19 dicembre 2023

Cantiere contemporaneo, il programma 2024 del museo Madre di Napoli

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Mostre su figure da recuperare, format incentrati sulle collezioni del territorio e lavori di manutenzione: il programma 2024 del museo Madre di Napoli

Kazuko Miyamoto Senza titolo, 1982 fotocopia unica della fotografia originale scattata da Humiko Hasegawa nello studio dell’artista al 181 Chrystie Street, New York In corso di acquisizione tramite fondi PAC 2022-2023 – promosso da Direzione Generale Creatività Contemporanea del MIC Foto © Amedeo Benestante
Kazuko Miyamoto Senza titolo, 1982 fotocopia unica della fotografia originale scattata da Humiko Hasegawa nello studio dell’artista al 181 Chrystie Street, New York In corso di acquisizione tramite fondi PAC 2022-2023 – promosso da Direzione Generale Creatività Contemporanea del MIC Foto © Amedeo Benestante

Un 2024 da work in progress per il Madre: il museo d’arte contemporanea di Napoli sarà infatti interessato, nei primi mesi del nuovo anno, da lavori di manutenzione straordinaria e ottimizzazione degli impianti, interventi improrogabili, contando anche le necessità di un edificio storico come quello situato nell’area del Monastero di Santa Maria Donnaregina. I lavori interesseranno due piani del museo, che però ripartirà a pieno regime con mostre ad ampio raggio, dalla prima retrospettiva museale completa dedicata a Tomaso Binga a un progetto espositivo incentrato sul patrimonio artistico diffuso tra le collezioni del territorio e stratificato nella sua storia, dagli anni ’50 ai primi del 2000. A presentare il programma, Angela Tecce, la presidente della Fondazione Donnaregina, istituita dalla Regione Campania nel 2004 per promuovere l’arte contemporanea, e la direttrice Eva Fabbris. Intervenuto alla conferenza anche il Presidente regionale Vincenzo De Luca, che ha confermato la volontà, da parte della sua giunta, di acquisire un altro edificio, prospiciente a quello attuale, per ospitare la collezione permanente del Madre e i progetti temporanei.

Gli appuntamenti di dicembre

Intanto, nel periodo natalizio, l’ampia e polivalente Sala Madre al piano terra sta ospitando la rassegna cinematografica L’ombra dell’albero / The Shadow of the Tree, curata da Martha Kirszenbaum, che presenterà, fino al 7 febbraio 2024, le opere di artisti provenienti dalla regione mediterranea MENA Middle East / North Africa. La rassegna, che nel titolo cita un verso del poeta libanese Bassam Hajar – «The Cypress is the tree’s grief and not the tree, and it has no shadow because it is the tree’s shadow» – si articola in sei programmi che verranno proiettati in loop durante gli orari di apertura del museo.

Si alterneranno tre programmi monografici, dedicati rispettivamente agli artisti Basma al-Sharif, Valentin Noujaïm e Sara Sadik, e tre programmi collettivi, concepiti da Kirszenbaum ciascuno insieme alle co-curatrici Asma Barchiche, Myriam Ben Salah e Stella Bottai, riunendo oltre 40 opere di immagini in movimento, dal lungometraggio al video, dal documentario alla musica, che riflettono su una pluralità di rappresentazioni, mondi immaginari e impegni politici in questi tempi di equilibri frammentati. I programmi saranno presentati, nel corso della durata dell’intera rassegna, da una serie di incontri con alcuni delle autrici e degli autori coinvolti.

Meriem Bennani Fly, 2016 HD video, 17' 32'' Courtesy l’artista
Meriem Bennani Fly, 2016 HD video, 17′ 32” Courtesy l’artista

Dopo la conversazione tra Martha Kirszebaum e Basma al-Sharif, artista palestinese che vive e lavora a Berlino, con una riflessione del produttore Angelo Curti, il programma a lei dedicato sarà proiettato fino al 25 dicembre. Dal 28 dicembre all’8 gennaio sarà la volta del successivo, intitolato I Heard You Laughing e co-curato da Kirszenabum con Myriam Ben Salah (qui la programmazione completa).

