âIl collezionismo dei privati come patrimonio comune. Proposte operative e prospettive legali per immaginare il futuroâ, questo il tema della tavola rotonda che si è tenuta il 19 settembre a Milano, presso LCA Studio Legale. Una occasione importante di dialogo, in cui si è trattato il tema delle donazioni di opere dâarte da parte del collezionista privato ai musei, piĂš in dettaglio ai musei pubblici.
Durante la discussione sono stati analizzati gli strumenti che abbiamo a disposizione oggi in Italia e le motivazioni che possono condurre il collezionista a condividere la propria collezione con la collettivitĂ , rendendola patrimonio comune. Temi fondamentali, che un collezionista deve necessariamente affrontare quando inizia a riflettere sul futuro delle opere che ha raccolto in tanti anni di lavoro, impiegando spesso capitali significativi. Ad approfondire lâargomento sono state quelle figure che, riguardo a questa specifica tematica, hanno un ruolo chiave: i collezionisti,  i musei e i professionisti del settore, che hanno fornito spunti legali e fiscali.
A moderare il dibattito â introdotto da Maria Grazia Longoni, responsabile del Dipartimento di Diritto dellâArte di LCA Studio Legale â è stata Marianna Agliottone, curatrice, studiosa dei fenomeni del collezionismo e docente di Economia della Cultura alle Accademie di Belle Arti di Napoli e di Bari. Mentre a rappresentare il punto di vista dei musei sono stati Gianfranco Maraniello, Direttore del nuovo Polo Museale del Moderno e del Contemporaneo del Comune di Milano, assieme a Lorenzo Balbi, nuovo Presidente AMACI, Associazione che riunisce i Musei dâArte Contemporanea Italiani, e neo confermato Direttore del MAMbo â Museo dâArte Moderna di Bologna, e a Iolanda Ratti, conservatrice e membro del comitato scientifico del Museo del Novecento di Milano.
Il punto di vista dei collezionisti nei confronti del sistema istituzionale museale e culturale italiano è stato espresso attraverso le parole di Giorgio Fasol, che nel 2019 ha sottoscritto un contratto di comodato con lâUniversitĂ di Verona, depositando 85 opere di giovani artisti internazionali in sei sedi dellâAteneo, e di Enea Righi, che nel 2010 ha affidato con un contratto di deposito 150 sue opere a Museion, il Museo dâarte moderna e contemporanea di Bolzano. Gli aspetti legali e fiscali invece sono stati trattati dai professionisti di LCA Studio Legale Dario Covucci, esperto in asset management e art investments, Gianmarco Tortora, specializzato in consulenza tributaria, e Miriam Loro Piana, specializzata nella tutela della proprietĂ industriale e intellettuale.
Dal confronto è emersa la difficoltĂ per i musei di arte moderna e contemporanea a ricevere e ad accettare donazioni per lâimpossibilitĂ di poter sempre rispettare i desiderata dei donatori, nonchĂŠ a causa di spazi espositivi e di deposito insufficienti, di costi di logistica e di conservazione significativi, di cui occorre tener conto. Problematiche che obbligano a riconsiderare il desiderio, la speranza dei collezionisti di lasciare la propria collezione alla collettivitĂ , come traccia nella scena culturale, magari della propria cittĂ , non potendo contare sulla garanzia di valorizzazione delle proprie opere allâinterno della progettualitĂ futura dellâistituzione individuata.
Per questo, sempre piĂš collezionisti, anzichĂŠ donare le proprie opere, prendono in considerazione lo strumento della Fondazione, come ente destinato a sopravvivere al collezionista-fondatore e capace di conservare e valorizzare lâintera collezione mediante iniziative che, sulla base di un programma prestabilito, vengono realizzate da amministratori dalle competenze diversificate. Fondazione che, tra lâaltro, potrebbe promuovere forme di collaborazione con le stesse istituzioni museali (si pensi ai prestiti di opere), assicurando al contempo il rispetto delle volontĂ del fondatore.
Punti di vista e soluzioni differenti per i quali bisognerebbe trovare un punto di contatto e di equilibrio, specie relativamente allâincremento di quella âfiduciaâ piĂš volte evocata durante il talk, parola che lascia emergere un poâ di insofferenza nei riguardi degli oneri della donazione modale e cioè dellâatto di liberalitĂ contraddistinto da un vincolo a carico del destinatario, che il museo difficilmente può garantire, soprattutto nel tempo. Nondimeno, questo equilibrio va necessariamente perseguito, alla ricerca di una âstrategia condivisaâ, evocata da Gianfranco Maraniello, per far sĂŹ che rapporto tra pubblico e privato finalmente decolli.
Ă necessario, dunque, trovare una sintesi armonica tra le logiche economico-aziendali dei musei, la sostenibilitĂ economica, lâutilizzo efficiente delle risorse e il perseguimento delle finalitĂ culturali dei musei nonchĂŠ di quelle dei donatori per rispondere alla richiesta del pubblico dellâarte e migliorare sempre la qualitĂ dellâofferta espositiva. E ciò ponendo lâaccento sulla realizzazione delle finalitĂ di pubblica utilitĂ , di diffusione di cultura e di innovazione, che i musei sono chiamati a perseguire. E riguardo a questo ultimo punto, la visione e la dedizione dei grandi collezionisti del contemporaneo possono certamente rivestire un ruolo di rilievo, tenendo conto al contempo che molte collezioni hanno anche avuto lâimportanza di contribuire al benessere del sistema dellâarte, sostenendo attraverso le loro acquisizioni anche la sperimentazione artistica piĂš audace.
Resta il vecchio nodo dellâinadeguatezza delle agevolazioni fiscali nella gestione delle donazioni che invece dovrebbero essere potenziate a favore dei collezionisti. Due le proposte emerse durante il talk. La prima è quella di estendere lâattuale ambito di esenzione dal pagamento dellâimposta di donazione ad opere di arte anche diverse dai âbeni culturaliâ favorendo, al contempo, i collezionisti che donano le opere in una fase non troppo avanzata della loro vita (con un approccio âthe sooner the betterâ simile allâesperienza britannica in materia). La seconda è di prevedere che anche le donazioni di opere dâarte (quindi, di beni in natura) diano accesso a un credito IRPEF incentivante che il donante possa utilizzare âin compensazioneâ con le proprie imposte.
Temi tutti di grandi interesse su cui riflettere e lavorare.
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