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Le mostre del 2025 al Castello di Rivoli, con Rebecca Horn ed Enrico David
Arte contemporanea
di redazione
Dopo aver celebrato il suo quarantesimo anniversario, il Castello di Rivoli, diretto da Francesco Manacorda, guarda al 2025 con un calendario di mostre e progetti espositivi che intrecciano riletture del passato e sperimentazione. I prossimi mesi vedranno protagonisti Rebecca Horn ed Enrico David, con grandi personali dedicate che saranno affiancate da Inserzioni, un nuovo progetto che invita artisti contemporanei a dialogare con la collezione permanente.
Rebecca Horn, Cutting Through the Past
A cura di Jana Baumann e Marcella Beccaria, la prima retrospettiva italiana in un museo pubblico dedicata a Rebecca Horn, nasce dalla collaborazione con Haus der Kunst di Monaco e si propone di restituire la complessità della ricerca dell’artista tedesca, scomparsa a settembre 2024 a 80 anni. Da sempre sospesa tra scultura, performance e cinema, la sua pratica esplora il rapporto tra corpo, macchina e memoria attraverso dispositivi meccanici di inquietante poeticità.
Visitabile dal 22 maggio al 21 settembre 2025, negli spazi della Manica Lunga al terzo piano, l’esposizione attraversa oltre 50 anni di produzione, dalle storiche macchine cinetiche – tra cui Peacock Machine (1982) e Tower of the Nameless (1994) – alle installazioni monumentali come Inferno (1993-94) e Concert for Anarchy (2006). Centrale è anche il ritorno alle sue prime sperimentazioni performative, presentate attraverso filmati storici restaurati e proiettati su larga scala.
L’omaggio a Horn si estende inoltre ai suoi lavori cinematografici, con una programmazione speciale nel teatro del museo che includerà Der Eintänzer (1978) e il lungometraggio Buster’s Bedroom (1990), a conferma della sua influenza anche nel linguaggio del film d’artista.

Enrico David, Domani Torno
Dopo un percorso internazionale che lo ha visto finalista al Turner Prize nel 2009 – insieme a Roger Hiorns, Lucy Skaer e Richard Wright, poi vincitore del prestigioso premio – e protagonista al Padiglione Italia della Biennale di Venezia del 2019 con Chiara Fumai e Liliana Moro per il progetto curato da Milovan Farronato, Enrico David torna in Italia con una mostra che ripercorre la sua produzione.
La sua ricerca, sospesa tra figurazione e astrazione, tra disegno, pittura, scultura e installazione, si concentra sulla rappresentazione del corpo come entità fragile e in perenne metamorfosi. L’allestimento pensato per la Manica Lunga trasforma lo spazio in una sorta di scenografia fluida, evocando il teatro e il design espositivo. Tra i lavori in mostra, a cura di Marianna Vecellio e visitabili dal 29 ottobre 2025 al 22 marzo 2026, figurano installazioni e opere come Madreperlage (2003), Sign for Lost Mountaineers Hair Grooming Station (2004) e Ultra Paste (2007), accanto a produzioni più recenti che ampliano il suo repertorio, come Pebble Lady (2014) e Racket II (2017), oltre a numerosi disegni e a una selezione di nuove pezzi tra grandi pitture, arazzi e ricami su tela e la serie dei teatrini, realizzata dal 2005 a oggi.

Inserzioni, una collezione in trasformazione
Oltre alle mostre personali, il Castello di Rivoli presenterà anche Inserzioni, un progetto a cura di Francesco Manacorda che reinterpreta la collezione museale attraverso nuove commissioni site-specific. Riprendendo lo spirito di Ouverture, l’iniziativa inaugurale della direzione di Rudi Fuchs negli anni Ottanta, Inserzioni invita artisti a confrontarsi con le sale storiche del museo, creando interventi capaci di ampliare il dialogo tra presente e passato. Con un formato flessibile, rinnovato ogni sei mesi, il progetto si propone di arricchire la rappresentazione di movimenti, figure e geografie finora meno esplorate nel percorso espositivo del museo.