Il 20 dicembre, inoltre, l’architetto Raffaele Marone presenterà Detto tra le righe_sottolineato, “commento visivo” alla mostra Detto tra le righe, di Ninì Sgambati e Paolo Puddu, a cura di cura di Olga Scotto di Vettimo, Mario Francesco Simeone, Alessandra Troncone e Brunella Velardi, di LET_Laboratorio Esplorazioni Transdisciplinari del Museo Madre. A esposizione in corso e in stretto dialogo con gli artisti e il gruppo curatoriale, Raffaele Marone è intervenuto tracciando sul muro, con la grafite, una linea orizzontale, che scandisce percettivamente le leggere differenze di quota nel percorso espositivo tra le sale del museo, e una “stadia” verticale, che misura la posizione in altezza delle opere esposte.

Ninì Sgambati, Paolo Puddu, Detto tra le righe, Museo Madre, Napoli, 2023. Veduta della mostra, ph. Amedeo Benestante
Ninì Sgambati, Paolo Puddu, Detto tra le righe, Museo Madre, Napoli, 2023. Veduta della mostra, ph. Amedeo Benestante

Sintesi di un processo di elaborazione condivisa, durante il quale sono state completamente rimesse in discussione le idee e le suggestioni espresse o accennate dalla mostra, il commento visivo Detto tra le righe_sottolineato rinnova la fruizione delle opere, sottolineando un’altra modalità di essere nello spazio, di conoscerlo e di attraversarlo. Se, prima, il tracciato segnato dai lavori esposti suggeriva un percorso proteso verso l’alto, dalla presenza della materia allo sconfinamento al di là delle leggi della fisica, il nuovo segno ribalta il posizionamento dell’osservatore e la direzione del suo cammino, invertendo – o facendo intersecare, in una sorta di correlazione quantistica – il punto di partenza e l’approdo, l’alto e il basso, il cielo e la terra.

Il 2024 del Madre, tra lavori in corso e focus sul territorio

Nei primi mesi del 2024 si avvieranno dunque i lavori, con l’obiettivo di garantire migliori condizioni di conservazione per le opere esposte, nonché di fruibilità degli spazi per i visitatori. «L’impegno della Fondazione Donnaregina è quello di evitare l’interruzione dell’offerta culturale del Madre e di condividere con i propri pubblici la riflessione sulla condizione di precarietà implicata da queste lavorazioni», spiegano dal museo. In questa prospettiva è previsto il coinvolgimento di alcuni artisti che sono stati invitati nel prossimo periodo a realizzare installazioni temporanee sul tema dei “lavori in corso”.

La ricerca e l’organizzazione dei prossimi percorsi espositivi non si fermeranno: nel 2024 il Madre proporrà la prima retrospettiva completa dedicata a Tomaso Binga in un’istituzione pubblica, curata da Eva Fabbris con Daria Kahn, sviluppata in stretta collaborazione con l’artista e con il suo Archivio. All’inizio degli anni Settanta, Tomaso Binga (Bianca Pucciarelli Menna, Salerno, 1931, vive e lavora a Roma) ha scelto di entrare nel mondo dell’arte usando uno pseudonimo maschile, sottolineando così i privilegi dell’uomo rispetto alla donna anche nel campo culturale. Nella sua pratica quarantennale, con la sua originale poesia visiva e con le sue performance, ha parlato del corpo femminile come di un significante di libertà, giocando con le parole per asserire un femminismo fatto di dissacrazione, allegria, denuncia, humor.

Tomaso Binga Oblò, 1972 collage su polistirolo, plexiglass 34 x 34,1 x 8,4 cm Acquisita con fondi POC (Programma Operativo Complementare) Regione Campania 2020 Collezione Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee - Museo Madre Foto © Danilo Donzelli
Tomaso Binga Oblò, 1972 collage su polistirolo, plexiglass 34 x 34,1 x 8,4 cm Acquisita con fondi POC (Programma Operativo Complementare) Regione Campania 2020 Collezione Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee – Museo Madre Foto © Danilo Donzelli

La mostra sarà accompagnata da una monografia, a cura di Eva Fabbris, Lilou Vidal e Stefania Zuliani, il cui progetto è risultato vincitore della 12ma edizione di Italian Council, programma di supporto e promozione dell’arte contemporanea italiana nel mondo, promosso dalla DGCC – Direzione Generale Creatività Contemporanea del MIC – Ministero della Cultura.

