove soggiornerà fino a gennaio 2025.
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