Un’isola…ma nordica: Golta. Ho avuto esperienze artiche invernali oltre il Circolo Polare norvegese, ma ho passato un paio d’estati nella zona di Bergen, dove per ben due volte ho attraversato il solstizio d’estate, il midsummer pagano e sciamanico, che affonda nelle radici della storia dell’uomo, e celebra la natura e la vita.
Il sole ti accompagna e non ti lascia mai, un’esperienza non solo fisica ma emotiva. Una strana energia ti pervade e non ti abbandona, al limite della sopportazione. La Norvegia tutta, a dire il vero, mi ha riavvicinato alla natura. Nonostante ne sia circondato anche in Trentino, dove vivo, me ne ero mentalmente allontanato. Ma quelle terre del nord sono state in grado, con uno strano fluido, di ricollegarmi anche con le Alpi.
Proprio un anno fa ho atteso in solitudine il sole di mezzanotte. Un giorno veramente molto caldo per la latitudine, ma, avvicinandomi a Golta, il mare e il vento collaboravano rendevano l’atmosfera più temperata e piacevole…
Attraversato un difficile percorso in equilibrio tra rocce metamorfiche antichissime a picco sugli scogli e taglienti lame di pietra, ho raggiuto l’affaccio sul mare aperto, il Mare del Nord. Una volta lì, ho meditato a lungo, per ore, per trovare il luogo giusto. Una roccia particolare, su cui sono balzato per poter osservare più in là.
All’orizzonte, idealmente guardando verso ovest, osservavo le isole Shetland, un arcipelago sub-artico, all’estremo nord della Scozia. Erano lì di fronte a me, anche se non visibili a occhio umano.
Ho atteso qui la mezzanotte del 21 giugno…
Generalmente quando mi sposto c’è sempre una spinta legata al mio lavoro artistico.
Golta l’avevo cercata e selezionata tra decine, forse centinaia di isole nella zona di Bergen, per realizzare lì un’opera video, secondo episodio di Far Before and After Us. Il primo, realizzato sulle Dolomiti, in quel momento era esposto in Biennale agli Archivi della Misericordia con il padiglione dello Stato del Perak-Malesia.
Alpi e oceano tropicale, un mio leitmotiv, già innescato al padiglione delle Maldive nel 2013.
Golta…magiche e speciali sensazioni. Quasi una danza. Quasi surfando l’orizzonte e il sole, Messaggi di luce e fuoco. Ho atteso lo scuro verso le 2 di notte e, alquanto stremato, ho fatto lento ritorno verso l’auto elettrica, tra torba umida e una miriade di ruscelli dal suono melodico…una lama di luce che brucia l’orizzonte. Poi un attimo, pochi minuti di quasi notte e già un’alba fatta di filamenti rossi e arancioni, come fiamme tra le stelle e un blu cobalto.
Silenziosamente ho guidato fino alla città. Nessuno sulla mia strada…ormai baciata dai primi raggi color oro.
…l’estate è qui.
Le immagini sono realizzate dall’artista in piena solitudine, usufruendo di tecnologie sotto il suo totale controllo. Stefano Cagol nell’estate 2022 a Bergen era Artist in Residence di BEK – Bergen senter for elektronisk kunst. Si ringrazia Kunsthall 3,14 Bergen e IIC – Oslo e per il gentile supporto.
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