«Con la retrospettiva su Binga il Madre conferma che una delle sue direzioni di ricerca, inaugurata con la mostra di Kazuko Miyamoto tenutasi in estate e autunno 2023, è l’azione di studio, approfondimento e svelamento di figure la cui centralità non è ancora completamente emersa nella storia dell’arte del Novecento». Proprio la mostra dell’artista giapponese, ospitata dal Madre da luglio a novembre 2023, sarà presentata anche alla Österreichische Galerie Belvedere di Vienna, con la curatela della Fondazione Donnaregina e della Direttrice Eva Fabbris.

La prossima stagione del museo vedrà anche la realizzazione della mostra Gli anni, a cura di Eva Fabbris con il supporto scientifico di LET – Laboratorio di Esplorazioni Transdisciplinari. Il motivo ispiratore è tratto dal romanzo Gli anni della scrittrice francese Annie Ernaux. Nel romanzo, l’autrice, premio Nobel per la Letteratura nel 2022, racconta una vita attraverso la descrizione di una serie di fotografie che ritraggono la protagonista in momenti significativi e non. Da questa posizione poetica e filosofica si dipanba la riflessione sulle collezioni di opere d’arte che il formato espositivo Gli anni propone.

Luciano Fabro Nord.Sud.Est.Ovest giocano a Shangai, 1989 installazione, profilato di alluminio e ferro Prov. Donazione di G Buontempo (16/7/2007) Courtesy MIC-Museo e Real Bosco di Capodimonte
Luciano Fabro Nord.Sud.Est.Ovest giocano a Shangai, 1989 installazione, profilato di alluminio e ferro Prov. Donazione di G Buontempo (16/7/2007) Courtesy MIC-Museo e Real Bosco di Capodimonte

Sintesi di soggettività e spirito del tempo, le opere d’arte di una collezione, in particolare pubblica, rappresentano un antidoto all’oblio. Le sale del secondo piano del Madre saranno occupate da opere che si propongono come emblema di annualità significative per la storia sociale e artistica della città e del territorio. A integrazione e arricchimento di questa riflessione, oltre alle opere dalla collezione della Fondazione Donnaregina, verranno selezionate opere da altre collezioni pubbliche, tra cui quelle del Museo e Real Bosco di Capodimonte e del Parco Archeologico di Pompei.

In particolare, le opere della “Collectio” del Parco Archeologico di Pompei saranno presentate nell’ambito della convenzione in via di definizione fra il Madre e il Parco, per la valorizzazione del progetto Pompeii Committment. Materie Archeologiche. Gli anni è concepita come una mostra in continuo arricchimento, che, nel corso dei mesi e anni a venire, presenterà contenuti sempre nuovi, sostituendo o sovrapponendosi a quanto inizialmente esposto, così come accade nella memoria individuale e collettiva.

Nel corso dell’anno verranno poi realizzate anche la grande collettiva dedicata all’arte prodotta in Brasile Vai, Vai Saudade. Notas sobre o Brasil a cura di Cristiano Raimondi – tra i cui partecipanti figurano Maxwell Alexandre, Antonio Dias, Heitor dos Prazeres (anche autore della canzone che dà il titolo alla mostra), Jaider Esbell, Lygia Pape – e una personale del pittore albanese Edi Hila.

Proseguiranno inoltre le attività di ricerca e studio sugli archivi del territorio: è in preparazione una mostra dedicata a Pietro Lista, che muove i suoi primi passi nel contesto delle presenze dell’Arte Povera in Campania alla fine degli anni Sessanta e prosegue fino a oggi con un originale percorso di sperimentazione su pittura e scultura. Il 22 febbraio 2024 verrà presentato al Madre il catalogo della retrospettiva di Ugo Marano, realizzata con la cura di Antonello Tolve e Stefania Zuliani nella primavera del 2023.

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