È in un momento storico come quello che stiamo vivendo in Italia e nel mondo – fatto di incertezze e rinvii – che la parola “possibile” sembra arrivare benefica per tutti. Dopo mesi di silenzio obbligato per il mondo dell’arte a causa della pandemia, nel borgo di Castelbasso, in provincia di Teramo, la forza della creatività torna a esprimersi ancora, grazie alla Fondazione “Malvina Menegaz per le Arti e le Culture”, presieduta da Osvaldo Menegaz.
A palazzo Clemente e palazzo De Sanctis, prende vita la mostra “Paso Doble – dialoghi sul possibile”, progetto a cura di Pietro Gaglianò. Un progetto che mette in evidenza la volontà di rendere “possibile” – a dispetto delle diversità dei linguaggi e distanze oggettive fra gli artisti selezionati – la cucitura di un contatto: 46 opere tra loro lontane, per periodo di esecuzione, genere e provenienza geografica, che si accostano le une alle altre per offrire ai visitatori la “possibilità” di un dialogo, un legame appunto, fino a oggi taciuto. Il curatore Gaglianò dà vita a un allestimento che si apre in ogni sala come un passo a due: opere scelte, appartenenti alla Collezione della Fondazione Menegaz, accolgono il visitatore, in un gioco di rimandi per forme, colori, soggetti e linguaggi espressivi.
È una danza armonica, quella che si apre a corolla in ogni stanza. Una scelta che ha in sé tutta la potenza dell’arte che, davanti a un mondo che si rimpicciolisce in spazi angusti, esplode potente, oltre latitudini e longitudini, mettendo in comunicazione anche artisti che non si sono mai incontrati, mai conosciuti. Un vero e proprio fenomeno sociale: da un primigenio “Paso Doble” –quello fra gli artisti selezionati – si apre un altro dialogo: quello immortale fra l’osservatore e l’opera. E poi un terzo – da non sottovalutare, poiché traccia distintiva di un allestimento che potenzia la storia del borgo di Castelbasso: il dialogo fra le sale di palazzo Clemente e palazzo De Sanctis, legati da un filo invisibile che dà prova della radice evocativa che s’allunga salda fra ciò che hai visto e ciò che vedrai, fra ciò che ti aspetti e ciò che non ti saresti mai aspettato.
Al pubblico la scelta di fermarsi, procedere in avanti, tornare indietro, per costruire i “dialoghi possibili” nelle 23 coppie di opere presentate e favorite nella lettura dall’allestimento tematico: Ritratti di signore; Nature Morte; L’architettura del Corpo; Antologia del paesaggio; Il ritmo, il movimento, la forma; Astrazioni; Arcane Conversazioni; L’evocazione del colore.
A dare ulteriore respiro al progetto, al fine di tessere un ulteriore intreccio, la mostra presenta 8 progetti inediti: 8 dialoghi “speciali” – si potrebbe dire – fra artiste e artisti della scena contemporanea internazionale. Al centro la matrice sperimentale dei linguaggi: arti visive, poesia, musica, architettura e nuove tecnologie. Fili possibili che disegnano metaforicamente ulteriori ponti comunicativi fra: Francesco Lauretta, Livio Lombardo e Saint Huck; Aryan Ozmaei ed Enne Boi; Thomas Braida e Alberto Caruso; Giuseppe Stampone e Gino Di Paolo; Flavio Favelli e un foulard di Hermes; Sophie Ko e Domenico Brancale; Marco Neri e Igor Imhoff; Vittorio Corsini e Valeria Manzi.
Nonostante il senso di precarietà con cui l’uomo fa i conti ciclicamente, all’irrompere di eventi naturali cui spesso non può dare origine certa, l’arte torna a ribadire la sua funzione immortale: poter dire quando tutti tacciono, poter unire quando l’uomo divide.
PASO DOBLE – dialoghi sul possibile
a cura di Pietro Gaglianò
Palazzo Clemente e palazzo De Sanctis – Castelbasso (TE)
Dal giovedì alla domenica, fino al 29 agosto 2021
www.fondazionemenegaz.it
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