Inaugurata giovedì 22 Ottobre, negli spazi della Galleria Casamadre Arte Contemporanea, la nuova personale di Chiara Dynys curata da Domenico Bianchi. Artista di origini mantovane, Chiara Dynys ritorna a Napoli dopo quasi dieci anni dall’ultima mostra partenopea realizzata presso la galleria di Dina Carola, scomparsa nel 2012. Anche in quest’occasione Chiara Dynys presenta al pubblico delle opere che sono state realizzate specificamente per la città in un esposizione che potremmo virtualmente scandire in tre parti: la serie La Blancheur, i Kaleidos e la videoinstallazione Nothing to lose.
Tutta la produzione artistica di Chiara Dynys è sempre stata fortemente improntata da una ricerca multiforme che si delinea attraverso l’utilizzo di una grande varietà di materiali che vanno dalla scultura alla fotografia, dal video all’installazione esplorando sempre luce, forme e colori. La sua attività è segnata da una profonda speculazione sul senso dell’anomalia e del limite tra realtà umana e scenario metafisico, di cui aspetti ricorrenti sono i temi del doppio, della duplicità e dello sdoppiamento.
Sia la serie de La Blancheur che quella dei Kaleidos si presentano come opere caratterizzate dall’essere scrigni segreti in cui lo spettatore subisce la tentazione di addentrarsi per scoprire riflessi, dettagli e distorsioni rivelatrici di una visione che non è più la nostra ma totalmente rinnovata. Con Le Blancheur ci ritroviamo di fronte a strutture di legno dipinto contenenti specchi e frammenti di fotografie relative ad opere di Canova. Le opere neoclassiche sono quindi scomposte in una serie di forme riflettenti che ne alterano la percezione costituendo una sorta di “camere ottiche distorte” come le definisce la stessa artista. Chiara Dynys afferma a tal proposito che “la nostra visione è ormai distorta: non viviamo più nell’assoluta realtà classica seppur se ne senta la nostalgia, sempre di più”.
Nei Kaleidos la distorsione riguarda invece noi stessi e l’ambiente che ci circonda. Caleidoscopi colorati che emergono come megafoni dalla parete bianca della galleria per amplificare la visione in una ingannevole anomalia ottica che affascina creando nuove conspevolezze.
Come ricorda Eduardo Cicelyn: “Se si pensa a tutta la produzione di Chiara Dynys – variabile, multiforme ed eclettica – sotto una superficie di colori, materie e linguaggi, si può avvertire in profondità la scossa che spinge in un continuo rimbalzo emotivo e intellettuale. Il suo punto di vista tiene in gran conto la relazione tra i sensi e la mente, così che il codice non produce più enunciati astratti ma entra nella vita e nell’esperienza concreta dell’artista. Perciò i Kaleidos sono letteralmente forme belle in cui specchiarsi o idee platoniche in fuga verso l’iperuranio”.
Ultimo tassello dell’esposizione è la videoinstallazione chiamata Nothing to lose, vero e proprio omaggio alla città partenopea, con il susseguirsi senza sosta di immagini di mari e cieli provenienti da Napoli e da altre parti del mondo in cui la linea dell’orizzonte scompare o meglio, si di nasconde disturbata quasi da un guasto tecnico. Il titolo dell’opera “Niente da perdere” si riferisce proprio a quest’orizzonte negato, che deve essere necessariamente immaginato, ripensato, secondo modalità soggettive e percezioni che finalmente ci mostrano ciò che prima non riuscivamo a vedere.
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